La
camminata meditativa del 15 GIUGNO 2020 si è svolta al Convento di
Santa Maria del Cengio con l’obiettivo di ritrovarci in uno spazio
aperto, dopo
un tempo che ci ha visto lontani, per ripartire con gioia e
condividere ciò che questa esperienza ha fatto maturare in noi,
limiti superati, valori riconosciuti, scoperte, nuove idee e
propositi.
Fra
Renzo accoglie con entusiasmo e gratitudine i partecipanti (25
persone), ringraziandoli per la presenza e invita tutti ad ammirare
l’architettura del luogo in questa importante serata per riprendere
piano piano i contatti con le persone e con la sacralità del
Santuario.
Con
Anna Rita e Nadia alla guida percorriamo in silenzio qualche giro del
chiostro, mantenendo le distanze nel rispetto del protocollo
sanitario, accendendo un lume ad ogni testimonianza.
(i
testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti)
INTERVENTO
DI NADIA
RICOMINCIO
(don Luigi Verdi)
Ricomincio
dall'umiltà
della terra in primavera
quando
si riapre dopo il duro inverno,
dalla
spontaneità dei fiori
quando
sbocciano dai binari,
dal
tener tesa la mano
come
un ramo alla pioggia.
Ricomincio
dalla
gioia di un bambino
che
da sola illumina il mondo,
dalla
pazienza di un vecchio
mentre
guarda il suo tramonto,
dalla
bellezza di ogni uomo
quando
offre la sua fragilità.
Ricomincio
togliendo
le serrature dalle porte,
le
porte dai cardini
perché
lo spirito passi e mi trovi pronto
ad
accogliere il suo soffio di vita.
Ricomincio
con
la libertà del viandante
che
si affida al nuovo dei suoi passi.
Partendo
adesso potrei portare
la
primavera alla tua festa.
Ricomincio
dall'umiltà della terra, dalla spontaneità dei fiori...
Questo
tempo che ci ha visti chiusi nelle nostre case, mi ha fatto
riscoprire la bellezza della terra.
Ho
gioito nel riuscire ad avere due gerani sul mio balcone, in un tempo
in cui non si trovavano; ogni volta che li guardo o li annaffio mi
riportano a quanto provato, quando li ho piantati.
Ho
piantato dei semi di girasoli in un vaso di limoni che erano morti
con l'intento di contrastare la morte con il seme della vita.
Accudisco
queste piante che sono nate, le guardo crescere, sono in attesa di
vedere i loro fiori, e ogni volta che le guardo, non dimentico che
sono lì per celebrare la vita.
Ricomincio
dalla gioia di un bambino...
E,
anche se questo bimbo ora ha 22 anni ed è mio figlio, e nel fisico è
un uomo, ho goduto nell'averlo visto pescare e divertirsi con un
semplice filo di pesca appeso ad un ramo di bambù.
E'
stato un tempo rallentato che mi ha permesso di gustare un giardino
che è diventato spazio aperto.
Ricomincio
togliendo le serrature dalle porte...
perché
questo tempo mi ha messo a contatto con la paura e mi sono ritrovata
in alcune occasioni a guardare l'altro come un nemico. Ogni volta
che me ne accorgevo, mi chiedevo stupita: “ Ma è questo che
voglio?”... e la risposta è sempre stata “No!”
Ricomincio
con la libertà del viandante...
ricomincio
non per riprendere tutto come prima, ma perché questo tempo possa
dare frutto da gustare e condividere.
Ricomincio
per avere il passo leggero del viandante che si stupisce di ogni
passo fatto, che ha occhi nuovi per vedere dove si trova, con il
desiderio di non smettere mai di imparare dalla vita anche quando ci
presenta strade difficili da percorrere.
RIFLESSIONE
E CANTO DI OSCAR
Dopo
questo periodo di reclusione, nel quale ci è stata limitata la
libertà, è ora di riprenderci la nostra terra e la nostra umanità.
TERRA
DEGLI UOMINI - Jovanotti
E a volte i forzuti si accasciano,
dimenticano ogni lezione.
Lo sai cosa intendo se dico
che a tutto c'è una soluzione;
e tutte le luci si accendono
miliardi di pixel si infiammano,
si muovono a ritmo di un battito,
di un battito,
di un battito.
E sotto ai miei piedi c'è un pozzo
e sulla mia testa c'è il cielo
e io vivo proprio nel mezzo,
nella terra degli uomini
dove suona la musica
e governa la tecnica
e mi piace la plastica
si sperimenta la pratica e
e si forma la lacrima
dove suona la musica
e il futuro si srotola
e l'amore si fa...
e l'amore si fa.
Son sempre i migliori che partono,
ci lasciano senza istruzioni
a riprogrammare i semafori,
in cerca di sante ragioni
e c'è sempre un gran sole a
sorprenderci
nell'indifferenza degli arbitri
che stanno lì a leggere i monitor
con le facce impassibili.
E sotto ai miei piedi c'è un
baratro
e sulla mia testa c'ho gli angeli
e qui siamo proprio nel mezzo
nella terra degli uomini
dove suona la musica,
l'amicizia si genera,
dove tutto è possibile,
dove un sogno si popola,
la chitarra si elettrica
e risuonan gli armonici
dove ridono i salici
dove piangono i comici
e la forza si amplifica
ed il sangue si mescola
e l'amore è una trappola,
mica sempre però,
qualche volta ti libera
e ti senti una favola
e ti sembra che tutta la vita non è
solamente retorica,
ma sostanza purissima
che ti nutre le cellule
e ti fa venir voglia di vivere...
fino all'ultimo attimo oh
Dove suona la musica
nella terra degli uomini,
dove trovi anche un posto per chi
ti sorride da un angolo
Fino all'ultimo attimo
fino all'ultimo attimo
fino all'ultimo attimo.
INTERVENTO
DI TATIANA
Un
tempo di contrasti:
di
vicino e di lontano;
un
tempo di presenza e di assenza;
un
tempo di silenzio e di rumore, troppo stretti o troppo larghi.
Un
tempo di fatica:
la
fatica di essere sempre in due cose, di lavorare da casa con i
ragazzi e di tenere mia figlia Stella, la fatica di esserci.
Un
tempo di scoperta:
il
campo entro i 200 metri e il bosco, le more di gelso, il sambuco, i
noci, le tortore, i fagiani, alberi e animali mai visti che ad un
tratto diventano compagni per un pezzo di vita.
Un
tempo di paura:
la
paura del contatto, le paure del supermercato, di essere senza
mascherina, di non essere in regola.
Un
tempo di ritorno:
i
bambini dell’asilo giocano di nuovo assieme nel parco e le mamme
che si ritrovano scoprendo nell’una gli occhi dell’altra, la
stessa fatica, la stessa forza.
Un
tempo di ascolto
del sacro, della natura, di se stessi, degli altri!
INTERVENTO
DI ANNA RITA
Oggi
è una giornata che è iniziata bene: un nuovo impegno, al mattino,
che mi dà la possibilità di vivere un’esperienza nuova, diversa,
per crescere, per imparare e per accogliere il nuovo della mia
storia. E’ proseguita bene perché nel pomeriggio sono andata a
scegliere i pavimenti della mia nuova casa: è stato emozionante, un
misto di indecisione, un senso di frizzantino e tanto desiderio che
sia bella, calda, accogliente, aperta anche nelle finiture. Sta
terminando bene, perché sono qui, felice di questo nostro camminare
insieme e stasera di certo saprò ringraziare per tutte le cose
belle che ho vissuto oggi.
Ieri
è stata un po’ diversa: è bastato uno scambio di sguardi con mio
figlio, due parole, ed è stato subito litigio… succede spesso così
con lui da qualche tempo, un figlio che amo tantissimo ma che faccio
fatica ad incontrare, un figlio con due occhi neri neri che
riflettono alcune mie paure, che mette in luce il mio timore di non
essere una buona mamma, di non esserci abbastanza per lui e per i
fratelli, un figlio che sembra essere sempre in disaccordo con le mie
scelte e che mi pone di fronte a mille dubbi.
Anche
per questo ho saputo ringraziare ieri sera.
Questo
tempo per me non è un tempo di grandi propositi, perché mi sento un
po’ smarrita: ci sono tante novità ed io desidero essere presente
al nuovo che mi viene incontro; per me è il momento di accorgermi di
quanta bellezza c’è nella mia vita, di quante opportunità di
essere una persona in cammino essa mi offre, sia nel bello che nel
difficile, di prendermi piccoli impegni e di cercare di portarli a
termine.
Questo
per me non è tempo di fare tante domande alla vita ed aspettare
impaziente le risposte; è tempo di provare a dare le mie risposte a
ciò che la vita stessa mi domanda, cercando di tenere mani e cuore
aperti.
In
chiesa
INTERVENTO
DI ELISABETTA
Questo
periodo è stato diverso da qualsiasi altro vissuto nella vita,
niente di quello che è accaduto ha mai avuto un eguale.
Se
penso che sono nella scuola dal 1971, prima come studentessa e poi
come docente non è mai successo che si interrompesse nella mia vita
la successione tempo scuola etempo della vacanza; e proprio
dall’esperienza lavorativa voglio raccontare cosa ho provato e
imparato.
La
prima riflessione va in direzione di chiarire come ho vissuto lo
spazio quotidiano in questo periodo: è cambiato profondamente, al
posto dello spazio fisico dell’aula mi sono trovata davanti allo
spazio virtuale di un monitor con il quale realizzare la didattica a
distanza: è stato difficile e doloroso non vedere i ragazzi o
vederli poco, non poter instaurare con loro il rapporto che parte
dagli occhi e dalla pancia, ma sentire le voci spesso gracchianti e
metalliche al posto dei loro cuori aperti o chiusi, ma lì presenti e
vivi.
Lo
spazio virtuale ha avuto l’effetto di creare in me un senso di
pesantezza, a causa del quale ho sentito forte il bisogno di uno
spazio fisico, reale che mi facesse sentire la forza della vita e
l’ho trovato nei boschi intorno a casa. Gli alberi mi hanno
nutrito, hanno portato via le frustrazioni del mattino e mi hanno
offerto conforto ogni giorno. Abbiamo visto la natura cambiare,
trasformarsi con le stagioni da marrone, grigia a verde. Ci ha sempre
offerto qualcosa. Anche il sacro ho trovato nel contatto con la
natura. Dopo essere stata lì ritrovavo la mia leggerezza. Cambiava
il mio movimento fisico, mentale ed emozionale.
Proprio
per questo contrasto tra la pesantezza e la leggerezza volevo
leggervi un passo dalle Lezioni
americane di
Italo Calvino sulla leggerezza che mi pare descriva bene il senso di
questo tempo:
In
certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di
pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda
delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto
della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo
inesorabile della Medusa. L'unico eroe capace di tagliare la testa
della Medusa è Perseo, che vola coi sandali alati, Perseo che non
rivolge il suo sguardo sul volto della Gorgone ma solo sulla sua
immagine riflessa nello scudo di bronzo. Ecco che Perseo mi viene in
soccorso anche in questo momento, mentre mi sentivo già catturare
dalla morsa di pietra.[…]
Il
rapporto tra Perseo e la Gorgone è complesso: non finisce con la
decapitazione del mostro. Dal sangue della Medusa nasce un cavallo
alato, Pegaso; la pesantezza della pietra può essere rovesciata nel
suo contrario; con un colpo di zoccolo sul Monte Elicona, Pegaso fa
scaturire la fonte da cui bevono le Muse.
Interventi
spontanei
BARBARA
In
questo tempo ho vissuto dei momenti di terrore e paura, ma ho anche
avuto la fortuna di lavorare e questo mi ha aiutato molto. E’ stata
per me anche una bella occasione di introspezione: ho riflettuto
molto e mi sono fatta tante domande sulla mia vita, anche se devo
dire non ho avuto molte risposte. Ho scoperto il silenzio e la
meditazione che mi hanno portato a scavare dentro me stessa.
E’
stato anche un tempo di riscoperta della famiglia e dei miei figli
adolescenti.
Adesso
voglio continuare su questa strada senza riempirmi di troppe cose, ma
restando in contatto con me stessa.
ELISA
Vi
ringrazio di cuore per questa serata. Sentivo il bisogno fisico e
mentale di incontrare delle persone dopo un periodo difficile che ho
vissuto in solitudine.
MICAELA
Nel
periodo di isolamento mi sono sentita libera come non mai, è come se
avessi tirato il freno a mano improvvisamente. Ho riscoperto il
calore della famiglia, il gusto di fare le torte, la passione per il
giardinaggio, ect. Ho fatto un po’ di ordine su me stessa e in casa
riorganizzando gli spazi e ora che sono tornata ad avere numerosi
impegni, scelgo talvolta di fermarmi.
Ho
imparato a scegliere!
RIFLESSIONE
E CANTO DI OSCAR
Dopo
questo periodo di crisi e distanziamento sociale, è l’ora di
ricominciare a costruire, con più consapevolezza di se stessi e
più attenzione all’altro.
COSTRUIRE
- Nicolò Fabi
Chiudi gli occhi,
immagina una gioia,
molto probabilmente
penseresti a una partenza!
Ah si vivesse solo di inizi,
di eccitazioni da prima volta,
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora.
Penseresti all'odore di un libro
nuovo,
a quello di vernice fresca,
a un regalo da scartare,
al giorno prima della festa,
al 21 marzo, al primo abbraccio,
a una matita intera, la primavera,
alla paura del debutto,
al tremore dell'esordio,
ma tra la partenza e il traguardo,
nel mezzo c'è tutto il resto!
E tutto il resto è giorno dopo
giorno,
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione,
ma il finale è di certo più
teatrale!
Così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione,
così come l'ultimo bicchiere,
l'ultima visione,
un tramonto solitario, l'inchino e
poi il sipario.
Tra l'attesa e il suo compimento,
tra il primo tema e il testamento,
nel mezzo c'è tutto il resto!
E tutto il resto è giorno dopo
giorno,
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione.
Ti stringo le mani,
rimani qui,
cadrà la neve,
a breve.
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