Testi degli interventi - Lasciare andare

La camminata meditativa del 21 OTTOBRE 2019 si è svolta al Convento di Santa Maria del Cengio e ha avuto come tema conduttore "Aprire le mani per non trattenere”.

Presentazione:
“Tenete le mani aperte, tutta la sabbia del deserto passerà nelle vostre mani. Chiudete le mani, non otterrete che qualche granello di sabbia”.
Quanto bello è gustare ogni cosa e non restare attaccati a niente, senza avvinghiarci a certezze che, nello scorrere del tempo, si sbriciolano lasciandoci a mani vuote. Lasciar andare, il tema di questo mese, ci porta a guardare le nostre mani: sono aperte o avvinghiate a cose morte e inutili che ci appesantiscono? Abbiamo mani che stringono o accarezzano? Mani che afferrano o gustano l'incontro?

Fra Renzo accoglie i partecipanti (25 persone) nel chiostro e chiede di pronunciare il proprio nome per conoscerci meglio; con Nicoletta alla guida ci incamminiamo lungo un percorso inedito proprio per lascare andare lo schema ordinario della classica camminata meditativa.

Le nostre testimonianze:
(i testi vengono raccolti da Fabrizio che riassume quelli non pervenuti)


RIFLESSIONE E CANTO DI OSCAR
Quando finisce un rapporto tra due persone, la persona che è lasciata prima deve accettare la situazione per sé e poi deve anche saper lasciare andare l’altro, non trattenerlo nei propri pensieri per poter liberarlo e poi liberarsi.


INSIEME A TE NON CI STO PIU’ - Paolo Conte - versione di Franco Battiato
Insieme a te non ci sto più
Guardo le nuvole lassù
Cercavo in te la tenerezza che non ho
La comprensione che non so
Trovare in questo mondo stupido
Quella persona non sei più
Quella persona non sei tu
Finisce qua chi se ne va che male fa
Io trascino negli occhi
Dei torrenti d'acqua chiara
Dove io berrò
Io cerco boschi per me
E vallate col sole più caldo di te
Insieme a te non ci sto più
Guardo le nuvole lassù
E quando andrò devi sorridermi se puoi
Non sarà facile ma sai si muore un po' per poter vivere
Arrivederci amore ciao
Le nubi sono già più in là
Finisce qua chi se ne va che male fa


INTERVENTO DI ANNA RITA
Ho spesso pensato di me, che sono una persona che non sa lasciare andare, o perlomeno fa tanta fatica, e l’ho pensato così tante volte e così intensamente, che ho finito per crederci davvero, fin nel profondo. E mi dispiaceva, perché sembra che il lasciar andare sia il segreto della felicità.
Per me era diventato un tormentone: guardavo gli altri e se li vedevo felici e leggeri, dicevo tra me e me. “lui/lei è sicuramente è uno che riesce a lasciare andare”. Era diventato il mio metro di misura per la gioia.
La prima cosa che ho scelto di provare a lasciare andare è stata proprio la mia idea di “una Anna Rita che non sa lasciare andare” prima accogliendo questo pensiero e poi accettandolo: è stato come un arrendermi un po’ e provare ad amarmi anche in questa fatica. Non è che da quel momento in poi io sia riuscita ad accettare tutto e a dire in ogni situazione “sia fatta la tua volontà”, ma piano piano questo mi ha portato a ricordare situazioni in cui anch’io son riuscita a lasciare andare: ho lasciato andare un lavoro che mi piaceva tanto, ma che non mi lasciava più lo spazio per le mie passioni; ho regalato vestiti ed oggetti che per me erano stati importanti un tempo; presto i miei vestiti più preziosi a mia figlia che va a far festa, lascio andare i miei figli per la loro strada, anche lontani da
casa, e questa è una prova che si ripete quotidianamente ma che è alleggerita dal fatto che li vedo felici di realizzare i loro sogni; sto traslocando, e vedo che sto lasciando andare non solo la casa, ma un po’ mi sto allontanando da tutto quello che ha rappresentato per me questa estate “sabbatica”: i miei pianti, il mio stare nella solitudine, la gioia di essere immersa nella natura, le nuove amicizie che stanno nascendo: fa maluccio, lo riconosco…mi si stringe il cuore a volte, ma fa parte del cammino: riconosco in questo anche la mia sensibilità e la gratitudine per gli aspetti nuovi di me che ho incontrato in questa esperienza. Ho lasciato andare vecchie abitudini, alcuni modi di dire e di pensare, personaggi che mi ero costruita e che mi tenevano lontana da me stessa; altri li sto trattenendo più o meno consapevolmente, perché per il momento mi danno sicurezza.
Fatico ancora ad arrendermi al fatto che certe persone se ne sono andate, che altre non fanno più parte della mia vita, e ci riuscirò forse accettando il fatto che in un modo diverso, che non è proprio quello che vorrei io, faranno sempre comunque parte della mia vita, anche per il solo fatto che mi hanno arricchita di qualcosa di nuovo e diverso.


RIFLESSIONE DI NADIA
Nicolò Fabi è uno dei miei artisti preferiti, lo ascolto molto soprattutto quando sono in macchina.
Spesso mi succede di non prestare attenzione alle parole delle canzoni, ma questa in qualche modo mi è entrata dentro da subito, in questo continuo invito a lasciar andare, le proprie sicurezze, i propri attaccamenti.
Il testo inizia con un senso di chiusura, con l'immagine di una mano sulla gola, a trattenere tutte le paure, tutti i nodi che si formano in quel punto.
Prosegue con un invito continuo a lasciar andare, non perché si molla da perdenti, ma perché ad un certo punto ci si arrende al fluire delle cose, non ci si oppone più al cambiamento, per arrivare alla fine del testo, ad un' apertura, ad un senso di respiro ampio..... che calma anche i battiti del cuore.

Canto di NADIA accompagnata da MARCO con chitarra ed armonica a bocca

VINCE CHI MOLLA (Nicolò Fabi)
Lascio andare la mano
che mi stringe la gola
Lascio andare la fune
Che mi unisce alla riva
Il moschettone nella parete
L'orgoglio e la sete
Lascio andare le valigie
I mobili antichi
Le sentinelle armate in garritta
A Ogni mia cosa trafitta...

Lascio andare il destino
Tutti i miei attaccamenti
I diplomi appesi in salotto,
Il coltello tra i denti
Lascio andare mio padre e mia madre
E le loro paure
Quella casa nella foresta
non vuole che torni davvero
Per ogni tipo di viaggio
È meglio avere un bagaglio leggero.

Distendo le vene
E apro piano le mani
Cerco di non trattenere più nulla
Lascio tutto fluire
L'aria dal naso arriva ai polmoni
Le palpitazioni tornano battiti
La testa torna al suo peso normale
La salvezza non si controlla...
Vince chi molla.
Vince chi molla...


RIFLESSIONE DI Fra RENZO
Il lasciare andare ha un significato ambivalente, oltre a quello positivo che è emerso questa sera, può averne uno negativo: sto pensando in particolare al lasciare andare passivamente l’ambiente al degrado e all’inquinamento; ecco questo è qualcosa che non capisco, mi rattrista molto e mi disgusta.


RIFLESSIONE DI NICOLETTA
La tartaruga è un animale che depone le uova ed affida la vita dei suoi piccoli al destino lasciandoli soli; anche noi esseri umani dovremmo seguire il suo esempio: come genitori, come sposi, come persone che amano, come amici verso coloro a cui vogliamo bene per permettere a tutti di trovare il proprio spazio e realizzare i propri sogni in libertà.
Lasciare andare ha in sé la fiducia e la speranza, altrimenti non è lasciare andare; il fidarsi contiene il seme del nuovo che giunge dopo aver aperto le mani.

Nicoletta ci invita a pronunciare nomi di persone che vogliamo lasciare andare.

Fra Renzo saluta tutti con la benedizione, ricordando Maria che lascia andare il proprio figlio per fare la volontà del Padre!

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