La
camminata meditativa del 15 LUGLIO 2019 si è svolta al Convento di
Santa Maria del Cengio e ha avuto come tema conduttore "L'INCONTRO:
scoperta e avventura del cuore".
Presentazione:
“L’incontro
con un altro uomo, con altri uomini, è da sempre l’esperienza
universale e fondamentale del genere umano. Come comportarsi con gli
altri? Si può scegliere il duello, il conflitto, la guerra. … Ma
per fortuna ci sono prove che il genere umano è capace anche di un
altro atteggiamento. Sono prove di collaborazione: resti di mercati,
agorà, santuari”.
Così scrive Ryszard Kapuściński, giornalista e scrittore polacco, nel suo saggio L’altro, sottolineando l’importanza dell’esperienza dell’incontro fin dagli albori della storia dell’umanità.
Così scrive Ryszard Kapuściński, giornalista e scrittore polacco, nel suo saggio L’altro, sottolineando l’importanza dell’esperienza dell’incontro fin dagli albori della storia dell’umanità.
Cos'è per te l’incontro con l’altro? E’ una scoperta? E’ una fatica? Incontri con il cuore o la mente ti guida nel rapporto? C’è nella tua vita l’incontro con l’Altro? Incontrare un luogo, uno spazio diverso è un’avventura che vuoi condividere?
Fra
Renzo accoglie i partecipanti (20 persone) nel chiostro e
inizialmente con Nadia alla guida e poi con Nicoletta, ci
incamminiamo lungo il sentiero che porta all’eremo.
Le
nostre testimonianze:
(i
testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti)
Davanti
alla grotta della Vergine Maria si riflette sul significato
dell’incontro mosso dalla forza femminile che è in noi e che è
rappresentata dall’elemento acqua che ci permette di sperimentare
le relazioni e approfondire i rapporti con gli altri.
Fra
Renzo ricorda che l’emblema della possibilità di conoscerci è la
figura di Maria che in questa grotta, come in molti altri luoghi
sacri, è legata appunto all’acqua.
INTERVENTO
E CANTO DI OSCAR
L’incontro
più bello che si possa sperimentare nella vita è quello con la
persona amata. Questo incontro non sempre capita per caso ma va anche
cercato, perché due persone posso allontanarsi ed avvicinarsi più
volte. La canzone “Solo due Satelliti” di Giuliano Sangiorgi,
cantata da Marco Mengoni, parla appunto di questo aspetto con una
similitudine a due satelliti che non si scontrano mai, viaggiando su
due orbite, ma hanno molti incontri tra loro.
SOLO
DUE SATELLITI - Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni
In
quale parte del corpo
Ci
potremmo incontrare
Senza
andare lontano
Per
poterci sfiorare
Ti
ho annusato le mani
E
ho sentito che mi ami
Ti
ho baciato sugli occhi
Ed
ora mi riconosci
Come
quando avevo voglia di incontrarti anche per sbaglio
Per
le strade di un paese che neanche conoscevo
Mi
perdevo ed ero certo che ogni volta tanto, poi, ti ritrovavo
Come
quella notte in cui mi hai detto, voglio andare via
Ho
sbattuto questa porta ed ora basta e così sia
Un
istante dopo ti eri persa e per le strade già io ti cercavo
Non
c'è posto in cui può smettere questo nostro folle amore
In
quale parte del mondo
Ci
potremmo lasciare
Per
andare lontano
Senza
mai più tornare
Ti
ho lasciato le mani
Per
scordarmi il domani
E
ti ho perso negli occhi
Mentre
già mi mancavi
Come
quando avevo voglia di incontrarti anche per sbaglio
Per
le strade di un paese che neanche conoscevo
Mi
perdevo ed ero certo che ogni volta tanto, poi, ti ritrovavo
Come
quella notte in cui mi hai detto, voglio andare via
Ed
ho chiuso gli occhi con la testa bassa, e così sia
Un
istante dopo ti eri persa
E
per le strade già io ti cercavo
Non
c'è posto in cui può smettere questo nostro pazzo amore
Non
c'è posto poi per l'ombra dove batta forte il sole
Siamo
solo due satelliti che si crederanno liberi
Su
quest'orbita si gira senza mai uscirne fuori
E
come in quella notte in cui mi hai detto, voglio andare via
Ho
sbattuto questa porta ed ora basta, e così sia
Un
istante dopo ti eri persa e per le strade già io ti cercavo
Non
c'è posto in cui può smettere questo nostro folle amore
Non
c'è posto poi per l'ombra dove batte forte il sole
Siamo
solo due satelliti
Che
si crederanno liberi
Su
quest'orbita si gira
Senza
mai uscirne fuori.
In
cerchio sotto gli ulivi cerchiamo l’incontro attraverso la
conoscenza dei nostri nomi che pronunciamo a voce alta.
Subito
dopo nascono diversi interventi spontanei con racconti di esperienze
e con riflessioni su cosa significhi per ciascuno incontrare l’altro.
Nessun commento:
Posta un commento