Testi interventi - Le stelle

La camminata meditativa del 20 FEBBRAIO 2017 si è svolta dal Chiostro del Convento di

Santa Maria del Cengio all’Eremo di Santa Maria e ha avuto come tema conduttore:

“LE STELLE”.

Camminare sotto le stelle è una grande metafora della vita, un'immagine che ritorna

spesso nel mondo dell'arte e della letteratura.

In una serata fredda e buia, abbiamo camminato in silenzio fermandoci a guardare le stelle

e per ascoltare le riflessioni e testimonianze dei partecipanti (17):


RITROVO AL CHIOSTRO:

fra Renzo accoglie e dà il benvenuto a tutti, ricordando l’importanza delle stelle fin

dall’antichità, in particolare la stella cometa che guidò i Re Magi da Gesù.

INTERVENTO DI ANITA:

INVOCAZIONE APACHE

GUARDALE MENTRE SORGONO

SOPRA LA LINEA D’INCONTRO

TRA CIELO E TERRA.

NELLA VOSTRA ASCESA, O STELLE,

FATECI DA GUIDA,

SIATECI MAESTRE:

INSEGNATECI AD ESSERE,

COME VOI, UNITI.


CANTO DI OSCAR

I NOMI DELLE STELLE – Mercanti di Liquore

I nomi delle stelle son tutti quanti belli,

Sirio, Vega, Andromeda, l'Orsa e i Due Gemelli.

Chi mai potrebbe dirli tutti quanti in fila?

Son più di cento volte cento - centomila.

E proprio in fondo al cielo,

non so come, non so dove,

c'è un milione di stelle, stelle senza nome,

stelle comuni nessuno se ne cura,

ma proprio grazie a loro la notte è meno scura

ma proprio grazie a loro la notte è meno scura

ma proprio grazie a loro la notte è meno scura...


INTERVENTO DI FABIO

Le stelle sono dei corpi celesti che a differenza dei pianeti “brillano di luce propria” e hanno propria energia.
Il pianeta invece può essere paragonato ad una sorta di sasso che gira attorno ad una stella perché necessita di lei: la Terra, il nostro pianeta, ha bisogno della stella-Sole per avere vita al suo interno.

Le stelle che noi riusciamo a vedere ad occhio nudo sono circa 6000, e ci appaiono come
punti più o meno luminosi e nel caso di quelli più splendenti hanno anche diversi colori.
La luminosità delle stelle che noi percepiamo dipende anche dalla distanza di osservazione.
Le stelle sono i corpi più diffusi nell’Universo.
La stella più vicina alla Terra è il Sole, e dopo il sole c'è la stella Proxima Centauri, a circa
4,28 anni luce di distanza.

Stelle più vicine:

Sole: 8 minuti luce - Proxima Centauri: 4,2 a.l. - Rigel Kentaurus: 4,5 a.l.

Stella di Barnard: 5,9 a.l. - Wolf: 359 7,8 a.l. - Lalande 21185: 8,1 a.l.

Stelle più luminose:.

Sole - Sirio – Canopo - Rigel Kentaurus - Arturo - Vega

Se le stelle nane fossero piccole come granelli di sabbia, fra il Sole e le tre stelle più vicine ad esso vi sarebbe una distanza di almeno 6 Km.
Se la terra fosse grande come una pallina da tennis, la luna si troverebbe a 1, 87 metri di distanza.
Se il sole fosse grande come una pallina di 10cm, la distanza tra terra e sole sarebbe di 150 milioni di km.
Di fronte a queste meraviglie e a queste immensità io mi sento veramente piccolo piccolo e posso solo ammirare tutto ciò!


INTERVENTO DI FRANCO

Dopo aver sentito da Fabio interessanti dati e numeri sulla grandezza delle stelle, voglio

soffermarmi su un altro aspetto: noi siamo figli delle stelle.

Non è solo il testo di una bella canzone di Alan Sorrenti, non è solo una metafora, ma una

realtà verosimile.

Si può dire infatti che l’essere umano e le stelle hanno molte molecole in comune come

l’idrogeno, anidride carbonica, ossigeno, gas,ect.

Questi elementi si sono intrecciati ed abbracciati tra loro per originare energia, calore e

luce; mi piace quindi pensare che tutti noi siamo nati da un abbraccio stellare.

Osservando adesso le stelle, possiamo distinguere quelle più vecchie che sono luminose e

nitide da quelle più giovani che sono brillanti e più nebulose.


CANTO DI OSCAR

STELLE – Francesco Guccini

Ma guarda quante stelle questa sera

fino alla linea curva d'orizzonte,

ellissi cieca e sorda del mistero là

dietro al monte ;

si fingono animali favolosi,

pescatori che lanciano le reti,

re barbari o cavalli corridori lungo

i pianeti

e sembrano invitarci da lontano

per svelarci il mistero delle cose

o spiegarci che sempre camminiamo fra

morte e rose

o confonderci tutto e ricordarci

che siamo poco, che non siamo niente

e che è solo un pulsare illimitato ma

indifferente.

Ma guarda quante stelle su nel cielo

sparse in incalcolabile cammino ;

tu credi che disegnino la traccia del destino ?

e che la nostra vita resti appesa

a un nastro tenue di costellazioni

per stringerci in un laccio e regalarci sogni e visioni,

tutto sia scritto in chiavi misteriose,

effemeridi che guidano ogni azione,

lasciandosi soltanto il vano filtro dell'illusione

e che l'ambiguo segno dei Gemelli

governi il corso della mia stagione

scontrandosi e incontrandosi nel cielo dello Scorpione ?

Ma guarda quante stelle sterminate:

che senso avranno mai ? Che senso abbiamo ?

Sembrano dirci in questa fine estate : siamo e non siamo

e che corriamo come il Sagittario

tirando frecce a simboli bastardi,

antiche bestie, errore visionario, segni bugiardi.

C'erano ancora prima del respiro,

ci saranno alla nostra dipartita,

forse fanno ballare appesa a un filo la nostra vita

e in tutto quel chiarore sterminato,

dove ogni lontananza si disperde,

guardando quel silenzio smisurato

l'uomo si perde.


INTERVENTO DI ENRICO

Salendo questa salita mi è venuto alla mente il ricordo della prima volta in cui ho guardato le stelle e mi sono messo a riflettere sulla vastità del cielo e di come mi riempisse di curiosità e fantasia il guardarle, ero al mare, in vacanza e avrò avuto 15 anni. Forse questo è il collegamento con la poesia che ora ho il desiderio di leggervi e che ho intitolato "Un giorno al mare". L'ho scritta come necessità un sabato mattina che le parole iniziali mi han svegliato fino a che non le ho buttate giù su un foglio:

Ancora l'ancora e ancora gettala,
sferza il vento e strappa vele, certezze e
alberi piegati e arresi
mischiano foglie a righe di pioggia,
terriccio e lombrichi in superficie.
Tuona dentro i ripari la voce
padrona di alzare o abbassare
il livello di guardia.

Si specchiano vanitose le zanzare sulle pozzanghere
e i gerridi pattinano sull'ipnotica musica estiva,
odore acre di salsedine e sabbia bagnata.
Ora squarciate nuvole languide
sospese, svuotate, scivolano leggere dipanandosi
ed è tempo delle timide risposte
cos' implorate dagli infreddoliti petali
che schiusi si scrollano dalle incertezze
e ne assorbono l'agognato tepore.

Rombano svagate le api di fiore in fiore
in un traffico di pollini e golosità
si scambiano di posto con i bombi e i coleotteri.
Pronubi attori e attrici dell'ancestrale miracolo,
maturano in grembo i frutti.
E' quiete, è sera.

Poderosa e placida si liscia i raggi
argentei riflessi sul mare
e un po' fanciulla fa a gara con le lucciole
e le stelle a chi è più bella.
Non c'è vanità di vanità nel gioco
ma lode sincera del camminare in bellezza.



INTERVENTO DI NICOLETTA

Lo scintillio delle stelle ha da sempre richiamato l'attenzione dell'uomo. Numerosi, tra filosofi, poeti, scrittori, e persino musicisti, hanno tratto ispirazione per le proprie opere dal cielo stellato: Omero citava le Pleiadi, Dante le richiama spesso nella Divina Commedia, Leopardi citava le vaghe stelle dell'Orsa, Carducci scriveva …le stelle che viaggiano sul mare…, ect.

Mi chiedo come mai nessuno o pochi siano stati ispirati dal sole che è e rimane fondamentale ed indispensabile per la nostra vita con la sua luce e il suo calore.
Forse perché le stelle ci guidano e ci indicano la strada per uscire dal nostro buio interiore!

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