Le parole, le note, i nostri passi e anche il
silenzio possono diventare preghiera.
In una serata
fredda e piovosa fr.Renzo accoglie e saluta caldamente i partecipanti (15p).
Ecco le nostre
testimonianze:
CANTO DI OSCAR
MALE CHE FA MALE – Alex Baroni
Dio se ci sei, con i
dolori tuoi,
ascolterai una preghierai figli tuoi, chiedono amore sai,
ci sentirai, così vicino a te
Vite a metà, cuore
indeciso che,
la direzione non ce l'hagente che va, senza pensarci su,
il bene e il male non lo sa dov’è
Quanti che, li puoi vedere
anche tu
sulle strade soli come
sono
Male che fa male, tu lo
puoi fermare
male che fa male tu non
vuoilasciati parlare lasciati cercare
lasciati vedere e guarda noi.
Dio se ci sei, di sole e
nuvole,
libera noi da questo maledacci il tuo pane, toglici i debiti
ascolterai queste parole che,
gridano, così lontano da te
ma lo so che tu le puoi sentire
Male che fa male, tu lo
puoi fermare
male che fa male tu non
vuoilasciati parlare lasciati cercare
lasciati vedere e guarda noi
Quanta gente che ci crede,
a qualcosa
e sta lottando anche per
noiquanta gente sta aspettando te.
Male che fa male, tu lo
puoi fermare
male che fa male tu non
vuoilasciati parlare lasciati cercare
lasciati vedere e guarda noi
INTERVENTO DI FRANCESCA
L’atto della
preghiera per me è mettermi in relazione con qualcosa più grande, o per
ringraziare, o per chiedere una benedizione, o per mettermi in ascolto. E’
questo un momento in cui riconosco che c’è qualcosa di più grande della mia
comprensione del mondo, del mio piccolo stare su questa terra, del mio sentire,
e la preghiera mi apre a una relazione che ridimensiona i miei “assoluti” e
mi mette in discussione.
Per me la
preghiera va fatta in ginocchio. Le ginocchia sono la parte forte della gamba,
che sostengono, tengono in piedi, danno slancio, ci fanno muovere. Quando
studio la storia antica, mi stupisce vedere i grandi re del passato
inginocchiarsi per ricevere l’incoronazione: anche loro, pur avendo potere di
vita e morte sui loro sudditi, dovevano sospendere il loro potere per un attimo
e riconoscere in quella sospensione l’origine della loro forza.
Questo mi
ricorda un tempo in cui non sentivo il
bisogno di ringraziare o chiedere benedizione alla vita. Un giorno, anzi una
sera, mi capitò però di vivere un’esperienza diversa dal solito, di
sperimentare una sensazione in cui mi sentivo così amata da morirne quasi, nel
senso che era difficile da sostenere anche solo il pensiero di essere il
destinatario di una cura e un calore così grandi e avvolgenti, tanto da farmi
sentire inetta, non degna, quasi vergognosa.. fu allora che l’unica cosa che il
mio corpo fece, nella paralisi di volontà che quello stato di contemplazione
produceva in me, fu di crollare in ginocchio, piegando quasi, assieme agli arti
inferiori, anche il mio orgoglio, una parte coriacea dentro che non si piegava
mai, che non chiedeva, che non osava desiderare qualcosa di più, che non si
metteva mai in relazione. Ora nella mia preghiera c’è sempre anche questo
ricordo, di quell’ atto di umiltà, di un modo dolce e diverso di essere nel
rispetto di me stessa e della vita che mi sostiene.
In sala capitolare leggiamo TUROLDO
David
doveva partecipare a un corso biblico sulla preghiera, organizzato pochi mesi
prima della sua morte. Gli organizzatori, saputo che p. David non poteva muoversi,
perché la salute declinava, decisero di andare a trovarlo e di intervistarlo.
Ecco
alcuni passaggi;
P.
David nel ringraziare il gruppo dice: “Avevo accettato con entusiasmo il vostro
invito perché il tema della preghiera attraversa tutta Ia mia vita. Ho fatto
non so quante volte la traduzione dei salmi, ho composto più di mille inni
perché la chiesa canti, ho fatto liriche con i testi della Bibbia perché la
gente torni a casa con la Parola di Dio che le canta dentro... Bisogna partire
da Cristo che è l'orante, il liturgo per eccellenza, colui che tiene la comunione
dei mondi. Proprio vedendo Cristo capiamo che la preghiera è una vita, è un
modo di vivere e questo è molto importante tenere presente altrimenti si fanno
pratiche di pietà. Va subito fatta una distinzione: c'è la pietà e ci sono
pratiche di pietà. La pietà è uno stato permanente...Le pratiche di pietà sono
momenti particolari in cui si dicono preghiere.
E'
come il fuoco e la legna, per alimentare il fuoco è chiaro che tu non puoi
privare il fuoco della legna perché il
fuoco si spegne come non puoi mettere tanta legna sul fuoco perché questo si
soffoca e quindi c'è la pietà, c'è la vita di Cristo che è l'eterno orante... e
ci sono momenti di preghiera... La preghiera non è una cosa in più, essa fa parte
dello stato biologico dell'uomo. Il credente deve essere uno che vive la sua preghiera.
Difatti l'uomo non è un autosufficiente, non è autonomo, anzi la vita dell'uomo
è un rapporto continuo, uno stato di comunione, uno stato di comunicabilità, di
espansione. Non c'è nessun uomo che non abbia bisogno dell'altro, di comunicare
con l'altro. Dio stesso ha bisogno di comunicare ed è il fondamento stesso poi
della natura dell'uomo che è fatto a sua immagine.
La
preghiera non è quello che noi pensiamo. E' preghiera, per esempio, non
sciupare le cose, preghiera è essere in pace con gli elementi, preghiera è il
rapporto con la terra, con gli altri e con te stesso. .. Sono tre le dimensioni
dell'uomo: la dimensione cosmica, la dimensione comunitaria, la dimensione
divina. Se tu non attui le due prime non hai nemmeno la terza: ecco come i
rapporti si snodano... Io sono la coscienza della terra, sono la terra che ama
e che adora, oppure la terra che bestemmia e che odia... quando io mi
inginocchio è la terra che si inginocchia, quando io canto sono i cieli che
cantano, quando io compongo una lode, do voce ad ogni creatura. L'uomo di
preghiera è quello che sale verso Dio portando tutta la creazione e porta Dio
nella creazione. Ecco i due movimenti: l'uomo va, si carica di Dio e torna nel
tempo e nello spazio per mutare le cose.
...
Amici che mi ascoltate non preoccupatevi di chiedere questo, di chiedere quest'altro,
preoccupatevi di essere, di essere e basta. E di tanto in tanto, per essere, raccoglietevi
e cercate di alimentare questo fuoco. La questione è nel modo in cui si vive,
perché anche la preghiera può essere fuga, può essere alienazione".
Brevi commenti al termine della lettura
ENNIO:
ho capito solo in età matura che la preghiera non deve servire per chiedere, ma
per essere. Essere quindi dentro noi stessi per comprenderci in profondità e poi
trasmetterlo agli altri.
MATTEO:
la preghiera ci rappresenta come una rete, cioè siamo tutti collegati tra noi
attraverso dei nodi in comunione con Dio. Non fare preghiera, ma essere
preghiera è una coscienza che ama.LAURA: la preghiera è uno strumento prezioso ed indispensabile che ci fa sentire in comunione con il mondo.
NICOLETTA: San Bernardo di Chiaravalle diceva che la preghiera permette all’uomo di conoscere se stessi nella propria interiorità. Essere preghiera è essere uniti.
INTERVENTO DI OSCAR
Entanglement e preghieraL’entanglement, che significa “unione”, “correlazione”, è un affascinante e misterioso fenomeno della meccanica quantistica secondo cui due particelle che sono state in relazione tra loro per un certo periodo di tempo, se vengono separate, rimangono in qualche modo legate, e ciò che accade ad una si ripercuote istantaneamente anche sull’altra, senza necessità di una interazione e indipendentemente dalla distanza che le separa.
Un esperimento fu condotto nel 1997 su due fotoni legati tra loro. Entrambi furono inseriti in una macchina speciale che aveva il compito di separarli fino ad una distanza di 23 km. Fu quindi riscontrato che le due particelle “entangled”, seppur a 23 km di distanza, continuavano ad agire come se fossero rimaste unite.
Quando sono venuto a conoscenza di questo fenomeno, ho subito pensato al potere della preghiera, cioè entrare in contatto profondo, far accadere qualcosa, trasformare e muovere l’animo ad un'altra persona, che in qualche modo è unita a noi o da un vincolo diretto di conoscenza, o dal fatto che comunque tutti siamo parte di un unico “tutto”.
Con questo non voglio interpretare in maniera pseudoscientifica il fenomeno quantistico per giustificare per esempio come fanno i gemelli omozigoti a “sentirsi” uno con l’altro anche separati, ma sento che ogni progresso scientifico che cerca di spiegare l’infinitamente grande e infinitamente piccolo, finisce col descrivere l’uomo nella sua natura più profonda, anzi gli uomini; e noi infatti siamo tutti uniti, solo che siamo manifesti a vari livelli, e la preghiera è uno dei modi per attraversare tali livelli e creare ricreare il legame primordiale che ci ha generati.
In chiesa
CANTO DI OSCAR
San Francesco – Paolo Spoladore
O Signore fa di me un tuo
strumento
fa di me uno strumento
della tua pace,dov'è odio che io porti l'amore,
dov'è offesa che io porti il perdono,
dov'è dubbio che io porti la fede,
dov'è discordia che io porti l'unione,
dov'è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza.
Dov'è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza.
O Maestro dammi tu un
cuore grande,
che sia goccia di rugiada
per il mondo,che sia voce di speranza,
che sia un buon mattino
per il giorno d'ogni uomo
e con gli ultimi del mondo
sia il mio passo lieto nella povertà,
nella povertà.
O Signore fà di me il tuo
canto,
fà di me il tuo canto di
pace;a chi è triste che io porti la gioia,
a chi è nel buio che io porti la luce.
È donando che si ama la vita
è servendo che si vive con gioia.
Perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno.
Perdonando che si trova il perdono
è morendo che si vive in eterno
O Maestro dammi tu un
cuore grande,
che sia goccia di rugiada
per il mondo,che sia voce di speranza,
che sia un buon mattino
per il giorno d'ogni uomo
e con gli ultimi del mondo
sia il mio passo lieto nella povertà,
nella povertà.
Concludiamo la camminata cantando tutti insieme Evenu
Shalom e poi recitando il padre nostro, dandoci la mano in cerchio, davanti
all’altare.
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