Testi degli interventi - La temperanza



La camminata meditativa del 17 LUGLIO si è svolta dal Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo e ha avuto come tema conduttore  una virtù cardinale: LA TEMPERANZA.

La Temperanza, contrapposta al vizio dell'ira, nell'iconografia antica veniva spesso rappresentata nell'atto di versare dell'acqua al vino per renderlo meno forte...un'unione di opposti.
Quali aspetti di me hanno bisogno di essere temperati con l'acqua? In quale delle emozioni sento più forte il bisogno di esercitare la temperanza?
Le virtù cardinali non sono un dono divino, ma ogni uomo le può coltivare per raggiungere la sua piena umanità....che passi sto muovendo nella mia vita per rendere concreta questa possibilità?

Abbiamo camminato in silenzio cercando di capire cosa significa la temperanza per  ognuno di noi, facendo delle soste per ascoltare le riflessioni e le testimonianze dei partecipanti (41):

RITROVO AL CHIOSTRO

INTERVENTO DI NICOLETTA
La temperanza è una virtù delle quattro cardinali: insieme alla forza, alla giustizia e alla prudenza sono i cardini che ci sono stati tramandati dal passato per raggiungere la nostra piena umanità. Ne parlano Platone ed Aristotele prima dei grandi pensatori cristiani, come S. Ambrogio e S. Tommaso. Ce le presentano come le vie da percorrere per essere uomini completi.
Anche il termine temperanza viene dal latino, dal verbo temperare, che indica come possiamo immaginare ad una riflessione di confronto con l’italiano l’essere moderato, il frenare, il trattenersi da qualcosa, ma ha come primo significato mescolare. Infatti rappresentava il gesto dell’unire l’acqua al vino. Sappiamo che il vino presso gli antichi aveva una gradazione alcolica molto elevata e l’unione con l’acqua era indispensabile per poterlo bere.

INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
La canzone “Salvami” di Jovanotti parla proprio del contrario della temperanza: una descrizione di tutti gli opposti, le contraddizioni e gli eccessi presenti in questo mondo, ma anche dentro di noi. Il ritornello è il grido di aiuto ”salvami” rivolto a Dio e a se stessi per trovare un equilibrio da tutta la disarmonia che ci circonda.

SALVAMI - Jovanotti
I bianchi, I neri, la religione
Il pessimismo della ragione
La foto di gruppo, il primo giorno di scuola
Libertà di movimento, libertà di parola
Le otto principesse e I settecento nani
Le armi gli scudi, I diritti umani
I corvi che gracchiano "rivoluzione"
Però non c'è pietà e non c'è compassione
Il sangue si coagula sul pavimento
Si inceppa l'articolazione del movimento
La voce che balbetta la speranza che inciampa
La capra che crepa, la capra che campa
La giornalista scrittrice che ama la guerra
Perché le ricorda
Quando era giovane e bella
Amici e nemici, che comodità!
Villaggi di fango
Contro grandi città
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli

Le reti I cancelli le zone rosse
Migliaia di croci milioni di fosse
La NATO, la Fao, le nazioni unite
Seimiliarditrecentomilioni di vite
Dignità dignità, una vita normale
L'indifferenza e il più grave peccato mortale
Il mercato mondiale il mercato rionale
La croce del sud e la Stella polare
Il nasdaq che crolla, il petrolio che sale
La borsa che scende, la borsa che sale
La storia ci insegna
Non c'è mai fine all'orrore
La vita ci insegna che vale solo l'amore

Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salvati

Il PIL la ricchezza misurata in consumo
La rete globale I segnali di fumo
La riconversione dell'energia
Il colpo di coda dell'economia
I microcomputer, le trasformazioni
E noi sopra un ferro che ha ancora I pistoni
Le facce impaurite, la vita che vola
Lo stomaco, il fegato, il petto, la gola
Peshawar, New York, Sierra leone
La polizza vita dell'assicurazione
L'innocenza perduta, le ragioni di stato
Una sola potenza, un solo mercato
Un solo giornale, una sola radio
E mille scheletri dentro l'armadio
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoci

La storia ci insegna
Che non c'è fine all'orrore
La vita ci insegna
Che vale solo l'amore

Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli



INTERVENTO DI ROSANNA
Leggo alcune citazioni che mi fanno pensare alla virtù della temperanza.
Essere re vuol dire molto di più che fare quello che vuoi. Tutto ciò che vedi coesiste grazie ad un delicato equilibrio. Come re, devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica alla saltellante antilope. Quando moriamo, i nostri corpi diventano erba e le antilopi mangiano l’erba e così siamo collegati nel grande cerchio della vita.  (Mufasa e Simba)
La tua mano si apre e si chiude e si apre e si chiude, se fosse sempre chiusa a pugno o aperta, sarebbe paralizzata. (Rumi)
La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti.
(Albert Einstein)
La cosa migliore e più sicura è avere equilibrio nella tua vita, riconoscere i grandi poteri attorno a noi ed in noi. Se riesci a farlo e vivere in quel modo, sarai davvero una persona saggia. (Euripide)
Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo. (M.Gramellini)
Primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi. (Seneca)
Abbiamo bisogno in ogni momento di una certa quantità di dolore o di privazione come una nave ha bisogno della zavorra per mantenere la stabilità. (Schopenhauer).

CANTO DI SILVIA ED ENRICO

 L'equilibrio è un miracolo - Patrizia Laquidara
Guardo il mondo e penso a testa in giu'
Sopra a un filo che è sospeso
Di vertigine in vertigine
Dove è piu' leggero esistere
Dolce è vivere nell'aria
L'equilibrio è un miracolo

Per un momento io lascio la vita sospesa negli angoli
E mi abbandono all'umana paura di essere liberi
Volteggio piano nel vuoto d'amore
Apro i miei occhi nel blu
Di questo cielo cosi grande

Quando arriva la tempesta qui
Non mi coglie impreparata il vento
L'equilibrio è un miracolo

Per un momento io lascio la vita sospesa negli angoli
E mi abbandono alla fragile attesa di nuovi pericoli
Volteggio piano nel vuoto d'amore apro i miei occhi nel blu
Di questo cielo cosi grande

Per un momento io vivo la vita sognata degli angeli
E mi abbandono all'umana certezza di essere fragili
Volteggio piano nel vuoto d'amore che sento dentro di me
In questo cielo cosi grande


INTERVENTO DI ELISABETTA
L’iconografia della temperanza raffigura spesso una donna nell’atto di versare un liquido da una brocca ad un’altra o ad una coppa. Dunque la temperanza attraverso questa immagine ci insegna a diluire ciò che è troppo forte per essere bevibile.
Se mi interrogo su cosa trovo in me di eccessivo che ha bisogno di essere diluito mi accorgo che sono soprattutto le emozioni e in questo mi viene in soccorso un’altra  iconografia che è quella di Giotto agli Scrovegni: raffigura l’ira come una donna dal volto disfatto, sconvolta, che si traccia le vesti. 
Di fronte ad essa una donna bellissima con un abito da antica vestale tiene in mano una spada che ha la caratteristica di essere fasciata; è la temperanza. Qui abbiamo un altro spunto straordinario: la nostra spada interiore va fasciata perché non possa ferire. E’ una spada di metallo che ha le potenzialità di ferire, ma non lo fa da sola, in maniera istintiva e immediata. Per essere usata deve essere sfasciata: l’arco di tempo necessario a questa operazione mi pare corrisponda all’acqua versata nel vino.
Da un lato dunque le emozioni sopraffanno la donna, la temperanza ci insegna a fasciare le emozioni e in qualche modo ad imbrigliarle, non a negarle o reprimerle, ma a farle diventare i cavalli che muovono il nostro cocchio di cui siamo esperti guidatori, sapendo fasciare e sfasciare, diluire e annacquare.           

CANTO DI ALESSANDRO – Luce di Fiorella Mannoia (scritta da Luca Barbarossa)
Non c'è figlio che non sia mio figlio
Né ferita di cui non sento il dolore
Non c'è terra che non sia la mia terra
E non c'è vita che non meriti amore
mi commuovono ancora i sorrisi
e le stelle nelle notti d'estate
i silenzi della gente che parte
e tutte queste strade.

Fa' che non sia soltanto mia
questa illusione
fa'che non sia una follia credere ancora nelle persone.

Luce, luce dei miei occhi dove sei finita
lascia che ti guardi dolce margherita
prendi la tua strada e cerca le parole
fa' che non si perda tutto questo amore,
tutto questo amore.

Non c'è voce che non sia la mia voce
Né ingiustizia di cui non porto l'offesa
Non c'è pace che non sia la mia pace
e non c'è guerra che non abbia una scusa.
Non c'è figlio che non sia mio figlio
né speranza di cui non sento il calore
non c'è rotta che non abbia una stella
e non c'è amore che non invochi amore.

Luce, luce dei miei occhi vestiti di seta
lascia che ti guardi,dolce margherita.
Prendi la tua strada e cerca le parole
fa' che non si perda tutto questo amore.

Luce, luce dei miei occhi dove sei finita
lascia che ti guardi, dolce margherita
prendi la tua strada e cerca le parole
fa' che non si perda tutto questo amore,
tutto questo amore.

INTERVENTO SPONTANEO DI NADIA SA.

INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
La canzone L’ EQUILIBRISTA è stata scritta da tre mani diverse, e già per questo è un segno di equilibrio: ognuno dei tre musicisti ha temperato il proprio stile per farlo armonizzare con gli altri. Gli autori sono Marco Ligabue (fratello di Luciano), Paolo Belli (presentatore e cantante) e Beppe Carletti (fondatore e tastierista dei Nomadi). La canzone descrive l’equilibrio si in modo specifico con la figura dell’equilibrista nell’atto di stare su un piede con le braccia aperte, sia in generale con la realizzazione dei propri talenti: questa espressione è l’acqua temperante che sento il bisogno di far scorrere per il trovare il mio equilibrio. Una persona mentre onora il proprio talento è naturalmente in equilibrio con sé e con gli altri.

L’EQUILIBRISTA – Marco Ligabue , Paolo Belli, Beppe Carletti

per chi ha qualcosa dentro e sa che arriverà il momento
per chi sorride al mondo che sia acceso o che sia spento
ci siam passati tutti da giorni con le ossa rotte
ci siam passati tutti da storie solo immaginate

per chi non si da pace e passa le nottate
a collezionare sogni a cercare la sua estate

tu lo sai qual è il tuo meglio?

l’equilibrista apre le braccia e va su un piede
ognuno ha il suo talento
il marinaio ascolta il vento alza le vele
ognuno ha il suo talento

per chi non ha scordato tutte quelle porte in faccia
la rivincita arriva solo dopo la batosta

ci siam passati tutti da qualche strada troppo stretta
ci siam passati tutti da qualche voglia di vendetta

il segreto è non mollare per chi crede nel sudore
per chi cerca un posto al sole

l’equilibrista apre le braccia e va su un piede
ognuno ha il suo talento
il pittore coglie l’istante disegna il mondo
ognuno ha il suo talento

Solo togliendo la distanza
Tra forma e sostanza
Il cuore ti scoppia
Solo togliendo l’apparenza
E andando all’essenza
Il cuore ti scoppia

l’equilibrista apre le braccia e va su un piede
ognuno ha il suo talento
ed io ci credo cascasse il mondo
io non mi arrendo
è questo il mio talento la la la la la
ognuno ha il suo talento la la la la la
ognuno ha il suo talento.

INTERVENTO SPONTANEO DI PINO
Ci ha spiegato in che modo la temperanza si è intrecciata con la sua vita in un racconto autobiografico molto intenso e profondo, da cui abbiamo tratto vari spunti di riflessione.

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