Testi degli interventi - La Vista


La camminata meditativa del 21 GENNAIO 2019 si è svolta dal Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo e ha avuto come tema conduttore: "Vedere fuori, vedere dentro, vedere oltre".

Presentazione:
La vista è uno dei cinque sensi, insieme all'udito, al tatto, al gusto, all'olfatto; alcuni lo considerano il senso più importante nella conoscenza del mondo che ci circonda: ci permette infatti di ammirare il creato con le sue bellezze, di gustare i colori, ma anche di comunicare con gli altri…. Cosa più dello sguardo parla di noi?
Dunque la vista è un senso che si può considerare nella sua forma attiva (vedo il mondo intorno a me) o passiva (sono visto dagli altri).
Ho gli occhi aperti sul mondo? Vedo ciò che mi circonda e so apprezzarlo e farne sapienza in me? So guardare anche ciò che non è bellezza e accoglierlo e magari trasformarlo?
So lasciarmi vedere nella mia verità? Mostro me stesso, perché gli altri mi vedano? Oppure essere visto mi fa così male che costruisco una bella corazza intorno a me, in modo che si possa vedere solo l’eroe che è in me?
La vista può essere rivolta dunque al fuori, ma anche all'interiorità. So guardarmi dentro? So vedere gli altri nella loro verità al di là delle reazioni che magari usano per difendersi?
La vista può essere anche il “senso” dell’immaginazione: so vedere con l’immaginazione il mondo che vorrei? O so solo lamentarmi di quello che ho? So vedere oltre la terra e collegarmi al cielo per portare qua la bellezza del cielo? So trasformare quel vedere con l’immaginazione in effettiva possibilità di nuovo? 

Fra Renzo accoglie i partecipanti (15 persone) con un saluto di benvenuto e con la lettura di un passo tratto dalla raccolta di poesie “La forza della vita” scritto da suor Michela Marinello.

Ci incamminiamo con Nadia alla guida; ecco le nostre testimonianze:
(i testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti)

LISA legge una poesia di Sandrino Aquilani
Hai mai provato
A guardare il cielo
A stenderti su un prato
accarezzare un fiore
a seguire con lo sguardo
cime, foglie, aurore
che spuntano di nuovo tra l’azzurro e il sole.

Hai mai provato
A guardare il mare
Come tu fossi un pescatore,
silenzioso sulla riva,
A seguire con lo sguardo
una scia che traccia rosso l’orizzonte
Scoprire che unisce l’oriente e l’occidente.

Hai mai provato
a scegliere una via
come tu fossi un viaggiatore,
lasciarti trasportare dall’istinto
andare in giro per il mondo
tra mari, monti, pianure, deserti
imbrigliare muto o guidare un sentimento.

Hai mai provato
A costruire un sogno
Come tu fossi un costruttore,
soltanto con l’aiuto del tuo cuore,
Senza avere per le mani una città
Un progetto, un permesso, una licenza,
grattacieli e grandi i spazi di speranza.

Hai mai provato
A guardare il cielo,
a lasciarti guidare da una stella
a far della tua vita un sogno
lasciare ogni cosa che si avveri
come nella favola più bella.


INTERVENTO DI FR.RENZO
Questa sera voglio condividere con voi quanto per me sia importante la vista e me ne rendo conto soprattutto quando devo parlare al telefono con qualcuno. Non vedere il volto dell’interlocutore mi induce ad usare poco questo mezzo, ma solo per comunicazioni pratiche e veloci. Quando infatti voglio parlare in modo amichevole ed approfondito con una persona devo necessariamente farlo incontrando il suo sguardo, perchè oltre alle parole mi parlano i suoi occhi, il suo volto e le sue espressioni. Solo in questo modo riesco ad avere una comunicazione viva e completa.


INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
Vedere dentro se stessi non è facile. La canzone “La Cura” di Battiato sembra descrivere l’amore per un’altra persona, ma io la interpreto come un appello d’amore al nostro io, poichè prima di conoscersi bisogna volere bene a se stessi.

LA CURA - Franco Battiato
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te.


INTERVENTO DI ELISABETTA
Vedere FUORI: in questi giorni la vista è allietata da un tripudio di colori. Sono stata a passeggiare e la luna si vedeva avvolta dalle nubi attraverso i rami di un noce. Era uno spettacolo di quelli che ti porta a vedere DENTRO quanta bellezza c’è anche in noi, perché il dentro e il fuori sono connessi strettamente. Quello che vedo fuori cambia il mio vedere dentro, ma anche quello che vedo dentro poi agisce sul fuori, attraverso le mie azioni.
Vedere OLTRE: il testo di Calvino Lezioni americane presenta come termine chiave la visibilità e riflette su questa realtà partendo da un verso del Purgatorio dantesco “Poi piovve dentro all’alta fantasia” (Pg XVII, 25).
Identifica un luogo nel cervello dell’uomo in cui si formano immagini.
Ci sono due possibilità: la mia facoltà immaginativa può essere alimentata dal mio vano immaginare che non conduce a nulla o la mia facoltà immaginativa è il luogo dove piove dentro dal cielo e da Dio.
Quindi cerchiamo di creare il vuoto in questo luogo della nostra mente in modo che possano pioverci immagini dal cielo!


INTERVENTO DI NADIA
La mia riflessione parte da un sogno fatto in questi giorni, in cui una persona che tutti accusavano di essere sempre in ritardo, mi chiedeva di aiutarla a cercare gli appunti sulla prudenza. In questo sogno poi io chiedevo se la prudenza è collegata al vivere, all'essere in ritardo, al vedere. La risposta che arrivava è che quando sei prudente tutto si fa calmo non c'è più un essere in anticipo o in ritardo ma ogni momento è quello giusto.
Ripenso alle mie giornate....
Passi veloci, corri corri c'è questo da fare, l'altro da sistemare, corri corri e non vedo niente, passo vicino alle cose, sfioro le persone e non le sento, tutto è sfuggevole e non si imprime niente.
Corri corri, sono in ritardo, corri corri e non ho più fiato, e mi ritrovo con il cuore stretto e gli occhi chiusi; tutto è in contrazione.
Se mi faccio prendere dalla frenesia dei giorni non c'è vedere, tutto diventa sfuocato.
Vi chiederete che cosa centra la prudenza con il tema del vedere di questa sera.
La prudenza, assieme alla giustizia, temperanza e forza, è una delle 4 virtù cardinali.
La parola prudenza, contrazione di provvidenza, contiene – pro/videre, vedere prima, e quindi anche vedere oltre.
Il mio pensiero va alla raffigurazione di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di questa virtù, rappresentata da una donna seduta ad uno scrittoio mentre tiene, in una mano uno specchio convesso, nell'altra un compasso, davanti a sé ha un libro aperto e sulla nuca si scorge un volto maschile.
La prudenza è contrapposta al vizio della stoltezza o superbia rappresentato invece da una figura maschile con il capo ricoperto di piume, vestito con un gonnellino con la coda e nei fianchi larghi tiene una cintura con appesi dei campanelli. Sulla mano destra stringe una grossa clava.
Vorrei soffermarmi su alcuni particolari della prudenza, in particolare lo specchio e il compasso.
Lo specchio convesso della prudenza mi permette di guardare anche dove l'occhio non arriva, allarga il mio sguardo per vedere tutto.
Sorgono domande.... Mi vedo? So guardarmi e restare fermo davanti allo specchio, davanti alla mia immagine? Mi riconosco? O prendono il sopravvento i giudizi e le vergogne?
Il superbo non si guarda è già pieno di sè e ha gli occhi che vagano senza vedere.
Ha paura di non essere visto e fa di tutto per esserlo....”guardatemi e ascoltatemi”
Se la superbia è non essere visti, la prudenza è vedere se stessi e gli altri.
La prudenza di Giotto ha in mano anche un compasso...
Il compasso mi permette di tracciare un cerchio e di trovarne il centro.
Domande,,,conosco il centro di me stesso? O vivo nella linea chiusa della circonferenza che diventa un girare in tondo correndo, perdendo il fiato e non muovendomi mai da lì?
Con il compasso della prudenza sono al centro, e da qui partono i raggi che arrivano al tutto e aprono lo sguardo al tutto.
Prudenza, previdere, prevengo non perchè scappo ed evito, ma perchè ho gli occhi aperti, vedo le mie prove e le affronto.
Il prudente si mostra, ha uno sguardo che come il vecchio guarda anche al passato e fa tesoro delle sue esperienza, incontra l'altro, va oltre l'apparenza, e vede la storia che sta dietro ognuno.
Vedo, vedo dentro, vedo fuori, vedo prima e vedo oltre........
Come nel sogno anch'io per questa riflessione sono andata a rivedere i miei appunti sulla prudenza del seminario sui vizi e le virtù.


INTERVENTO DI DAVIDE
La vista è il nostro organo di senso più potente; vi siete mai trovati al buio completo all’improvviso? Proviamo un senso di smarrimento, ci sentiamo sperduti e subito cerchiamo dei punti di riferimento. La vista ci dà moltissime informazioni sull’ambiente che ci circonda e a differenza degli altri sensi è un senso attivo, noi tutti dirigiamo il nostro sguardo con la nostra volontà.
Credo che proprio per questa sua caratteristica sia un senso che vada educato, sia in quello che noi guardiamo fuori, all’esterno, sia nelle immagini che creiamo dentro di noi. A volte vediamo delle immagini dentro di noi e le appiccichiamo alle persone, alle cose, alle situazioni perché in questo modo ci sembra che sia più semplice orientarci nel mondo, ma non ci accorgiamo che il mondo cambia continuamente, mentre noi rimaniamo fermi alla vecchia immagine che avevamo appiccicato…
Sabato ero in montagna e guardavo le vette attorno a me, poi la persona con cui ero mi ha fatto notare un piccolo pino completamente avvolto dal ghiaccio, era molto particolare perché si vedevano tutte le punte aguzze del ghiaccio nel verso dove aveva soffiato il vento. Penso che questo poter passare dal grande al piccolo sia un’altra peculiarità della vista e ci vedo anche la capacità dell’uomo di vedere allo stesso tempo l’interezza della vita, come le grandi montagne che lo circondano e le semplici cose quotidiane, come un piccolo pino avvolto dal ghiaccio.


INTERVENTO DI ENNIO
Salendo all’eremo ho fatto due riflessioni che mi sento di condividere:
la prima è che grazie alla vista questa sera riusciamo ad ammirare una spendida luna e le sagome degli alberi e della natura che il buio ci regala.
La seconda riflessione è che spesso mi capita di accorgermi dell’esistenza di qualcosa (esempio una casa, un capitello, uno scorcio panoramico) che non avevo mai osservato prima anche se ci ero passato davanti tante volte.
Penso allora che anche con le persone possa succedere questo; spesso non ci accorgiamo di loro, non le vediamo anche se sono davanti a noi! Come fare allora?
Prima dobbiamo guardare dentro noi stessi, nella nostra interiorità per poter vedere gli altri e andare oltre …..


INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
Approfondisco il concetto di vedere dentro se stessi, anche attraverso gli altri. Nel film di fantascienza “Avatar” gli abitanti del pianeta Pandora per salutarsi si dicono “Io ti vedo”, come per dire: io ti conosco veramente. La canzone di Lucio Battisti “Pensieri e Parole” è un grido per richiedere di essere visti e riconosciuti.

PENSIERI E PAROLE - Lucio Battisti
Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai
E di un mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia, che ne sai.
Conosci me la mia lealtà
tu sai che oggi morirei per onestà.
Conosci me il nome mio
tu sola sai se è vero o no che credo in Dio.
Che ne sai tu di un campo di grano
poesia di un amore profano
la paura d'esser preso per mano, che ne sai
l'amore mio
che ne sai di un ragazzo perbene
è roccia ormai
che mostrava tutte quante le sue pene:
e sfida il tempo e sfida il vento e tu lo sai
la mia sincerità per rubare la sua verginità,
sì tu lo sai
che ne sai.
Davanti a me c'è un'altra vita
la nostra è già finita
e nuove notti e nuovi giorni
cara vai o torni con me.
Davanti a te ci sono io
dammi forza mio Dio
o un altro uomo
chiedo adesso perdono
e nuove notti e nuovi giorni
cara non odiarmi se puoi.
Conosci me
che ne sai di un viaggio in Inghilterra
quel che darei
che ne sai di un amore israelita
perché negli altri ritrovassi gli occhi miei
di due occhi sbarrati che mi han detto bugiardo è finita.
Che ne sai di un ragazzo che ti amava
che parlava e niente sapeva
eppur quel che diceva chissà perché chissà
si tu lo sai
adesso è verità.
Davanti a me c'è un'altra vita
la nostra è già finita
e nuove notti e nuovi giorni
cara vai o torni con me.
Davanti a te ci sono io
dammi forza mio Dio
o un altro uomo
chiedo adesso perdono
e nuove notti e nuovi giorni
cara non odiarmi se puoi.

Nessun commento:

Posta un commento