La camminata meditativa la sera
del 23 settembre 2013 dal Chiostro del Convento di santa Maria del Cengio
all’Eremo di santa Maria ha avuto come tema conduttore: “la pace”. Lungo il
percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei
partecipanti, dal canto melodioso, sono state offerte alcune
riflessioni/testimonianze, che ora vengono consegnate come dono a quanti sono
interessati.
Intervento di Christian
Pace. Devo dire
qualcosa sulla pace. Pace. Pace. Pace. Che buffo … devo dire qualcosa sulla
pace e la mia mente invece si agita, si affanna, ricerca, spazia tra mille
pensieri. Pace.
Poi penso: quand’è
che incontro questa espressione nella mia vita quotidiana? Scambiamoci un segno
di pace, andiamo in pace, riposa in pace, la pace sia con voi, mettiti il cuore
in pace, facciamo pace, la pace dei sensi, sono in pace con me stesso … La pace
anima la mia vita molto più di quello che penso, semplicemente forse non me ne
rendo conto. Ma, e Wikipedia cosa dice a proposito?
“La pace è una
condizione personale, sociale, relazionale, politica o legata ad altri contesti
caratterizzata da condivisa armonia ed assenza di tensioni e conflitti.
Il termine deriva
dal latino pax (il quale a sua volta si fa derivare dalla radice
indoeuropea pak-, pag- fissare, pattuire, legare, unire, saldare; alla
quale sono legate anche pagare e pacare)
ed è il contrapposto di bellum (guerra) in
senso politico e sociologico, ovvero dello stato dei rapporti tra individui o
gruppi di individui. Trattandosi di uno dei concetti più antichi e profondi in
senso antropologico il termine ha quindi assunto significati più estensivi e
generali, compresi verbi come appacificare e rappacificare, con i relativi
riflessivi: appacificarsi e rappacificarsi.
Per ulteriore
estensione semantica, il concetto di pace come "non-turbamento" è poi
passato dai campi sociologico e politico a quello individuale in senso
spiccatamente psicologico, assumendo il significato di pace dell'anima o pace
interiore, uno stato di quiete o tranquillità dell'animo umano percepita come
assenza di turbamenti e agitazione. Tale pace interiore (o dell'animo) ben
risponde agli antichi concetti di eutimìa
(in Democrito), di aponìa
(in Epicuro), di atarassia (negli Stoici), di eireneusi in etiche recenti.
Più
specificatamente, la pace viene considerata (o dovrebbe essere considerata,
secondo l'opinione corrente) un valore universalmente riconosciuto che sia in
grado di superare qualsiasi barriera sociale e/o religiosa ed ogni pregiudizio
ideologico, in modo da evitare situazioni di conflitto
fra due o più persone, due o più gruppi, due o più nazioni, due o più
religioni.”
Ecco la pace: uno
stato di essere, senza conflitti: conflitti con chi? Cercando di riassumere
tutti gli esempi che mi sono venuti in mente o mi sono stati suggeriti, trovo
quattro “tipi” di conflitti: con me stesso, con gli altri, con il tutto (terra)
e con Dio. La cosa che accomuna tutti i tipi di conflitti è il fatto che si è
sempre in due, anche quando sono in conflitto con me stesso: il mio io, ego è
contro il mio sé.
Ma allora, cosa
posso fare per trovare pace, premesso che ognuno di noi la vorrebbe per sé e
per gli altri?
Beh, posso partire
da due presupposti:
1) posso
cambiare solo me stesso, non gli altri. Se questo è vero, allora ciò
significa che non necessariamente ci sarà pace per tutti, ma sicuramente se
io lo voglio ci sarà pace dentro di me. Dipende solo da me il fatto che io
sia in conflitto con me stesso, con gli altri, con il tutto e con Dio. Ecco
dunque che il focus si sposta velocemente da fuori di me (chi sarebbe mai
disposto ad ammettere di essere lui stesso l’origine del conflitto?) a dentro
di me. Se riconosco questo, ho solo da augurarmi semplicemente … buon lavoro!
2) Non posso
fare del bene (portare pace) facendo del male. L’unica arma a mia
disposizione per contrastare l’insorgere o il perdurare di conflitti, qualunque
essi siano, non è alcuna forma di male (pensiero o azione che sia) bensì il
perdono: perdono da chiedere a Dio per ogni danno causato da me, anche senza
saperlo, e perdono da offrire agli altri per ogni danno ricevuto, anche senza
saperlo. D’altronde, quante volte ho recitato il Padre Nostro in modo
inconsapevole? Tu rimetti a noi i nostri debiti nell’istante in cui noi li
rimettiamo ai nostri debitori: dunque, anche in questo caso, ho solo da
guardarmi dentro e da augurarmi semplicemente, con tanta umiltà e tanto amore
per la vita, … buon lavoro!
E pace, per
me, sarà.
Intervento
di Elisabetta
- Quando mi è stato proposto di riflettere sulla pace per condividere
il mio pensiero una parte di me si è barricata dietro il panico e ha deciso che
non valeva la pena di prendersi il carico di questa riflessione. Un’altra parte
invece ha sentito che poteva essere una buone occasione.
- Quando, cercando l’etimologia della parola pace ho scoperto che
deriva da una radice sanscrita PAC che si trova in molte lingue e significa
UNIRE, SALDARE…. mi è parso naturale pensare che la pace nasce dentro, unendo
le parti che in noi sono in contraddizione, non sopprimendone una, bensì
lasciandole essere, accogliendole e poi arrivare ad un’AZIONE che realizzi
l’unione.
- Ho compreso che unione dentro porta all’unione fuori. Ma è necessario
decidere di essere operatori di pace
e agire. Il primo passo per me è
andare incontro all’altro eliminando il GIUDIZIO che nel mio modo di percepire
è il più forte deterrente alla pace.
- La mia azione è andata nel senso di interrogare il mio autore
preferito Dante.
- Ho voluto inoltre coinvolgere anche i miei studenti in questa riflessione e successivamente vi leggerò alcuni
spunti che loro mi hanno dato.
La parola pace in Dante è presente in circa quattordicimila versi circa
una ventina di volte alcune delle quali molto significative.
Nel I canto quando Dante si trova nella selva oscura incontra tre
animali che gli impediscono il cammino: una lonza, un leone e il più terribile
una lupa, la chiama bestia sanza pace
tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi 'ncontro, a poco a poco
mi ripigneva là dove 'l sol tace.
(Inferno, I, 58-60)
La lupa rappresenta la cupidigia, l’avidità, la brama di potere; il
fatto che la chiami bestia sanza pace
ci dà un’indicazione precisa su cosa non è la pace.
La pace è all’opposto della
brama di potere.
Un’altra ricorrenza significativa del termine pace è nel V canto dell’Inferno; Francesca da Rimini si rivolge
a Dante dicendo:
se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso. (Inferno, V, 91-93)
Quando siamo negli inferi
travolti dalla nostra bufera, la pace eleva il nostro pensiero e possiamo
arrivare a pregare per la pace altrui!
Poi Francesca ricorda le sue origini e inserisce nel suo discorso
nuovamente la parola pace:
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci
sui. (Inferno, V, 97-99)
Ci mostra anche dagli inferi dove trovare la pace:nel mare che è per
ogni fiume l’esito naturale.
La parola pace è presente anche nelle due preghiere della Divina
Commedia: il Padre Nostro e Vergine Madre.
La prima è recitata dai superbi:
Vegna ver' noi la pace del tuo regno,
ché noi ad essa non potem da noi,
s'ella non vien, con tutto nostro ingegno. (Purgatorio, XI, 7-9)
La suberbia del nostro essere
può guarire solo con la preghiera che chiede a Dio la pace.
La seconda indica il luogo in cui si è rifatta pace tra Dio e l’uomo:
il ventre di Maria.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore. (Paradiso,
XXXIII, 7-9)
L’ultimo passo che voglio ricordare è tratto dal Paradiso. Piccarda Donati è uno spirito mancante ai voti e gode di
una beatitudine meno intensa rispetto ad altre anime poste in cieli superiori a
quello della Luna. Dante le chiede come mai non desideri una beatitudine
maggiore e lei risponde:
E 'n la sua volontade è nostra pace:
ell' è quel mare al qual
tutto si move
ciò ch'ella crïa o che natura face». (Paradiso, III, 85-87)
Dante ci aiuta a capire che la
pace è nell’abbandonarsi alla volontà di Dio, al flusso della vita.
Riporto di seguito alcune riflessioni emerse dai miei alunni.
¨ Ogni volta che la vita ci parla e noi non
ascoltiamo tradiamo la pace.
¨ Ogni volta che la crescita è richiesta dalla
vita e noi non la affrontiamo tradiamo la pace.
¨ Essere nella pace vuol dire ascoltare, avere
occhi e orecchie aperte.
¨ Illuminare il cammino con la fiaccola della
pace è essere presenti. Niente è più forte del qui ed ora.
¨ Avere pazienza è essere nella pace.
¨ Lottare per ciò in cui crediamo è essere nella
pace.
¨ Accettare la vita è essere in pace.
¨ Credere in Dio e non avere paura è essere in
pace.
¨ Adoperarsi per gli altri, accettare gli altri
avvolgendoli di calore è essere in pace.
¨ L’aurora del mondo è qui e porterà la pace nel
cuore di ogni essere.
¨ La pace ci spaventa, ci destabilizza, quindi
cerchiamo di nasconderci dietro una battaglia e facciamo che la pace sia solo
un obiettivo.
¨ E’ difficile arrivare alla pace perché
nell’avvicinarsi agli altri o a noi stessi creiamo un sacco di pregiudizi o di
preconcetti.
¨ Dobbiamo tornare bambini per vedere la vita
come fosse la prima volta, e stringersi semplicemente la mano dicendo:“facciamo la pace” .
Intervento di Nadia
Nel cercare di riflettere sulla pace in questo tempo, in cui la
pace fra i popoli è messa fortemente in discussione, ho voluto soffermarmi in
particolare sul senso della pace interiore, forse perché in questo momento è
per me difficile trovarla...e in un momento in cui mi sentivo
particolarmente agitata, ho cercato di ricordare come mi sono sentita
invece nei momenti di pace, e sono scaturiti questi pensieri:
La pace è...
- un'emozione che mi prende il cuore e ne rallenta i battiti.
- la testa vuota da mille pensieri vorticosi.
- un pianto liberatorio senza aver paura di mostrare le lacrime.
- stare dentro me, girare in ogni stanza, e non aver timore di aprire le porte.
- sapere che anche quando mi sento sola, il Signore mi sta tendendo la mano, la devo solo afferrare.
- C' é gioia quando ci fermiamo ed ascoltiamo il nostro respiro, quando camminiamo consciamente, quando ascoltiamo una persona col sorriso e senza nessun giudizio...
- C'é gioia nell' accettazione, cioè quando riusciamo ad accettare, sia espressioni positive della vita, che quelle di dolore e di sofferenza, poiché é da quest' ultime che impariamo a crescere e ad arricchirci. Dunque tutto si rivela essere un dono ...
- C'é pace interiore quando smettiamo di odiare il mondo e noi stessi, compiendo aberrazioni contro il nostro corpo e la nostra anima.
- C'é pace quando lasciamo cadere l'io e tutto quello che abbiamo costruito attorno ad esso, così che si possa tornare "bambini" , puri, fiduciosi, gioiosi e senza paure ...
- C'é pace interiore quando non esiste più la paura (per l' ignoto, per la morte, per la malattia, per la sofferenza ... ) e non esiste paura solo quando si ama in modo incondizionato, come ad esempio la natura, che ama e dà in modo continuo il sole, gli alberi, l' acqua ... che non smettono mai di dare!
- C'é pace interiore quando si comprende di essere di Dio, di essere nell' unità con Dio, e solo allora sarà gioia, eterna gioia ... e non vi sarà più dolore di nessun tipo ... allora ci sarà la consapevolezza di essere perfezione, così come siamo ... alla base però dobbiamo essere puro Amore ...
- C'é pace quando sei in armonia con l' universo, quando stai bene con te stesso e con qualsiasi persona, in qualsiasi luogo ... quando può accadere qualsiasi cosa, ma non ti abbatti ... non ti tocca nulla ... la guardi, l' osservi e sorridi ...
- C'è pace quando tutto é ovattato, quando ti senti sempre al sicuro, coccolato, amato ... quando tutto é comprensione ... poiché non c'é nulla da capire, c'é solo da vivere il presente. ...Quando sei Gioia, sei talmente di Dio, che se ti apparisse in quel momento, "in carne ed ossa", penseresti di vedere te stesso e non avresti nessuna reazione ... vi amo.
La pace è uno stato interiore. Spesso mi sembra irraggiungibile quando
il mare è in tempesta e il mio sguardo è rivolto altrove; ma nel momento in cui
guardo dentro me c'è sempre un faro accesso, c'è sempre il vento che soffia e
gonfia le vele, c'è sempre un porto tranquillo dove riposare e trovare pace...
Abbi Fede!
Sicuramente nel momento in cui trovi pace dentro te riesci a far da
ponte e far sì che la pace arrivi a chi ti sta vicino.....è come quando butti
un sasso nell'acqua e forma dei cerchi concentrici che si allargano sempre più!
Intervento
di Federico
La pace interiore proviene da una gioia inesauribile e continua che
abbiamo in ogni momento presente . È la gioia che ci porta a vivere il momento
in cui siamo ora.
Sono stato contento di partecipare alla veglia di ieri sera sul tema
della pace: mi avete donato tanta commozione e serenità. Il mio desiderio è di
tornare a trovarvi ancora nella vostra casa dove ho incontrato la dimensione
umana di cristiani e la pace del cuore.
Grazie per l'opportunità offertami da Paola e Nicoletta che mi hanno
accompagnato nel viaggio di ritorno da Romena. Un abbraccio a voi tutti.
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