Testi - Laudato sii

La camminata meditativa del 21 SETTEMBRE 2015 dal Chiostro del Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo di Santa Maria, in sintonia con l'enciclica di papa Francesco "Laudato si’", ci ha proposto di lavorare sul tema del Cantico delle creature:
"«Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. .. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. .. Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. "

Lungo il percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei partecipanti (22), dal canto melodioso, sono state offerte alcune riflessioni/testimonianze, che ora vengono raccolte  come dono a tutti noi.

Nel chiostro camminiamo, ascoltando i nostri passi
tra le note di Fratello Sole e Sorella Luna (cantata da Silvia ed Enrico)

Dolce sentire, come nel mio cuore,
ora umilmente, sta nascendo amore. Dolce capire che non son piu’ solo ma che son parte di una immensa vita, che generosa risplende intorno a me: dono di Lui del suo immenso amore. Ci ha dato il cielo e le chiare stelle fratello sole e sorella luna; la madre terra con frutti, prati e fiori il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura fonte di vita, per le sue creature dono di Lui del suo immenso amore dono di Lui del suo immenso amore.

  
Nicoletta spiega che il termine laudato si’ significa lodato tu sia; il Cantico è una lode a Dio, un inno alla vita, una preghiera positiva verso la natura da cui deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato.

Davanti alla Vergine Maria esprimiamo, come faceva San Francesco, un tributo di fratellanza e sorellanza:
sorella terra
sorella montagna
fratello mare
sorella roccia
fratelli animali
fratello giorno e sorella notte
fratello grillo e sorella cicala
sorelle foglie
fratello sentiero
sorella acqua
sorelle nuvole
fratello sole  

  
Dentro la grotta:

BARBARA legge uno scritto di D.M. Turoldo su “sorella Morte”

“La morte per me è una presenza familiare,
dolorosa e amorosa insieme;
veramente drammatica:
Chi nasce entra nel fiume della morte;
nel senso esistenziale,
nel senso della coscienza individuale,
il primo giorno è già un giorno di meno
appunto di esistere.
Ma non è meraviglioso?
Non può dirsi questo il primo giorno di cammino verso l’Essere, cioè Dio?


INTERVENTO DI ISMA

Mi e stato suggerito da una compagna di viaggio l'argomento per l'intervento di questa sera e lo collego con una parola che mi è stata detta da un'altra compagna che ha scatenato in me il ricordo di un sogno fatto diverso tempo fa. Nei giorni successivi al sogno cercando spiegazione per interpretarlo, ho trovato un racconto meraviglioso che mi ricorda S. Francesco. Lui chiamava sorella e fratello ogni creatura vivente senza distinzione fra essere umani, piante, rocce, acqua, fuoco...la storia inizia come una favola con: c'erano una volta alcuni uomini, che si erano seduti a chiacchierare insieme. Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna ed accesero il fuoco. Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti. Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo. Si prese un tizzone ardente dal falò e andò a sedersi lontano dagli altri. Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava. Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi. L'uomo, che sedeva da solo, fu inghiottito dall'oscurità e dal gelo della notte. Ci pensò un momento, poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni. Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo. L'uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri. Si scaldò, e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto. Questa splendida storia la racconta Gesù ad un suo Apostolo e conclude dicendo che lui è venuto per portare il fuoco sulla terra e ciò che desidera di più è vederlo divampare.
Mi riconosco in quell'uomo, in quel pezzetto di legno. Da sola non mi sono mai scaldata. Attorno al falò non solo mi scaldo, mi nutro con le parole e le storie che vengono raccontate a turno parlando un linguaggio comune. Mi disseto con acqua pura, non mi copro più con coperte ne per il freddo ne per proteggermi dalla vergogna, non mi servono più se riesco a mescolarmi con fratelli e sorelle fino a che io non esisto più, ma vive e respira solo una un'unica catena umana e magica che abbraccia e si fa abbracciare dal calore del Grande Padre. Lontana dal falò, non è solo il freddo che irrigidisce il cuore, ma il freddo che crea un buio in cui non vedo l'altro ma solo me stessa. È un oscurità che non mi fa progredire. Con questo vorrei parlare anche di fratellanza, della parte maschile, ma sento di ringraziare soprattutto le sorelle che mi hanno sollevato, abbracciato, hanno avvolto me e Maya con il loro amore senza tante parole, in questi mesi belli ma difficili. Al di là dello spazio del tempo e del legame di sangue.


OSCAR CANTA IL CANTICO DELLE CREATURE di Angelo Branduardi


A te solo Buon Signore
Si confanno gloria e onore
A Te ogni laude et benedizione
A Te solo si confanno
Che l'altissimo Tu sei
E null'omo degno è
Te mentovare.
Si laudato Mio Signore
Con le Tue creature
Specialmente Frate Sole
E la sua luce.
Tu ci illumini di lui
Che è bellezza e splendore
Di Te Altissimo Signore
Porta il segno.
Si laudato Mio Signore
Per sorelle Luna e Stelle
Che Tu in cielo le hai formate
Chiare e belle.
Si laudato per Frate Vento
Aria, nuvole e maltempo
Che alle Tue creature dan sostentamento.
Si laudato Mio Signore
Per sorella nostra Acqua
Ella è casta, molto utile
E preziosa.
Si laudato per Frate Foco
Che ci illumina la notte
Ed è bello, giocondo
E robusto e forte.
Si laudato Mio Signore
Per la nostra Madre Terra
Ella è che ci sostenta
E ci governa
Si laudato Mio Signore
Vari frutti lei produce
Molti fiori coloriti
E verde l'erba.
Si laudato per coloro
Che perdonano per il Tuo amore
Sopportando infermità
E tribolazione
E beati sian coloro
Che cammineranno in pace
Che da Te Buon Signore
Avran corona.
Si laudato Mio Signore
Per la Morte Corporale
Chè da lei nesun che vive
Può scappare
E beati saran quelli
nella Tua volontà
che Sorella Morte
non gli farà male


INTERVENTO DI ALBERTO
DALLA LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’, DI PAPA FRANCESCO
Questa sorella protesta per il male che le provochiamo. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietarie dominatori, autorizzati a saccheggiarla. Dimentichiamo che noi stessi siamo terra.
Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo afferma: un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio.
L’interdipendenza delle creature è voluta da Dio. Il sole e la luna, il cedro e il piccolo fiore, l’aquila e il passero: le innumerevoli diversità e disuguaglianze stanno a significare che nessuna creatura basta a se stessa, che esse esistono solo in dipendenza le une dalle altre.
Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione al nostro corpo.
Il mio predecessore Benedetto XVI ha ricordato che il mondo non può essere analizzato solo isolando uno dei suoi aspetti, perché «il libro della natura è uno e indivisibile»
La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce.

La globalizzazione del paradigma tecnocratico
Il problema fondamentale è profondo: il modo in cui di fatto l’umanità ha assunto la tecnologia e il suo sviluppo insieme ad un paradigma omogeneo e unidimensionale. In tale paradigma risalta una concezione del soggetto che progressivamente, nel processo logico razionale, comprende e in tal modo possiede l’oggetto che si trova all’esterno. Tale soggetto si esplica nello stabilire il metodo scientifico con la sua sperimentazione, che è già esplicitamente una tecnica di possesso, dominio e trasformazione.

Il METODO SCIENTIFICO
Francis Bacon, 1561 – 1626 è considerato uno dei padri del metodo scientifico; il suo metodo anticipa quello galileiano e di Newton.
Alcuni estratti dai suoi scritti sembrano dare ragione al Papa:
Il Novum Organum o Novum Organum Scientiarum (trad. "Nuovo Strumento") è l'opera principale del filosofo britannico Francis Bacon, il quale concepiva la scienza come tecnica capace di dare all’uomo il dominio del mondo naturale. “È necessario che l’intelligenza umana si appropri di strumenti efficaci per asservire (ossia fare servo) la natura. Questi strumenti sono gli esperimenti che interpretano e danno forma ai dati dell’esperienza sensibile”.
La nuova Atlantide (una città utopica ideale): gli scienziati, che reggono la città, cercano di trasformare alterare, imitare, riprodurre la realtà in quanto la conoscono secondo verità: il mondo stesso è a totale disposizione dell'uomo. Bensalem non è una semplice città ma un gigantesco laboratorio scientifico all'aria aperta il cui fine è conoscere le cause e le forze interne alla natura ed estendere i confini del potere umano. Ivi si preparano medicinali, si riproducono i fenomeni atmosferici, si fabbricano artificialmente insetti, si desalinizza l'acqua salata, si prolunga la vita dell'uomo, si edificano torri altissime, si creano pozioni, si sperimentano su animali ogni tipo di veleni per provvedere alla salute dell'uomo.
Ancora il PAPA dice: la cultura del relativismo è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un’altra e a trattarla come un mero oggetto, obbligandola a lavori forzati, o riducendola in schiavitù a causa di un debito.
Bacone in effetti è stato condannato per essere uno schiavista di bambini…

SIAMO DI FRONTE ALLA CONTRAPPOSIZIONE TRA RELIGIONE E SCIENZA?
In realtà il metodo scientifico classico, così come teorizzato solo nel 1600, è già considerato sorpassato ormai da un secolo; è quindi una “filosofia” che è vissuta appena 300 anni, poco considerando la storia dell’uomo. È però un modo di pensare che fa parte della nostra cultura, sembra scolpito nella nostra mente, ma non è la verità.
La fisica relativistica nega perentoriamente la divisione tra soggetto ed oggetto. Non c’è un IO ed una NATURA, non c’è un esperimento oggettivo di osservazione ed analisi dei fenomeni, perché l’osservazione influenza l’esperimento, influenza i fenomeni. Affermare che la scienza separa uomo e natura è errato, anzi è vecchio. Il soggetto “uomo” e l’oggetto “natura” sono totalmente interdipendenti, totalmente uno e indivisibile, questo quello che spiega la scienza, ormai da 100 anni!
Religione e scienza dicono la stessa cosa: che non c’è divisione.
Qualcuno potrà obiettare che una cosa è la scienza un’altra è la tecnologia, in effetti il Papa parlava di paradigma tecnocratico. Ma anche la tecnologia, ossia le cose che funzionano praticamente, concordano:
L'entanglement o correlazione quantistica è un fenomeno, privo di analogo classico (metodo bacone), per cui lo stato di un sistema non può essere descritto singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più sistemi. Da ciò consegue che la misura di un'osservabile di un elemento determina istantaneamente il valore anche per gli altri.
Poiché risulta possibile dal punto di vista sperimentale che sistemi come quelli descritti si trovino spazialmente separati, l'entanglement implica, in modo contro intuitivo, la presenza di correlazioni a distanza (teoricamente senza alcun limite) tra le loro quantità fisiche.
Tradotto, ogni modifica ad una particella modifica le particelle collegate, indipendentemente da spazio e tempo. E la prova di questo è che sistemi di teletrasporto già funzionano, nella realtà pratica esistono macchine di teletrasporto che sfruttano il fatto che tutto è uno.
Religioni, spiritualità, scienza e applicazioni pratiche dicono tutti la stessa cosa: che non c’è divisione. Sottomettere la natura è quindi sottomettere noi stessi, non ci sono guerre ideologiche tra schieramenti, c’è solo da accettare la realtà.


DAVIDE E GIADA leggono un Inno di David M. Turoldo (accompagnati da Enrico con la chitarra)

Lodate tutti il mio Signore
per l’unità dell’intero creato:
in ogni essere splende il suo Verbo,
e lo rivelano tutte le forme.

La luce all’alba l’annuncia in silenzio:
è suo paese il nostro pianeta,
e tutti i volti degli uomini insieme
uniti fanno il suo unico volto.

Lodate il mio Signore, lodatelo,
perché le cose sue tutte son buone,
perché ci ha dato gli occhi del cuore
a contemplare amore e bellezza.

Lodato sia perché ha voluto
creare donne e fanciulli e fare
di ogni uomo la immagine sua:
un uomo sempre inquieto e grande!

Lodato sia nel nostro lavoro,
per queste macchine e case e città,
perché mai nulla vi è di profano
nell’amorosa fatica dell’uomo.

Sia pure lodato con lui,
quando è fratello di ogni vivente,
quando egli ama e gioia diffonde,
amico vero del mio Signore.

Pur così grande, mi parla e mi ama;
perché mi ama si è fatto uomo:
perché esiste e dà gioia lodatelo,
e della gioia che dona egli gode.

Lodate tutti il mio Signore
pur nella pena e tristezza e dolore:
per ogni goccia di gioia nascosta
nel cuore vivo di tutte le cose.




CANTO FINALE DI SILVIA E ENRICO

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