La
camminata meditativa, la sera del 18 LUGLIO 2016, dal Chiostro del Convento di
Santa Maria del Cengio all’Eremo di Santa Maria, ha avuto come tema conduttore:
“L’ACCOGLIENZA”.
Che cosa vuol dire accogliere se stessi
nelle luci e nelle ombre. Cosa vuol dire accogliere l'altro all'interno di una
coppia, di una famiglia, di un rapporto di amicizia, di una comunità? Cosa vuol
dire accogliere lo straniero? Qual è il significato profondo di accoglienza?
Lungo
il percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei
partecipanti (20), in una calda serata estiva ed illuminati da una splendida
luna piena, sono stati offerti canti, riflessioni e testimonianze:
ACCOGLIENZA AL CHIOSTRO:
fra
Renzo accoglie e dà il benvenuto a tutti, in particolare alle persone che
partecipano per la prima volta, lanciando dei petali di fiori secondo la
tradizione orientale.
Momenti di riflessione:
Ø
Sosta
davanti alla grotta con il canto del Magnificat: l'accoglienza di Maria che
dice "si".
Ø
lungo
la salita ci siamo fermati al grande albero per raccogliere la spazzatura
lasciata dai ragazzi, un modo per accogliere il "luogo".
Ø
sosta
alla grotta: entriamo senza luci e sostiamo in silenzio per accogliere il buio
fuori e dentro di noi.
INTERVENTO DI NADIA S.:
Il
termine Accoglienza deriva da accogliere: dal latino ad-colligere: ad+cum+lego
“raccogliere insieme”,raccogliere presso di sé,
radunare, mettere insieme.
Il
contrario di accoglienza è congedare, allontanare, escludere.
Accogliere
significa anche accorciare le distanza, mettere a proprio agio.
L'accoglienza
non va confusa con l'ospitalità, che invece è mettere a disposizione vitto e
alloggio allo straniero al pellegrino. Si può essere ospitali ma non veramente
accoglienti.
Accoglienza
è una parola molto presente dei nostri tempi, in particolare l'accoglienza
dello straniero del più debole, dell'immigrato che affronta infinite traversie
nella speranza di una vita migliore.
Una
delle caratteristiche della nostra civiltà però
è la diffidenza, la paura di chi è diverso o appunto straniero. Lo
straniero abita a casa nostra, tra i banchi di scuola, nella nostra città,
eppure difficilmente riusciamo a conoscerlo a entrare in contatto. (Molto
spesso lo straniero abita proprio dentro di noi, son tutte quelle parti che non
vogliamo mostrare o da cui scappiamo.)
L'incontro
con chi è diverso però ci permette di guardare la vita in modo nuovo, ci apre
lo sguardo e ci costringe ad uscire dai
nostri schemi spesso chiusi e ripetitivi.
Il
tema dell'accoglienza è presente anche nella bibbia.
Il
primo grande esempio di accoglienza nella bibbia è quello di Abramo alle Querce
di Mamre (gn 18), la disponibilità di Abramo ad accogliere i tre viandanti
anche quando non ha la più pallida idea di chi siano in realtà.
Ma
in particolare mi piacerebbe soffermarmi in un altro episodio presente nella
bibbia, non tanto nel suo significato teologico che non mi è di competenza ma
come esempio di ospitalità, ed è il
racconto di Marta e Maria,
Luca
10,38-42
Mentre
erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse
nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai
piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti
servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella
mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose:
«Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa
di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà
tolta».
Per
noi che in questi ultimi tempi abbiamo preso a cuore l'eremo abbiamo cercato di
fare nostro il racconto di Marta e Maria. Esse rappresentano l'esempio di
accoglienza come servizio e accoglienza come ascolto. Il nostro intento come
gruppo che vive l'eremo è cercare di riunire e mettere in dialogo Marta e Maria
facendo sì che entrambe coesistano,
alternando momenti di vita attiva (Marta) attraverso il lavoro condiviso, con
l'intento che “lavorare fuori di noi è lavorare dentro di noi”, a momenti di silenzio e di ascolto dell'altro
(Maria)
L'accoglienza
è un'apertura, ciò che viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare.
Accogliere vuol dire mettersi in gioco e a confronto con l'altro e non è sempre
facile.
Personalmente
mi accorgo che nonostante l'esperienza vissuta all'eremo, ho ancora molto da
imparare sull'accoglienza nel suo significato
più profondo e nelle sue molteplici sfaccettature.
Mi
sento accogliente quando lo decido io, quando sono nello stato d'animo giusto,
altrimenti ho bisogno dei miei spazi e tempi in cui nessuno può entrare.
Ma
nel mio ideale mi piacerebbe che
l'accoglienza avesse questi significati:
-
Accogliere è un abbraccio che raccoglie, ma con la presenza di tutta me stessa
con cuore mente e spirito.
-
Accogliere è avere uno sguardo aperto che va oltre l'apparenza
-
Accogliere è saper ascoltare non solo
ciò che mi piace ma anche quello che non mi piace; l'altro è lo specchio di me
stesso.
-
Accogliere è saper accettare un rifiuto
anche quando è doloroso.
-
Accogliere è lasciar andare anche quando vorrei
trattenere
- Accogliere
è aprire porte e finestre di casa mia, del mio cuore per lasciare entrare chi
vi bussa, è lasciare entrare ciò che deve entrare.
Mi
piacerebbe riuscire a mettere in pratica tutto ciò non solo all'eremo ma nella
mia vita di tutti i giorni.
Intervento di Nadia che legge una poesia
sulla fratellanza
Intervento di Patrizia
C’è
stato un tempo della mia vita in cui sono stata molto ostile e pensavo solo a
me stessa….
Avevo
irrigidito il mio cuore fino al punto che mi sono trovata in un buio interiore
inspiegabile.
Proprio
in questo buio, piano piano, ho cominciato ad accettare i miei abissi, i miei
limiti ed un po’ per volta sono riuscita a vedere gli altri.
Nella
preghiera e nel perdono ho trovato l’accesso per accogliere nel mio cuore
innanzitutto DIO, accogliere ogni cosa di me …. accogliere il mio prossimo ….
Quando
ospito qualcuno a casa mia divento ansiosa, sono tutta in subbuglio perché
vorrei essere al top, mi prende l’agitazione e la paura di non fare abbastanza
perché con qualunque ospite vorrei dare il meglio di me e quando se ne va sento
di aver nutrito la mia anima …
Anche
nel lavoro, quando accolgo le persone con un sorriso, sento di aver fatto un
gesto d’amore.
Penso
che amare voglia dire: TI VEDO E TI ACCOLGO COSI’ COME SEI.
Intervento di Enrico
Tratto
da "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estes
"Non
andare nel bosco , non uscire" dissero.
"e
perchè no? Perchè non dovrei andare nel bosco stasera?" domandò lei.
"c'è
un lupo grande grande che mangia le creature come te. Non andare nel bosco, non
andare. Diciamo sul serio."
Naturalmente,
lei uscì. Se ne andò comunque nel bosco e, ovviamente, incontrò il lupo,
proprio come le avevano detto. " Hai visto? Te l'avevamo detto"osservarono,
soddisfatti.
"Questa
è la mia vita, e non una favola, stupidi che non siete altro", disse lei.
"Io devo andare nel bosco, devo incontrare il lupo, altrimenti la mia vita
non avrà mai inizio."
Mai
il lupo che incontrò aveva una zampa imprigionata nella trappola. "
aiutami, oh aiutami! Ahi! Ahii!" urlava. " Aiutami, oh, aiutami! Ti
darò la giusta ricompensa." Perchè così si comportano i lupi nei racconti
di questo genere.
"Come
posso essere sicura che non mi farai del male?" chiese lei. Stava a lei
porre domande."Come faccio a sapere che non mi ucciderai e non lascerai di
me le ossa soltanto?"
"Domanda
sbagliata" ribattè il lupo. "Devi soltanto credere alla mia
parola" E riprese ad ululare e a gemere e a lamentarsi.
"
Oh, ahiiiii! Ahiii!Ahiiii!
C'e
una sola domanda che vale la pena porre, cara ragazza. Oh! Ahii!
"Senti.
Lupo, correrò il rischio. Ecco qua!" e fece scattare la trappola, e il
lupo tirò fuori la zampa e lei gliela fasciò con le erbe e le foglie.
"ah,
grazie, cara ragazza, grazie mille" sospirò il lupo.
E
siccome lei aveva letto troppi racconti del tipo sbagliato, si mise a gridare
" Avanti, ora uccidimi pure, e finiamola con questa faccenda".
Invece
non andò affatto così. Il lupo le posò la zampa sul braccio. " sono un
lupo di un altro tempo e di un altro luogo" affermò. E, strappandosi
dall'occhio un cilgio, glielo porse dicendo "usalo, e sii saggia. d'ora in
poi saprai chi è buono e chi tanto buono non è. Guarda semplicemente con i miei
occhi, e vedrai con chiarezza.
Per
avermi lasciato vivere, ti permetto di vivere in modo che non si è dato mai.
Rammenta,
c'è un unica domanda che valga la pena porre, cara ragazza
E
così tornò al villaggio e, felice di aver salva la vita.
E
questa volta quando dissero: "Resta qui come mia sposa" oppure "
fa come ti dico", o " Dì quel ti dico di dire, e resta una pagina
bianca come il giorno che sei venuta", prendeva il ciglio del lupo
attraverso quello che guardava e vedeva il loro moventi quali mai li aveva
visti prima.
E
la prima volta che il macellaio pesò la carne, lei guardò attraverso il ciglio
del lupo e vide che pesava anche il suo pollice.
E
guardò il suo corteggiatore che disse "Vado così bene per te" e lei
vide che non andava bene per niente al mondo.
E,
così e in tanti altri modi ancora, fu salvata, non da tutte ma da molte
sventure. Inoltre, con questa capacità nuova, non soltanto vide l'infido e il
crudele, ma iniziò a crescere immensa di cuore, perchè guardava ogni persona e
la soppesava in modo nuovo attraverso il dono il lupo che aveva salvato.
E
vide quelli davvero gentili,
e a loro si avvicinò,
e
trovò il suo compagno,
e
rimase con lui per tutti i giorni della sua vita,
seppe
distinguere i coraggiosi,
e
a loro si avvicinò,
comprese
le persone leali,
e
a loro si accostò,
vide
lo smarrimento sotto la collera,
e
si affrettò ad alleviarla,
vide
amore negli occhi dei timidi,
e
a loro si avvicinò,
vide
la sofferenza sulle labbra tirate,
e
ne corteggiò il riso,
vide
il bisogno nell'uomo senza parole,
e
per lui parlò,
vide
la fede in profondità nella donna che diceva di non avere fede,
e
della sua fede si riaccese.
Ogni
cosa vide con il suo ciglio di lupo,
tutte
le cose vere,
tutte
quelle false,
e
quelle rivolte verso la vita,
tutte
le cose viste soltanto attraverso gli occhi di ciò che pesa il cuore con il
cuore,
e
non con la mente soltanto.
Fu
così che apprese che è vero quel che si dice, che il lupo è il più saggio di
tutti. SE ascolti con attenzione, il lupo nel suo ululare sempre va ponendo la
domanda più importante. Non dove si troverà il cibo, dove svolgerà il prossimo
combattimento, nè dove la prossima danza, ma la domanda più importante onde
vedere dentro e al di là e soppesare il valore di tutto ciò che vive: dov'è
l'anima? dov'è l'anima?
ANDATE
NEL BOSCO, ANDATE NEL BOSCO. SE NON ANDATE NEL BOSCO, NULLA MAI ACCADRA' E LA
VOSTRA VITA NON AVRA' MAI INIZIO.
ANDATE
NEL BOSCO,
ANDATE.
ANDATE
NEL BOSCO,
ANDATE.
- sosta nel prato lungo la salita per ammirare
la luna, e camminare qualche minuto sparsi per accogliere il silenzio
arrivo all'eremo
Intervento spontaneo di Franco sulla
luna, sulle stelle e sugli elementi
Intervento spontaneo di Ennio
Conclusione di Nicoletta sul
significato dell'accoglienza dell'elemento acqua e sulle uova che fanno
"frittata".
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