Testi degli interventi - nutrire e nutrirsi

La camminata meditativa del 18 NOVEMBRE 2019 si è svolta al Convento di Santa Maria del Cengio e ha avuto come tema conduttore "Nutrire e nutrirsi”.

Presentazione:
Riesci a dare nutrimento a te stesso o attendi che siano gli altri a farlo come un mendicante a lato della strada? Se il cibo nutre la tua parte fisica, come nutri la tua mente e il tuo spirito? Riesci a sentire come sei quando hai fame? E ancora, le relazioni con noi stessi e gli altri, i luoghi che frequentiamo, le passioni e gli stati d'animo che coltiviamo, portano frutto? e riusciamo a nutrirci di questo frutto?

Fin dalla mitologia greca si parla di abbondanza e di miseria, di tempi di ricchezza e di altri di carestia e ci fa comprendere come a volte anche la fame è necessaria e ci aiuta ad accogliere la pienezza che il nutrimento ci dà.

Fra Renzo accoglie i partecipanti (8 persone), ringraziandoli per la presenza nonostante le intemperie del tempo. Con Nicoletta alla guida percorriamo qualche giro del chiostro, l’ultimo in fila indiana per ricordare le sorelle di Campello, poi ci raduniamo in sala capitolare.

Le nostre testimonianze:
(i testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti)
COS’E’ PER NOI IL NUTRIMENTO?


FRA RENZO
Per me il nutrimento è vivere nel silenzio e nella sobrietà, senza eccessi.
Ricevo anche molto nutrimento dall'operato di Papa Francesco e da tutte le belle notizie e dai fatti positivi della giornata.

OSCAR
Ricevo nutrimento dalla famiglia, sia quella di origine, sia quella che ho formato con mia moglie e i miei figli. Ad esempio quando mia figlia di otto anni mi chiama impaurita per un incubo notturno e io riesco a calmarla e a consolarla mi sento nutrito.

NICOLETTA
Le cose che mi danno nutrimento sono tante: leggere, vedere un bel film, camminare nel bosco, stare all'eremo e comunicare con le persone.

MATTEO
Mi dà nutrimento stare con me stesso e camminare nelle ore notturne al buio in mezzo alla natura. Anche viaggiare mi nutre molto perché ogni volta parto con la convinzione di aiutare gli altri, ma quando torno sento che ho più ricevuto che dato.

FABRIZIO
Il mio lavoro mi porta ad avere contatti con dei frati anziani e devo dire che riuscire a risolvere i loro piccoli problemi: un cellulare bloccato, un computer disconnesso, una fotocopia ingrandita, un chiarimento sulla pensione o semplicemente una parola di conforto, mi nutre e mi arricchisce. Vedere la loro gioia negli occhi mi appaga molto, quasi di più che risolvere qualche difficile operazione economica-finanziaria.

GIUSEPPE
Sento di ricevere molto nutrimento dall'affetto dei nipoti e dei figli quando vengono a trovarmi. Ovviamente anche la natura mi nutre: ogni mattina ammiro le piante e parlo con i prodotti del mio orto e ciò mi carica e mi dà forza per tutto il giorno.

EFREM
Ci sono varie cose che nutrono la mia vita: la riscoperta della fede grazie anche al sostegno di p. Antonio, la cura del mio vigneto biologico che spero di portare avanti nonostante le difficoltà e la musica che riesce ad allontanarmi dalle cose materiali superflue ed inutili.

DAVIDE
Dopo un periodo della mia vita in cui cercavo affannosamente attività, suoni, incontri, impegni per anestetizzare probabilmente un senso di vuoto dentro di me, ho cercato il silenzio e la sobrietà. Questo è stato possibile dopo aver vissuto l’esperienza del cammino di Santiago dove ho trovato un grande nutrimento nell'amicizia e nella condivisione con gli altri pellegrini.
Un grande nutrimento lo trovo anche nella lettura della Bibbia che mi fa allontanare da tutte le cose negative.


RIFLESSIONE E CANTO DI OSCAR
Propongo la canzone di Angelo Branduardi “Il dono del cervo”, contenuta nell'album Alla fiera dell’Est del 1976. Il testo è molto simbolico e significativo: parla di un cacciatore che si trova di fronte un cervo e questo gli offre tute le parti del corpo in dono, in modo da essere nutrimento completo, sia fisico che spirituale.

IL DONO DEL CERVO - Angelo Branduardi
Dimmi, buon signore, che siedi così quieto, la fine del tuo viaggio, che cosa ci portò?
Le teste maculate di feroci tigri, per fartene tappeto le loro pelli?
Sulle colline, tra il quarto e il quinto mese, io per cacciare, da solo me ne andai.
E fu così che col cuore in gola, un agguato al daino io tendevo,
ed invece venne il cervo, che davanti a me si fermò.

"Piango il mio destino: io presto morirò, ed in dono allora a te io offrirò,
queste ampie corna, mio buon signore, dalle mie orecchie, tu potrai bere,
un chiaro specchio, sarà per te il mio occhio, con il mio pelo, pennelli ti farai
E se la mia carne cibo ti sarà, la mia pelle ti riscalderà
e sarà il mio fegato che coraggio ti darà.

E così sarà, buon signore, che il corpo del tuo vecchio servo
sette volte darà frutto, sette volte fiorirà.
Dimmi buon signore, che siedi così quieto
la fine del tuo viaggio, che cosa ci portò, che cosa ci portò


INTERVENTO DI NICOLETTA
Penso che tutti noi abbiamo fame di amore e di affetto e lo cerchiamo quotidianamente come un mendicante che tende la mano. Se non ci sentiamo amati cerchiamo in vari modi di attirare l’attenzione degli altri e questo bisogno di essere amati a tutti i costi spesso ci porta a sbagliare riducendoci quasi in uno stato di prigionia.
Per spiegare meglio questo mio pensiero vi racconto una storiella cinese.
Una persona va all'inferno e trova una tavola ben bandita e ricca di cose buone da mangiare. Resta però meravigliato dalla presenza di sole bacchette lunghe e quindi impossibile da utilizzare. Nessuno quindi riesce a mangiare.
Va allora in paradiso pensando di trovare una condizione diversa. Resta però sorpreso che anche qui c’è un banchetto bandito e ci sono le bacchette lunghe come all'inferno. La cosa però diversa è che ogni persona nutre, grazie proprio alla bacchetta lunga, il commensale di fronte in un nutrimento reciproco.
Questo ci fa capire che per nutrire noi stessi e gli altri serve un cuore largo, senza mendicare.


CANTO DI OSCAR
Questa canzone di Franco Battiato, secondo me, parla dell’amore come nutrimento per l’anima.

E ti vengo a Cercare - Franco Battiato
E ti vengo a cercare
Anche solo per vederti o parlare
Perché ho bisogno della tua presenza
Per capire meglio la mia essenza
Questo sentimento popolare
Nasce da meccaniche divine
Un rapimento mistico e sensuale
Mi imprigiona a te
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
Fare come un eremita
Che rinuncia a sé
E ti vengo a cercare
Con la scusa di doverti parlare
Perché mi piace ciò che pensi e che dici
Perché in te vedo le mie radici
Questo secolo oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Mi spinge solo ad essere migliore
Con più volontà
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
Cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
Essere un'immagine divina
Di questa realtà
E ti vengo a cercare
Perché sto bene con te
Perché ho bisogno della tua presenza

Nessun commento:

Posta un commento