Testi - la Terra

La camminata meditativa, la sera del 16 MARZO 2015, si è svolta all’interno del Chiostro, in sala capitolare ed in Chiesa a causa della pioggia e ha avuto  come tema conduttore:
“LA TERRA”.  
Lungo il percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei partecipanti, dal canto melodioso, sono state offerte alcune riflessioni/testimonianze, che ora vengono raccolte  come dono a chi ne fosse interessato.


Introduzione di fra Renzo con un pensiero di David Maria Turoldo.  (Il fuoco di Elia profeta, Piemme 1993)
"Non c'è nulla di così concreto e reale e nulla deve essere così mordente quanto la preghiera.
Io sono la terra che prega, sono la coscienza della creazione.
L'uomo è così: quando prega è tutta la terra che prega, e quando bestemmia è tutta la terra che bestemmia.
perché io sono la terra vivente, la coscienza della terra.
Ecco. Come portiamo tutta la creazione a Dio così dobbiamo portare tutta la storia a Dio, il tempo e lo spazio... E allora è anche giusto prendere coscienza di quello che avviene, appunto per caricarsi di Dio.
E questa è la profezia vivente: prendere la propria realtà e proiettarla sul disegno di Dio, così che Dio diventa il futuro del mondo. Il vero futuro del mondo è Dio, la Parola di Dio. Tanto è vero che <<Passeranno i cieli e la terra, ma la mia Parola non passerà>>.

PIERANGELO: legge un discorso del Grande Capo Indiano Seattle
Nel 1854 il "grande capo bianco" di Washington (il Presidente degli Stati Uniti, Franklin Pierce del New Hampshire) si offrì di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una "riserva" per il pellerossa. La risposta del capo indiano "Seattle" risulta essere la prima Dichiarazione mai fatta sull'ambiente."Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole, come potete chiederci di acquistarli? Ogni zolla di questa terra è sacra per il mio popolo. Ogni ago lucente di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura ed ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo. La linfa che scorre nel cavo degli alberi reca con sé il ricordo del pellerossa. I morti dell'uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a camminare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa terra magnifica , perché essa è la madre del pellerossa. Siamo parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli; le creste rocciose, l'aroma dei prati, il calore dei "ponies" e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. L'uomo bianco tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come cose che possano essere comprate, sfruttate, vendute come si fa con le pecore o con le pietre preziose. La sua ingordigia divorerà tutta la terra ed a lui non resterà che il deserto. Io non so. I nostri costumi sono diversi dai vostri. La vista delle vostre città fa male agli occhi del pellerossa. Ma forse ciò dipende dal fatto che il pellerossa è un selvaggio e non può capire! Non c'è un posto tranquillo nelle città dell'uomo bianco. Non esiste in esse un luogo ove sia dato percepire lo schiudersi delle gemme a primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse ciò avviene perché io sono un selvaggio e non posso comprendere. Solo un assordante frastuono sembra giungere alle orecchie e ferirne i timpani. E che gusto c'è a vivere se l'uomo non può ascoltare il grido solitario del caprimulgo o il chiacchierio delle rane attorno ad uno stagno? Io sono un pellerossa e non comprendo. L'indiano preferisce il suono dolce del vento che si slancia come una freccia sulla superficie di uno stagno, e l'odore del vento stesso reso terso dalla pioggia meridiana o profumata dal pino.... Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria abbandonati dall'uomo bianco dopo che erano stati travolti da un treno in corsa. Io sono un selvaggio e non comprendo come "il cavallo di ferro" fumante possa essere più importante dei bisonti che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Cosa sarebbe l'uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero, l'uomo soccomberebbe in uno stato di profonda solitudine. Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade all'uomo. Tutte le cose sono legate tra loro. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che calpestano è fatto delle ceneri dei nostri padri. Affinchè i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa è arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri: che la terra è la madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono accade alla terra, accade anche ai figli della terra. Se gli uomini sputassero sulla terra sputerebbero su se stessi. Noi sappiamo almeno questo: non è la terra che appartiene all'uomo ma è l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate come i membri di una famiglia sono legati da un medesimo sangue. Tutte le cose sono legate. Tutto ciò che accade alla terra accade anche ai figli. Non è l'uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso".



INTERVENTO DI PAOLA

La parola terra mi ricorda la preghiera che Asia mia figlia aveva imparato alla scuola materna, le maestre la facevano recitare ai bimbi prima di pranzo: "terra tu cibo ci hai dato, sole tu l'hai maturato, cara terra, sole amato il mio cuore è tanto grato".
La preghiera veniva detta senza nominare Dio perchè in quella scuola materna erano molti i bimbi stranieri e le maestre mi dicevano che per non offendere la sensibilità di chi ha un credo diverso avevano scelto di far recitare questa preghiera.
E' molto significativa perchè racchiude in se tutto ciò che la terra dona, nutre, sostiene grazie all'intervento del sole e in noi affiora il senso di gratitudine per tutto ciò che essa offre.
Ringraziare la terra ci trasmette amore, un amore incondizionato per colui che dà senza chiedere nulla in cambio.

Un'altra riflessione sulla terra: mi viene in mente l'intervento di Carol Cooke, suora libanese in esilio a causa della guerra. Ho assistito alla sua preghiera il giorno della festa della donna e mi ha colpito, il suo amore per la terra e i suoi abitanti, uomini e donne cittadini del mondo in esilio. Nel monastero di Deir Mar Musa in Siria accoglie pellegrini di tutto il mondo in inverno e in estate si reca nei campi profughi in Iraq ad accogliere bimbi e famiglie. Abbiamo pregato insieme per la terra contro ogni tipo di violenza, persecuzione e prevaricazione.
La terra che abitiamo è una terra da rispettare, amare, difendere, condividere con gli altri fratelli ma dice Carol viviamo in un mondo che moltiplica gli affamati e assetati. Il Dio denaro e la legge del più forte secondo le regole degli uomini...  da evangelii gaudium (n86).
E' evidente che in alcuni luoghi si è prodotta una desertificazione spirituale, frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza dio o che distruggono le loro radici cristiane. Lì "il mondo cristiano sta diventando sterile e si esaurisce, come una terra super sfruttata che si trasforma in sabbia". In altri paesi, la resistenza violenta al cristianesimo obbliga i cristiani a vivere la loro fede quasi di nascosto nel paese che amano. Questa è un'altra forma molto dolorosa di deserto. Anche la propria famiglia o il proprio luogo di lavoro possono essere quell'ambiente arido dove si deve conservare la fede e cercare di irradiarla. Ma è proprio a partire dall'esperienza di questo deserto, da questo vuoto, che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi, uomini e donne. Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che e' essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c'è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indichino la via verso la terra promessa e così tengano viva la speranza". In ogni caso in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore per dar da bere agli altri.
A volte l'anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva. Non lasciamoci rubare la speranza!

OSCAR CANTA Terra degli uomini di Jovanotti



E a volte i forzuti si accasciano 
dimenticano ogni lezione 
Lo sai cosa intendo se dico 
che a tutto c'è una soluzione 
e tutte le luci si accendono 
miliardi di pixel si infiammano 
si muovono a ritmo di un battito 
di un battito 
di un battito 

E sotto ai miei piedi c'è un pozzo 
sulla mia testa c'è il cielo 
e io vivo proprio nel mezzo 
nella terra degli uomini 
dove suona la musica 
e governa la tecnica 
e mi piace la plastica 
si sperimenta la pratica e 
e si forma la lacrima 
dove suona la musica 
e il futuro si srotola 
e l'amore si fa... 
e l'amore si fa 

Son sempre i migliori che partono 
ci lasciano senza istruzioni 
a riprogrammare i semafori 
in cerca di sante ragioni 
e c'è sempre un gran sole a sorprenderci 
nell'indifferenza degli arbitri 
che stanno lì a leggere i monitor 
con le facce impassibili 
E sotto ai miei piedi c'è un baratro 
e sulla mia testa c'ho gli angeli 
e qui siamo proprio nel mezzo 
nella terra degli uomini 
dove suona la musica 
l'amicizia si genera 
dove tutto è possibile 
dove un sogno si popola 
la chitarra si elettrica 
e risuonan gli armonici 
dove ridono i salici 
dove piangono i comici 
e la forza si amplifica 
ed il sangue si mescola 
e l'amore è una trappola 
mica sempre però 
qualche volta ti libera 
e ti senti una favola 
e ti sembra che tutta la vita non è solamente retorica 
ma sostanza purissima 
che ti nutre le cellule 
e ti fa venir voglia di vivere... fino all'ultimo attimo oh 

Dove suona la musica 
nella terra degli uomini 
dove trovi anche un posto per chi ti sorride da un angolo 

Fino all'ultimo attimo 
fino all'ultimo attimo 
fino all'ultimo attimo 

Oh


INTERVENTO DI LUISA
Cara terra del mio giardino, attraverso di te ho scoperto quanto io ti appartengo, ho scoperto la tua generosità, la tua costanza, la tua coerenza, la tua dolcezza, la tua ricchezza e la tua umiltà. Ti appartengo perche ti sei lasciata amare da me, cosi inesperta e rozza nel girare le tue zolle, cosi maldestra nel riconoscere e nel togliere le erbe infestanti affinché tu potessi, utopicamente, darmi i tuoi frutti. E tu, generosa, senza nulla chiedere in cambio, da un minuscolo seme mi hai fatto nascere piante di frutti così nutrienti, cosi colorati, che ogni volta che li metto sulla mia tavola, mi sembra di mangiare un miracolo! Tu, umilmente, con tanta discrezione, silenziosamente, hai fatto germogliare queste piante, ogni giorno qualche centimetro più alte, più robuste, più ricche di quelle sostanze che a me tanto servono per vivere! Tu, costante, anche sotto piogge torrenziali, soli cocenti, anche rispettando il mio dimenticare di regalarti un po' di ristoro con  l'acqua, ogni giorno lì, a regalarmi qualcosa! Tu, estremamente coerente con il tuo obiettivo, hai lavorato per me con un amore cosi disinteressato, e ti sei fatta amare, non solo da me, ma anche da chi arriva nella mia casa e, con lo stupore  di chi  sembra vedere un pomodoro, una melanzana per la prima volta, ti riempie di complimenti, di grazie e tu, umile e silenziosa, continui il tuo lavoro,  forse, con la speranza che un  altro piccolo seme, si insinui nel mio cuore, e mi faccia veramente e finalmente apprezzare quanto Tu, sei grande! 


INTERVENTO DI GIUSEPPE
Io sono un contadino e da sempre la terra è mia compagna.
Con lei ho condiviso gran parte della mia vita, con gioie e delusioni; mi ha fatto stupire, commuovere e sperare.
Essendo il primogenito maschio sono stato scelto, o meglio obbligato, per occuparmi dell’attività della famiglia: il lavoro nei campi e nella stalla. Per me non è stato facile adattarmi, ho rinunciato agli studi, ai divertimenti e soprattutto ad un lavoro più sicuro e redditizio.
Stagione dopo stagione con mio padre ho arato, seminato e raccolto con fatica. Ho imparato nel tempo a capire che la terra va rispettata e amata; la libertà che credevo mi fosse stata negata, si è invece realizzata in pieno nel mio rapporto con la terra.
Per me è una sofferenza vederla calpestata, immobilizzata dal cemento e soprattutto avvelenata solo per il profitto.
Il mio desiderio è che tutti possano avere la possibilità di possedere un po’ di terra: per coltivare un orto dove poter raccogliere le verdure fresche, poter staccare un frutto dal ramo, gustarne il sapore, calpestare l’erba a piedi nudi, osservare il colore dei fiori e sentirne il profumo.
Mi commuove sempre vedere nascere un albero da un seme, aiutarne la sua crescita e abbracciarlo quando è grande.
Grazie MADRE TERRA perché io ho cercato di esserti fedele e rispettarti e tu mi hai ricambiato con amore!


INTERVENTO DI NICOLETTA
Ho scoperto la terra abbastanza recentemente, cioè da quando mi sono trasferita in una casa con orto e giardino. All’inizio ero piuttosto impacciata ed impreparata: arrivavo persino ad annaffiare piante di plastica.
Poi piano piano, vivendo a contatto e in simbiosi con la natura, la mia sensibilità è accresciuta e anche l’amore per la terra e per tutto ciò che essa sa offrire.
Oggi mi riesce molto difficile comprare un frutto o una verdura al supermercato. Trovo infatti molto più genuini  e naturali i prodotti seminati, raccolti e puliti direttamente con le mie mani.
Riesco a gustarne il colore, il profumo e il sapore con gioia e soddisfazione: è tutta un’altra cosa.

Penso anche che quando calpestiamo la terra in qualche modo la inseminiamo con i nostri passi e se lo facciamo con amore essa ce lo ritornerà!

INTERVENTO DI FABRIZIO (missionario)
Devo molto alla terra che mi dato una seconda vita.
Durante la mia esperienza in Senegal come missionario ho calpestato degli spuntoni velenosi e il mio piede stava lentamente marcendo.
I medici mi avevano pronosticato l’amputazione.
La gente locale mi ha impastato della terra umida e avvolta attorno alla carne infettata.
Si sono sviluppati dei vermi che, con la loro saliva, hanno disinfettato la ferita facendomi guarire perfettamente.
In seguito ho fatto il cammino di Santiago!


Concludiamo cantando in Chiesa Grandi cose ha fatto il Signore

Grandi cose ha fatto il Signore per noi
ha fatto germogliare fiori fra le rocce.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha riportati liberi alla nostra terra.
Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare
l'amore che Dio ha versato su noi.
Tu che sai strappare dalla morte,
hai sollevato il nostro viso dalla polvere.
Tu che hai sentito il nostro pianto,
nel nostro cuore hai messo
un seme di felicità.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi
ha fatto germogliare fiori fra le rocce.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha riportati liberi alla nostra terra.
Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare
l'amore che Dio ha versato su noi.




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