Testi degli interventi - La pazienza

La camminata meditativa del 20 GENNAIO 2020 si è svolta dal Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo e ha avuto come tema conduttore: "La pazienza della fioritura". 

Presentazione: 
Nei mesi freddi, quando tutti gli alberi sono spogli, fiorisce il calicantus, chiamato anche "fiore d'inverno". E' un piccolo fiore in grado di resistere alle temperature rigide; nel suo fiorire, quando tutto tace, è simbolo non solo di forza e di coraggio, ma anche di quella luce che la Vita ci offre per aiutarci ad avere pazienza nella lunga attesa della fioritura primaverile.
Nei passi della vita riesci ad accettare i momenti in cui è ancora lontana la fioritura? Sai vivere con coraggio il tempo della pazienza dell’attesa, cogliendo i segnali del prossimo sbocciare? O invece scalpiti per avere già i frutti? 

Fra Renzo accoglie i partecipanti (24 persone) dando la notizia della morte di fra Germano avvenuta nel pomeriggio. Ricorda commosso le sue gesta come ultimo frate questuante e lo saluta dicendo che S. Pietro ha aperto la porta più larga del paradiso per farlo passare con il suo motocarro. Nicoletta poi sottolinea la grande pazienza di fra Germano nell’ultimo periodo della malattia, dopodichè ci incamminiamo. 

Le nostre testimonianze: 
(i testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti) 

ANNA MARIA legge con calma, pazienza e pacatezza, scandendo lentamente ogni parola, tutti i significati della definizione pazienza. 

INTERVENTO DI BARBARA 
Parlare di pazienza è per me una sfida di non poco conto. 
Mi sento piccola di fronte alle persone pazienti, calme, a quelle che sanno attendere, che sanno concedere spazio e tempo. Ma quanta riconoscenza quando ne incontro una che non mi mette fretta! Le immagino come dei Giganti Buoni. 
Dei Giganti proprio perché ritengo la pazienza la virtù degli Animi Grandi, animi che hanno una tale profondità e ampiezza capace di portare il peso dell’imperfezione, dell’incompletezza, della povertà altrui, ma anche il peso delle proprie sofferenze. Non per niente si chiamano pazienti quelli ricoverati in ospedale e che devono sopportare la malattia. Sono pazienti coloro che sanno procedere nonostante le avversità, nonostante le disgrazie familiari, nonostante il disamore in cui vivono o i periodi di oscurità e fatica. 
Giganti e Buoni perché in grado di accogliere coloro che hanno di fronte esattamente così come sono, sopportando difetti, incertezze, limiti, difficoltà. Sono persone con il Cuore Grande, che dà fiducia, speranza nel domani, che incoraggia e che apre a nuove possibilità. Sono insomma persone altruiste e magnanime, che sanno appunto dare spazio all'altro e a sé stessi perché dentro di loro hanno tolto tutto ciò che impedisce la pazienza. 
Ma cos'è che impedisce la pazienza? 
Alla base della pazienza ci sono sicuramente l’accoglienza e l’accettazione di quello che c’è, quindi ciò che impedisce la pazienza è il Rifiuto. Rifiutare ciò che c’è in un determinato momento comporta una mancanza di pazienza. Ma questo rifiuto non ci fa stare bene, ci fa entrare in lotta. Forse quando non ci sentiamo bene con noi stessi e con gli altri può essere allora utile chiederci: “cos'è che sto rifiutando?” 
Penso alle mie figlie e ricordo di aver perso la pazienza quando davo priorità alle mie aspettative nei loro confronti. Non davo loro il tempo di capire, di crescere, di riflettere. Davo più spazio alla mia autoaffermazione, ai miei bisogni. 
Si, nel momento in cui ci si aspetta qualcosa dall'altro la pazienza comincia a traballare. E questo mi fa riflettere anche sulle aspettative che ho verso me stessa. 
La mia impazienza deriva da aspettative troppo elevate rispetto al mio punto di partenza così che a volte non comincio neanche un’impresa dicendomi che non ce la farò mai e mi sento frustrata. Oppure ho fretta di raggiungere un risultato e rifiuto a priori la fatica dell’impegno necessario. Rifiuto di concedermi tempo. Oppure rifiuto i miei limiti e non mi permetto di lavorare per migliorarmi. Mi rassegno e mi adagio. 
Per concludere cito le parole di Papa Francesco il quale ci dice che avere pazienza è proprio saper dialogare con i limiti propri e altrui, operare il bene con l’umanità nostra e di chi ci sta vicino. 
Aggiunge che la caratteristica di chi è fermo è la rassegnazione, mentre la pazienza appartiene a chi è in cammino. Quindi buon cammino a tutti nell'accoglienza di ciò che c’è nella nostra vita e con la pazienza per migliorarla! 

RIFLESSIONE E CANTO DI OSCAR 
L’inverno è una stagione che si addice alla pazienza: il seme sotto terra attende pazientemente la primavera e la neve che si scioglie. L‘attesa però non è statica e passiva, ma piena di vita che sta per sbocciare. 

INVERNO - Fabrizio De Andrè 
Sale la nebbia sui prati bianchi 
Come un cipresso nei camposanti 
Un campanile che non sembra vero 
Segna il confine fra la terra e il cielo 
Ma tu che vai, ma tu rimani 
Vedrai la neve se ne andrà domani 
Rifioriranno le gioie passate 
Col vento caldo di un'altra estate 
Anche la luce sembra morire 
Nell'ombra incerta di un divenire 
Dove anche l'alba diventa sera 
E i volti sembrano teschi di cera 
Ma tu che vai, ma tu rimani 
Anche la neve morirà domani 
L'amore ancora ci passerà vicino 
Nella stagione del biancospino 
La terra stanca sotto la neve 
Dorme il silenzio di un sonno greve 
L'inverno raccoglie la sua fatica 
Di mille secoli, da un'alba antica 
Ma tu che stai, perché rimani? 
Un altro inverno tornerà domani 
Cadrà altra neve a consolare i campi 
Cadrà altra neve sui camposanti 

DAVIDE LEGGE il pensiero di SAN FRANCESCO sulla vera e perfetta letizia. 
“Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza” 

Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli], chiamò frate Leone e gli disse: “Frate Leone, scrivi”. Questi rispose: “Eccomi, sono pronto”. “Scrivi - disse - quale è la vera letizia”. 
“Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine, scrivi: non è vera letizia. Cosi pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’lnghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia”. 
“Ma quale è la vera letizia?”. 
“Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, I’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là”. 
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”. 

INTERVENTI SPONTANEI 

Un partecipante rimarca l’importanza della pazienza per raggiungere un obiettivo. Racconta che a lui capita spesso di non riuscire ad ottenere le cose quando le cerca frettolosamente, mentre ci riesce quasi sempre quando pazienta e aspetta il momento opportuno senza fretta. 

GIAMPIETRO invece racconta che quando era giovane veniva preso in giro per la sua corporatura piuttosto robusta e grassoccia, subiva pazientemente questo atteggiamento. Oggi in età matura ha capito che la pazienza non è una cosa che si subisce, ma una virtù positiva da vivere. 

INTERVENTO DI NICOLETTA 
La pazienza fa parte della relazione: serve a lasciar cadere le costruzioni mentali che creiamo sull'altro e a permettere che l’altro sia quel che è. Per realizzare questo determina un rallentamento del tempo, non più tempo della mente, ma tempo del cuore. 
La pazienza anche nella lettera di San Paolo ai Corinzi è la prima qualità dell’amore. 
Ci permette di lasciar respirare l’altro, accogliendolo nella sua libertà. Non è tolleranza o sopportazione, ma è capacità di cogliere il cambiamento di sé e degli altri. In ogni trasformazione vorremmo vedere subito i risultati, ma la pazienza ci permette di trovare il coraggio di attendere, come il contadino consapevole che ogni seme ha il suo tempo di maturazione. 

La serata si conclude all’interno dell’eremo con una tisana calda e con la lettura di una poesia da parte di LUDVILLA dal titolo Calicantus. 

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