Testi interventi - Il respiro



La camminata meditativa, la sera del 17 OTTOBRE 2016, si è svolta al Convento di Santa Maria del Cengio e ha avuto  come tema conduttore: “IL RESPIRO”.
Il respiro è il perpetuarsi nell’uomo del soffio vitale di Dio, è l’espressione umana che traduce lo stato d’animo. Siamo consapevoli del nostro respiro? Lo sappiamo ascoltare?

Lungo il percorso, ritmato dai passi silenti dei partecipanti (27), sono state offerte alcune riflessioni/testimonianze:


ACCOGLIENZA AL CHIOSTRO:
fra Renzo accoglie i presenti con un saluto di benvenuto e legge alcuni passi scritti  da David M. Turoldo:  …”un cuore mi è stato dato….. e … “ogni essere che respira da lode al Signore”.


CANTO DI SILVIA ED ENRICO: OCEANO


INTERVENTO DI LISA
Respiro
Un pieno ed un vuoto.
Prendo e lascio andare.
Nel prendere nutro, c’è energia, forza.
E nel lasciare andare c’è la trasformazione che quell’energia ha prodotto.
Respiro e sono viva.
Viva se mi accorgo di cosa entra ed esce da me,
se ogni tanto mi fermo e ascolto il respiro della mia vita.
Cosa ho preso oggi e cosa ho lasciato andare?


Cantiamo tutti assieme TU SEI
Tu sei la prima stella del mattino,
Tu sei la nostra grande nostalgia,
Tu sei il cielo chiaro dopo la paura,
dopo la paura d’esserci perduti
e tornerà la vita in questo mare. (bis)
Soffierà, soffierà, il vento forte della vita,
soffierà sulle vele e le gonfierà di te.
Soffierà, soffierà, il vento forte della vita,
soffierà sulle vele e le gonfierà di te. (bis)
Tu sei l’unico volto della pace,
Tu sei speranza nelle nostre mani,
Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali,
sulle nostre ali soffierà la vita
e gonfierà le vele per questo mare. (bis)


In modo spontaneo e casuale vengono pronunciati aggettivi della parola RESPIRO:
intenso, libero, profondo, sottile, prorompente, vitale, esistenziale, corto, grosso, affannoso, meditativo, accelerato, ansimante, rallentato, vibrante, altalenante, vigoroso, lento, caldo, notturno, silenzioso, prolungato, agitato, ritmico.
INTERVENTO DI  OSCAR

Prima di ascoltare le mie parole vi chiedo di ascoltare per qualche secondo il vostro respiro, poi di compiere una ESPIRAZIONE, e poi fate una profonda, completa e consapevole INSPIRAZIONE.
Questi poche azioni che avete compiuto solo la base dello Hatha Yoga, che considera il respiro come manifestazione umana dell’energia cosmica.

Perché il respiro è così importante?  E’ una delle funzioni vitali fondamentali che è comandata sia involontariamente dal sistema vegetativo sia volontariamente dalla volontà. Tale atto fisiologico è quindi la porta attraverso la quale noi possiamo entrare in contatto con il nostro essere più profondo, è il collegamento tra il conscio e l’inconscio. Ad ogni stato emotivo corrisponde un preciso tipo di respiro: quando abbiamo paura il respiro è bloccato, quando dormiamo il respiro è tranquillo, quando siamo arrabbiati è agitato, mentre siamo concentrati è breve: il principio base della tecnica della respirazione yogica è il controllo della mente e degli stati emotivi attraverso il controllo del respiro: dato che è impossibile comandare direttamente la mente e le emozioni, esistono delle tecniche per farlo attraverso l’atto fisico del respiro.

Siamo abituati a pensare al respiro in modo riduttivo come al susseguirsi di inspirazione ed espirazione, invece le apnee tra i due atti sono parte integrante del ciclo respiratorio. Uso la parola ciclo poiché è proprio così che dovrebbe essere il respiro: un circolo completo, regolare, con pause impercettibili e con la stessa durata di inspirazione ed espirazione. Un respiro normale è caratterizzato da una espirazione che dura circa 3 volte un inspirazione, con le apnee abbastanza lunghe: le tecniche dello Pranayama insegnano a controllare il respiro attraverso il diverso ritmo e intensità e di queste 4 fasi dell’atto. Saper riconoscere e sperimentare volontariamente tutte le combinazioni porta ad una stato di coscienza di sé stessi molto elevato, che è la base per poter iniziare qualsiasi pratica meditativa. Una volta raggiunto l’equilibrio è impossibile riconoscere il confine tra respiro volontario e respiro naturale.

Lo Yoga distingue tre tipologie di respirazione:

La respirazione Addominale utilizza la parte inferiore dei polmoni ed è caratterizzata dal movimento del diaframma, che genera il rigonfiamento dell’addome. Tale respirazione nella forma involontaria è caratteristica dei momenti di riposo e rilassamento, mentre nella forma volontaria è usata ad esempio per il canto.
La respirazione toracica utilizza la parte centrale dei polmoni ed è caratterizzata dal movimento dei muscoli intercostali, con il tipico rigonfiamento del petto. Tale respirazione è caratteristica dei momenti di intenso sforzo fisico, abbinata a quella addominale, ma anche dei momenti di rabbia o agitazione.
La respirazione clavicolare utilizza la parte superiore dei polmoni ed è caratterizzata da un leggero movimento delle spalle. Tale respirazione è tipica dei momenti di alta concentrazione o quando ci capita di guidare l’auto in modo automatico senza rendersi conto delle azioni.

La respirazione completa dello Yoga è quella che lega in modo armonioso e continuo tutte e tre le respirazioni dal basso verso l’alto, attraverso il controllo dei muscoli, della postura, del ritmo e dell’intensità del respiro. Il respiro ha un preciso percorso nel corpo umano, che parte dal fondo del bacino, il primo chakra, fino alla parte più alta del seno nasale, vicino al settimo chakra: è lo stesso percorso dell’energia vitale che dal basso sale verso l’alto (Kundalini) , è il percorso dell’uomo che cerca la sua parte divina.



INTERVENTO DI  NADIA

Ho cercato fuori di me il significato di respiro, leggendo poesie, cercando notizie...del tipo che in una giornata respiriamo circa 15.000 volte, e chiedendomi poi di quante effettivamente me ne rendo conto..., guardando la natura e di come il respiro cambia quando siamo immersi in essa.
Poi mi sono fermata, e ho cercato dentro di me il significato di respiro, e mi sono resa conto di come in questi giorni il termine più presente è “respiro corto”, “trattenere il fiato”.
Il respiro rispecchia lo stato d'animo e le emozioni che mi abitano.
La frenesia dei nostri giorni mi porta sempre più spesso a rendermi conto di quanto è difficile trovare uno spazio, un tempo, che mi doni RESPIRO e che mi dia fiato.
La parola RESPIRARE è composta dalla particella RE nel senso di “addietro” e SPIRARE, soffiare, emanare.
Allora il pensiero che mi viene è che il fiato corto di questi tempi è perché mi trovo nella fase del RE, nel senso di tirare indietro o in dentro, di trattenere,  in attesa e con la fiducia che arriverà anche il tempo del SPIRARE, inteso come emanazione, soffio di vita che mi nutre e mi dona sollievo.



CANTO DI OSCAR (Respiro di Fabrizio Moro)

Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!

Credo fermamente in tutto quello che sento
la vita poi va presa come viene si sa...
le mie parole sono come lame del vento
nate dal rancore nato da un sentimento.

A volte la realtà si basa sulla finzione
ma io non voglio credere in un'altra illusione
non ho la certezza non ho la presunzione
in una confusione a colori mi ripeto

Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!
Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!

Finalmente guardo gli alberi più alti
cammino a testa alta e non parlo con i santi...
ho avuto paura tante volte nella vita
ma in fondo una paura è una gioia inesaudita.

E guardo mio figlio capendo chi sono
perché nei suoi occhi vedo il seguito di un uomo
che viene da un giro di gente bruciata
nati per sbaglio e morti per strada

Dove se alzi la voce prosegui il tuo cammino
mentre chi sussurra piano perde l'acqua dal mulino
voglio stare in pace con me stesso e col mondo
andare lontano lontano lontano...

Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!
Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!

Ci sono limiti che voglio superare
ci sono ipocriti che devo rispettare
e certe cose non mi passano mai di mente
sono un eroe che purtroppo a volte non vale niente
rido guardando il sole,
e mi ripeto, che tu...

Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!
Non sei più quello che mi manca, in un giorno splendido
non c'è più l'aria che mi stanca, oggi respiro!

Oggi respiro... oggi respiro...


 
INTERVENTO DI GHENO

Noi esseri umani per vivere abbiamo bisogno di alimentarci:
- di un nutrimento materiale come il cibo che ci da sostentamento e forza fisica;
- di un nutrimento leggero come l’aria che arricchisce la nostra anima;
- di un nutrimento spirituale che ci avvicina a Dio.
Questi tre nutrimenti sono RESPIRI VITALI E SACRI.



INTERVENTO DI NICOLETTA

Il modo migliore per respirare è attraverso la respirazione addominale; così facendo muoviamo il diaframma che rivitalizza i nostri organi vitali e ci fa stare meglio. Un bambino appena nato respira muovendo la pancia, noi adulti facciamo più fatica.
Spesso l’ansia e la paura ci bloccano il respiro e non permettono un flusso regolare e profondo dell’aria; è importante avere una consapevolezza del proprio respiro per superare anche questi momenti di difficoltà e una buona respirazione è determinante.
Il primo e ultimo respiro che facciamo sono entrambi forti e significativi e racchiudono praticamente la nostra vita.
La prima inspirazione è quella che apre i polmoni del neonato, è l’atto che crea le basi per la separazione fisica tra madre e figlio, è una chiara dichiarazione di indipendenza, fondamentale e capace di segnare la nostra evoluzione.
L’ultimo respiro è l’estrema lotta che il corpo compie contro la morte prima di lasciarsi andare.

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