Testi degli interventi - Porte Aperte

 La camminata meditativa del 21 SETTEMBRE 2020 si è svolta dal Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo e ha avuto come tema conduttore: "Porte aperte".

 

Presentazione:

la porta è un simbolo di passaggio tra l'ambiente familiare, caldo e sicuro, e il mondo esterno che può sembrarci a volte estraneo e ostile. La porta segna il confine tra il nostro mondo interiore e il mondo che c'è fuori di noi. Aprire la porta e varcare la soglia è un atto di coraggio.

Tutti abbiamo porte da attraversare ogni giorno e siamo chiamati ad aprire il nostro cuore con fede e fiducia.

Siamo pronti ad aprire la nostra porta e attraversarla?

Siamo pronti ad aprire le porte alla vita? 

Siamo pronti ad aprire la porta all'altro?

Aprire le porte è essere aperti a nuovi incontri, a nuove possibilità, a nuovi pensieri, a nuovi modi di essere presenti nella vita.

 

Padre Bruno apre le porte del convento per accogliere i partecipanti nel chiostro (17 persone) e introduce la serata parlando di Maria come è ricordata nelle litanie, ossia ianua coeli, emblema della porta che ci immette nella via del Signore.

Con Nicoletta alla guida ci incamminiamo in silenzio e al buio verso l’eremo.

  

Le nostre testimonianze:

(i testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti)

 

 INTERVENTO DI TATIANA

La mia riflessione inizia leggendovi alcuni passi di una poesia di Livia Candiani, tratta da un suo libro intitolato La porta.

La porta, a destra e a sinistra solo aria.

Sopra e sotto solo aria.

Ma alla porta si sostava.

Dalla porta bisognava passare.

Dietro la porta l’assassino di fuoco.

La porta si apriva verso l’interno.

La porta era sbarrata.

Catenacci di ferro. Cocente.

Un albero di luce cresce.

Dai nodi della porta. Possibilità.

Di rami. Incurante sbadiglia, la porta si apre.

 

La porta è per me un simbolo molto forte. Ci sono diversi tipi di porte: porte di legno, porte di vetro trasparenti, porte di metallo solide e che non fanno vedere dietro; porte chiuse, sigillate, aperte oppure socchiuse.

Ci sono porte che apri ogni giorno e porte che hai aperto una sola volta. Porte sulle quali hai bussato a lungo e porte sbattute in faccia. Tra le porte che ricordo con gioia ci sono quelle bellissime delle cattedrali con i bassorilievi incisi che segnano l’entrata in un luogo sacro, spesso con due leoni scolpiti a proteggere la soglia, o quella colorata e piccola di un viaggio a Rocchetta Mattei o quelle variopinte dei paesi greci.

Ricordo con commozione il disegno di un passaggio simile ad una porta su un albero il giorno della nascita di mia figlia, la porta che introduce alla vita.

Ci sono porte che ho scelto di chiudere: un pesante portone verde di uno studio dove ho lavorato e che non sentivo più il mio posto; che senso di liberazione nel poterlo chiudere! Ci sono porte che mi hanno separato da qualcuno: varie volte mi sono trovata con mio figlio chiuso fuori o dentro o con l’ascensore o con la macchina o con una chiusura difettosa… e quella porta nel mezzo che si doveva aprire e che ci separava!

Ci sono porte che ho amato come quella della biblioteca in cui ho lavorato per tre anni; aprire la porta era accogliere le persone, aprire un po’ il mio cuore.

Ed infine c’è la porta della mia casa metà di legno , metà di vetro che a volte chiudo, che non mi piace chiudere a chiave e che spesso amo lasciare aperta.

  

RIFLESSIONE E CANTO DI OSCAR 

Io sono più facilmente ispirato da suoni e immagini che dalle parole; infatti la foto allegata alla mail di invito alla camminata mi ha subito evocato alcune scene di film famosi nei quali una porta che poco prima era di uno sgabuzzino, poi diventa una porta per un mondo nuovo e fantastico, spesso caratterizzato da molta luce e paesaggi incredibili, un po’ come se al di là si materializzassero i nostri desideri. Stasera canterò “La notte dei desideri” di Jovanotti, che ha un testo bellissimo che descrive immagini di gioia, luce, stelle e amore, ma in particolare c’è una frase molto bella inerente al tema: “Ho due chiavi per la stessa porta Per aprire al coraggio e alla paura”. Io posso aprire la stessa porta ogni giorno, come per uscire di casa, ma quello che trovo al di fuori può essere novità, scoperta, se apro la porta con la chiave del coraggio, oppure trovo ostacoli e tristezza, se uso la chiave della paura.

 

LA NOTTE DEI DESIDERI - Jovanotti

È una notte come tutte le altre notti

È una notte con qualcosa di speciale

Una musica mi chiama verso sé

Come acqua verso il mare

Vedo un turbinio di gente colorata

Che si affolla dietro a un ritmo elementare

Attraversano la terra desolata

Per raggiungere qualcosa di migliore

Un po’ oltre le miserie dei potenti

E le fredde verità della ragione

Un po’ oltre le abitudini correnti

E la solita battaglia di opinione

Vedo gli occhi di una donna che mi ama

E non sento più bisogno di soffrire

Ogni cosa è illuminata

Ogni cosa è, nel suo raggio, in divenire

Vedo stelle che cadono nella notte dei desideri (4v)

È una notte come tutte le altre notti

È una notte che profuma di avventura

Ho due chiavi per la stessa porta

Per aprire al coraggio e alla paura

Vedo un turbinio di gente colorata

Che si affolla attorno a un ritmo elementare

Attrarrò la terra desolata

Per raggiungere qualcosa di migliore

Vedo gli occhi di una donna che mi ama

E non sento più il bisogno di soffrire

Ogni cosa è illuminata

Ogni cosa è, nel suo raggio, in divenire

Vedo stelle che cadono nella notte dei desideri (4v)

È la notte dei desideri, è la notte dei desideri

È la notte dei desideri, è la notte dei desideri

Vedo Cristoforo Colombo il marinaio

È arrivato il mio momento per partire

Cosa pensa il trapezista mentre vola

Non ci pensa mica a come va a finire

Vedo i barbari che sfondano il confine

E li guardano dal vetro dello specchio

E qualcuno che medita la fine

E tutto il cielo si riflette nel mio occhio

Le montagne che dividono i destini

Si frantumano, diventano di sabbia

Al passaggio del momento di splendore

Si spalanca la porta della gabbia

Vedo gli occhi di una donna che io amo

E non sento più bisogno di soffrire

Ogni cosa è illuminata

E non sento più bisogno di soffrire (3v)

Vedo stelle che cadono nella notte dei desideri (4v)

È la notte dei desideri, è la notte dei desideri

È la notte dei desideri, è la notte dei desideri

 

 INTERVENTO DI ELISABETTA

Il titolo di questa camminata “Porte aperte” fa riflettere innanzi tutto sull’importanza della porta. La porta fin dalle antiche civiltà sia occidentali sia orientali è un simbolo della vita dell’uomo. Solo per fare un cenno alla civiltà latina, in essa troviamo un dio delle porte che è Giano, il cui nome è collegato al termine porta che in latino è ianua. E’ raffigurato bifronte, con due facce che guardano in direzione opposta. Esse rappresentano la capacità del Dio di custodire l’interno e l’esterno della porta, ma anche lo sguardo della divinità verso il passato e il futuro. Infatti Giano è anche il dio dei passaggi dal vecchio al nuovo, è il dio degli inizi che dà il nome al primo mese dell’anno. In fondo passare una porta è iniziare una nuova vita.

Le porte del suo tempio sono aperte in tempo di guerra, non perché lui sia portatore di guerra, ma perché lui aiuta nelle lotte che inevitabilmente giungono quando c’è un nuovo inizio. Ci insegna che nei passaggi è necessario avere un doppio sguardo al futuro e al passato e dona la sua saggezza.

Poi però, una volta passata la porta, l’atteggiamento sarà diverso. A questo proposito volevo ricordare il passaggio che Dante compie nel canto IX del Purgatorio, quando attraversa la porta del secondo regno oltremondano:

 

Poi pinse l’uscio a la porta sacrata,

dicendo: "Intrate; ma facciovi accorti

che di fuor torna chi ’n dietro si guata".132

 

Credo che questi versi ci vogliano dire che, mentre sono in una fase di passaggio, devo essere capace di vedere entrambi i mondi, salutare quello vecchio e andare verso quello nuovo, come Giano, ma una volta raggiunto, è necessario andare avanti, senza volgersi indietro e senza rimpianti.

Rispetto all’apertura mi sono chiesta se apro io la porta.

A volte apro la porta agli altri, quando li accolgo e permetto loro di entrare nella casa che sono. Altre volte per me non è facile, perché non le apro nemmeno a me stessa, ma ci provo ogni giorno e quando ci riesco sono felice sento che mi dilato, mi allargo.

 

Riflessioni spontanee:

 

LIVIA

Penso che le porte siano importanti punti di riferimento; me ne sono accorta durante il periodo di lockdown. Quando si poteva passeggiare, andavo nei boschi intorno a casa mia e durante il cammino creavo con l’immaginazione delle porte virtuali con alberi e cespugli che mi davano sicurezza; attraversarle era quasi un rito. Anche stasera salendo all’eremo ho fatto la stessa cosa e questo per me è il segno dell’importanza di questa simbologia.

 

BARBARA

In questo tempo della mia vita ho chiuso una porta, cambiando casa e mi sono resa conto che se ne sono aperte molte altre come quella della vostra amicizia che sento forte e importante.

 

FRANCO

Come ha detto Oscar, anche a me piace molto l’idea che la porta possa aprire alla magia. In effetti quando apriamo una porta entrando in una casa ci si presenta davanti quasi magicamente una famiglia o degli amici, o un paesaggio e un tramonto quando usciamo.

 

ANTONELLA

Anch’io sento forte il simbolo della porta e mi rendo conto che esistono non solo le porte esterne, ma anche quelle interiori. Recentemente sono stata toccata da una malattia che ha aperto la porta della mia interiorità e grazie a questo mi sono aperta di più agli altri e quindi a voi tutti che ringrazio di cuore.

 

OSCAR

Il tema di questa sera mi ha ricordato una scena comica del film “Il ragazzo di campagna” con Renato Pozzetto. Lui da buon contadino è abituato a vivere all’aria aperta e quando si trasferisce in città, lasciato in terrazza sotto la pioggia, bussa alla porta-finestra gridando: “Vi siete chiusi dentro!”, facendoci riflettere con ilarità sul fatto che tutto è una questione di punti di vista.

 

NICOLETTA

Le porte come simbolo mi sono sempre piaciute. Ricordo la fatica e poi la soddisfazione quando abbiamo sistemato le porte di casa mia.

Recentemente sono entrata in casa di una mia amica avendo visto la porta aperta; non trovando però nessuno, ci sono anche rimasta male, perché lasciare aperta la porta presuppone che la casa sia abitata. Dunque ho capito che è fondamentale esserci, in casa, non solo aprire la porta.

Inoltre è importante aprire le porte sia verso l’esterno, sia verso l’interno con l’obiettivo di trovare una dimensione orizzontale e una verticale per portare nel finito un pezzetto di infinito.

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