La
camminata meditativa, la sera del 20 GIUGNO 2016, dal Chiostro del Convento di
Santa Maria del Cengio all’Eremo di Santa Maria, ha avuto come tema conduttore:
“L’EQUILIBRIO”.
Se devi fare un passo avanti devi
perdere l'equilibrio per un attimo...ma cos'è l'equilibrio per me? Fisico?
Mentale? E' un termine che mi appartiene? Siamo persone in equilibrio in questo
tempo?
Lungo
il percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei
partecipanti (23), illuminati da una splendida luna piena, sono stati offerti
canti, riflessioni e testimonianze:
INTRODUZIONE DI FRA RENZO: l’equilibrio
di Santa Maria
Penso
che Santa Maria rappresenti un bell’esempio di Donna Equilibrata: come il
Cristo, anche Maria vive un’esistenza segnata dalla difficoltà della condizione
umana. La forza del suo equilibrio si esprime appieno nell’episodio in cui
ritrova Gesù nel tempio, seduto in mezzo ai dottori e accetta la libertà del
figlio che cerca la propria strada, grazie al fatto che “conserva tutte queste cose nel suo cuore”.
INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
La canzone “Equilibrio instabile” degli Stadio rappresenta bene
quello che sento quando si parla di equilibrio: un movimento, una posizione
incerta, in bilico tra diverse condizioni. Io sono alla ricerca di equilibrio
come uomo, tra essere padre, marito e ingegnere, come persona con le proprie
passioni ed emozioni, come anima figlia di Dio, della Terra e dell’ Uomo.
EQUILIBRIO INSTABILE -
Stadio
Ho
bisogno di sentirmi utile
Lo faccio per me
Voglio darmi delle regole
Per assomigliare a te
Non mi voglio vulnerabile
Alla tua mercè
Ho bisogno di un codice
Ed anche di un perchè
Lo faccio per me
Voglio darmi delle regole
Per assomigliare a te
Non mi voglio vulnerabile
Alla tua mercè
Ho bisogno di un codice
Ed anche di un perchè
Vivo
un equilibrio instabile
colleziono illusioni
in questa vita così labile
io sono le mie canzoni…
colleziono illusioni
in questa vita così labile
io sono le mie canzoni…
Sono
un lusso una contraddizione
sono il popolo e il re
sono servo e signore
il baro ed il croupier
sono il popolo e il re
sono servo e signore
il baro ed il croupier
Ma
vivo un equilibrio instabile
io colleziono illusioni
in questo mondo così labile
io sono le mie canzoni
io colleziono illusioni
in questo mondo così labile
io sono le mie canzoni
E
vivo un equilibrio instabile
lui, lui non sente ragioni
sono un equilibrista abile
schiavo delle mie emozioni,
ehhhh le mie emozioni…
lui, lui non sente ragioni
sono un equilibrista abile
schiavo delle mie emozioni,
ehhhh le mie emozioni…
E
vivo un equilibrio instabile
io colleziono illusioni
in questa vita così labile
io sono le mie canzoni
sono un equilibrista abile
schiavo delle mie passioni…
io colleziono illusioni
in questa vita così labile
io sono le mie canzoni
sono un equilibrista abile
schiavo delle mie passioni…
ENTRIAMO E SOSTIAMO AL BUIO
DENTRO LA GROTTA
per ascoltare tutto il nostro equilibrio fisico e mentale.
INTERVENTO DI FRANCESCA
Riflettere
sull’equilibrio mi piace perché è qualcosa di molto concreto, ma anche una
bella metafora della nostra vita. Per me è legato alla velocità con cui
procedo, nel camminare ma anche nelle scelte della vita.
Se
infatti mi fermo troppo a scegliere dove posare il piede, e sto nel dubbio e
non so decidermi, mi trovo nella innaturale posizione di stare ferma in
equilibrio su una gamba sola, come un trampoliere, ed è facile perdere
l’equilibrio. Se invece faccio dei tentativi, posso sempre correggermi strada
facendo e intanto non rimango ferma. Con una certa velocità l’equilibrio è più
facile che da fermi. Bisogna trovare il ritmo.
Mi
viene in mente una scena del film “Il primo cavaliere”, dove Sean Connery, nei
panni di re Artù, presiede a una giostra medievale, dove c’è uno di quei marchingegni
tutto spade e randelli che oscillano e che i cavalieri devono attraversare
evitando di farsi colpire. I cavalieri in armatura procedono lenti, si fermano
a ogni passo. Poi arriva Lancillotto senza armatura e , avendo osservato il
ritmo della giostra, entra con la rincorsa e procede spedito evitando i colpi,
nello stupore generale, per uscire illeso verso la sua Ginevra.
Anche
nelle cadute vale lo stesso ragionamento. Io ho sempre creduto che le cadute
fossero la rottura dell’equilibrio e le evito, anche nella vita. E quando
capita di cadere rimango talmente male che mi fermo lì seduta e non mi alzo
finché non ho trovato il motivo, dentro o fuori di me, per cui sono caduta.
Possono volerci giorni, mesi, anni, e a volte neanche lo trovo. Il problema è
che così rimango ferma per un tempo lunghissimo, e più passa il tempo, più
fatico ad alzami o mi dimentico come si fa. Adesso penso che anche le cadute
fanno parte dell’equilibrio purché vengano bilanciate dalle levate, allora il
ritmo del passo continua senza differenze. Allora, quando
cado, penso subito alle soluzioni per rialzarmi e confido che poi capirò il
motivo dell’inciampo e ne trarrò insegnamento.
Secondo
Nietzsche l’uomo è una corda tesa fra l’animale e l’oltreuomo. Per animale
intende l’istinto di sopravvivenza che fa vivere nella modalità attacco-difesa.
Oltreuomo è la realizzazione delle potenzialità, una nuova evoluzione dell’umanità,
dove ognuno diventano ciò che è. L’uomo è chiamato ad attraversare quella corda
e superarsi. Ma su una corda si può camminare?
Correre? No, solo danzare.
L’equilibrio di Giorgio
Gaber (proposto da Nadia e letto da
Elisabetta)
Il
mondo è una palla rotonda leggermente schiacciata ai poli. Ed essendo palla che
fa? Rotola. È chiaro, che la terra si muova non è una novità. L'ha detto
qualcuno che tra l'altro deve essere anche finito in galera. Sì, ma ultimamente
sta succedendo un fenomeno strano. Molto strano. Si sente. Si sente che si
muove. Si ha proprio come la sensazione che il terreno sia alquanto malfermo.
Sì, è un movimento direi sismico, continuo. Ondulatorio o sussultorio? Va be',
non andiamo nel difficile. Insomma si fa fatica a stare in piedi. Manca proprio
l'equilibrio.
All'inizio
credevo che fosse un fatto mio, personale. Ero un po' preoccupato. Poi
guardandomi più attentamente in giro mi sono accorto che la gente non è
perfettamente in asse. Sono tutti un po' traballanti. Tutto un'umanità che
dondola, sbanda, slitta, cerca di stare in piedi in qualsiasi modo. Riuscire a
stare in piedi su un terreno instabile,insicuro, non è cosa facile. Ma dopo un
po' ce la si fa.
Certo
non si può pretendere che uno concentrato com'è per stare in piedi possa
occuparsi degli altri, del mondo. Insomma, possa pensare. Nooo. Ma a parte
questo, la gente non ci fa neanche molto caso. Ma sì, l'uomo si abitua a tutto.
Ognuno c'ha il suo traballio: chi a destra, chi a sinistra... il centro non c'è
più. La gente si incontra per la strada,normale, si saluta, le solite frasi di
circostanza:
"Come
va, signora?"
"Eh,
insomma, ci si barcamena"
"Eh,
beata lei che ci ha il culo basso!"
Dopo
un po' si riesce anche a darsi la mano. Tac! Centrata!
"Vuole
un caffè? È già mischiato".
Ma sì,
basta abituarsi. Basta non cercare punti fermi che tanto non ci sono. Dopo un
po' diventa tutto come prima. Per forza: l'abitudine è il surrogato della
normalità. Gli amori continuano a nascere, teneri e traballanti. Anche gli
amplessi sono meno faticosi. Basta sintonizzarsi col dondolio e tutto va da se.
La riproduzione della specie è salva. Alcuni poi, non so se più incoscienti,
più spensierati o non so cosa,non si sono proprio accorti di nulla, stanno
benissimo. Per forza, l'ignoranza è il surrogato della felicità.
INTERVENTO DI PAOLA
Ho raccolto alcuni appunti e spunti di riflessione e per questo tema
"equilibrio" ho coinvolto mio marito Valerio, lui mi ha risposto
subito con questa frase: "quando lo Spirito comunica con il Corpo, attraverso
una Mente Amica, allora avviene l'equilibrio". Lui che è razionale, ha
trovato subito la risposta precisa, per me invece la parola equilibrio è una
parola difficile da decifrare. Io fantastico molto e non sono razionale come
lui perciò la parola equilibrio per me è ricca di spinosità.
Vivere poi in questo mondo squilibrato è per me destabilizzante, c'è
una frase che mi rappresenta e che mi salta all'occhio: "ma ho passi di
danza e fiato e musica da ascoltare e mani da stringere, sorrisi da regalare e
persone da abbracciare se perdo l'equilibrio, così vado avanti sempre!" Nella
girandola degli affetti lì posso trovare l'equilibrio, negli affetti veri,
sinceri, nei quali ci si può riflettere, riconoscere per procedere. E la vita
ha bisogno di una buona dose di sale, di gioia, di amore e anche di dolore per
essere in equilibrio, che fatica! Io credo che, per mantenere l'equilibrio, sia
fondamentale essere in pace con se stessi e in armonia con gli altri. Mi vien
da riflettere sul grande potere che ognuno di noi ha dentro di sé e intorno e sé
e alla forza per mantenerlo. Inoltre, per trovare l'equilibrio non si può star
fermi, ci si deve muovere, è l'azione, il passo, la ricerca della direzione a
produrlo.
Einstein ha detto: "la vita è come andare in bicicletta per
trovare e mantenere l'equilibrio ci si deve muovere". E' una profonda
verità, credo proprio che sia la natura in movimento armonico a poterci
aiutare, da sempre grande maestra, ci svela i suoi segreti. Dobbiamo imparare
dalle foglie, dagli animali, dal vento per vivere naturalmente e senza sforzo,
in equilibrio. Nei passi immersi nella natura che abbiamo percorso con alcuni
di Voi nel percorso di Francesco da La Verna a S.Sepolcro: l'equilibrio era
perfetto tra noi e intorno a noi. Questa vita è come una danza spontanea,
naturale in costante volteggio e delicato equilibrio tra perfezione, bellezza e
stupore, basta saperla cogliere nella sua essenza profonda, con semplicità come
Francesco grande maestro ci insegna.
INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
La canzone “Cerco un centro di gravità permanente” di Franco
Battiato è una canzone tutt’altro che equilibrata. Le strofe sono
un’accozzaglia di riferimenti culturali e snob che Battiato mette insieme con
una melodia armoniosa e ricercata. Il ritornello invece ha parole chiare e
semplici, con una melodia pop molto orecchiabile. Proprio il ritornello mi ha
fatto pensare al concetto di equilibrio stabile della fisica meccanica, che
avviene quando il baricentro di un solido, che è il centro di gravità, si trova
nel punto più basso all’interno della base d’appoggio. Questa condizione di
equilibrio è però statica, priva di movimento, molto diversa dalla ricerca
dell’equilibrio, che invece è dinamica e rappresenta meglio la natura dell’essere
umano.
CERCO UN CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE – Franco
Battiato
Una vecchia bretone
con un cappello e un ombrello
di carta di riso e canna di bambù.
Capitani coraggiosi
furbi contrabbandieri
macedoni.
Gesuiti euclidei
vestiti come dei bonzi per entrare
a corte degli imperatori
della dinastia dei Ming.
Cerco un centro di gravità
permanente
che non mi faccia mai
cambiare
idea sulle cose sulla gente
avrei bisogno di
Cerco un centro …
Over and over again.
Per le strade di Pechino
erano giorni di maggio tra
noi si scherzava a raccogliere ortiche.
Non sopporto i cori russi
la musica finto rock la new
wave italiana il free jazz punk inglese.
Neanche la nera africana.
Cerco un centro di gravità
permanente
che non mi faccia mai
cambiare
idea sulle cose sulla gente
avrei bisogno di...
Cerco un centro di gravità permanente...
Over and over again
INTERVENTO DI NICOLETTA:
l’albero della vita
L’albero
della vita è il simbolo concreto delle forze in equilibrio, un collegamento tra
il mondo dell’essere e quello della terra.
Tra
gli archetipi più antichi e comuni a varie religioni, l’albero della vita
occupa sicuramente un posto d’onore per il suo significato mistico
ricollegabile al concetto cosmico di Creazione.
Secondo
la Cabala, l’albero della Vita è un’immagine dell’emanazione del divino, che è il seme da cui tutto il resto si crea.
La struttura stessa dell’Albero della Vita richiama il concetto di propagazione
equilibrata dell’energia creativa che stabilisce uno stretto collegamento con
la realtà fisica di questo mondo e con gli esseri umani. Ad essi è affidato il
compito di far germogliare, nella vita di relazione, il seme che hanno ricevuto in dono. Questo permette all’uomo la
risalita progressiva dell’albero stesso, dalla condizione di ombre a quella di
persone nella scoperta poi dell’anima e dello spirito.
L’albero,
quindi, è un simbolo cosmico sul quale ognuno di noi deve arrampicarsi per
cercare il contatto con l’essenza stessa della divinità in connessione ed
equilibrio tra la Madre Terra e il Divino Universo.
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