Pagine

sabato 2 gennaio 2016

Per chi non conosce l'eremo ....



"Posto sui colli che circondano Isola Vicentina, ci arrivi salendo una strada che si inerpica sulla collina, per poi trovare improvvisamente un piccolo cartello giallo che indica “Eremo di Santa Maria”. "Luogo di silenzio".
Ti immetti in una stretta stradina che attraversa il bosco, circondata da alberi che intrecciano i loro rami quasi a formare un tunnel e percorrendolo sembra quasi di cambiare dimensione.
E' quello che provo io ogni volta!
E' la natura la culla di questo luogo sacro dedicato alla Grande Madre fin dall'antichità.
E' una sacralità palpabile, la senti, la tocchi con mano, e si materializza nel capitello dedicato alla Madonna.
Che tenerezza fa questa immagine! Posta all'ombra di un grande albero che sembra voglia proteggerla con le radici e le lunghe fronde adesso spoglie.
Nasce un senso di protezione per questa immagine di donna con tante crepe e qualche scheggiatura, e vorresti sistemare queste imperfezioni come per curare delle ferite.

E' un cuore palpitante l'eremo che batte all'unisono con i cuori delle persone che vi passano e lo abitano.
Arrivi come vuoi e da dove vuoi, e, una volta giunto, non importa da quale luogo provieni, ma solo chi sei e qual è la tua storia."
Nadia








La cappella dell'eremo

"L’eremo …. non è una semplice casa dove stanno le persone. E’ un luogo che ripara ferite, insicurezze e malinconie. E’ molto grande, quasi come un hotel, ma non si paga, anzi è questo luogo che dà qualcosa a noi.

Ci sono tante stanze di diversi colori ed emozioni: quella blu, quella viola, quella arancione. C’è una grande sala da pranzo, dove sono passati litigi, emozioni, segreti e preghiere; questo luogo non serve per giudicare le persone, ognuno è libero di essere quello che è.

C’è una cucina con cibi, aromi, ricette e spezie, un luogo magico! Ma ancora più magica è la piccola cappella dove si prega, si rivelano emozioni nascoste, si canta e ci si muove. E’ come un nido per una rondine.

Poi c’è una grande stanza al piano di sopra dove si imparano cose nuove, si esprime la propria opinione e si ascolta quella degli altri."
Beatrice Simeone, di undici anni  

                                  
La cucina dell'eremo


Il refettorio



L'ingresso


Il bagno a pianoterra
Sala per gli incontri


"Immerso nel verde e nel quasi-silenzio è una perla incastonata nelle colline, ma è anche un’officina.
Perla e officina: sembra che non c’entrino nulla: bianco e nero, luce e oscurità. Ma l’eremo è proprio questo.
Nella cappella c’è la luce biancastra, perlacea dell’incontro con le nostre parti più alte.
Nella grande stanza al primo piano invece si vivono, a volte, le ombre più oscure, i passi più dolorosi della propria vita, che poi però vengono accolti dalle zolle di terra dell’orto officinale.
E sì… lavorando in quell’orto il nero del piombo si trasforma pian piano e la terra da cui strappiamo le erbacce ci dona la forza di tornare a riconciliarci con la Vergine in attesa della cappella, perché in fondo anche noi siamo in attesa d partorire. Anche noi come Lei abbiamo i nostri draghi ai piedi, ma anche il nostro Albero della Vita nel paiolo e le mani aperte, per accoglierci gli uni gli altri."
Elisabetta Bergomi

La camera viola

La camera blu

La camera arancione

Il bagno del primo piano


Nessun commento:

Posta un commento