La camminata meditativa la sera
del 18 novembre 2013 dal Chiostro del Convento di santa Maria del Cengio
all’Eremo di santa Maria ha avuto come tema conduttore: “l’attesa”. Lungo il percorso, ritmato dal silenzio della natura,
dai passi silenti dei partecipanti, dal canto melodioso, sono state offerte
alcune riflessioni e testimonianze, che ora vengono consegnate come dono a
quanti sono interessati.
SILVIA CANTA il
sogno di Maria di Fabrizio De André
"Nel Grembo umido, scuro del tempio,
l'ombra era fredda, gonfia d'incenso; l'angelo scese, come ogni sera, ad insegnarmi una nuova preghiera: poi, d'improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali, quando mi chiese - Conosci l'estate io, per un giorno, per un momento, corsi a vedere il colore del vento. Volammo davvero sopra le case, oltre i cancelli, gli orti, le strade, poi scivolammo tra valli fiorite dove all'ulivo si abbraccia la vite. Scendemmo là, dove il giorno si perde a cercarsi da solo nascosto tra il verde, e lui parlò come quando si prega, ed alla fine d'ogni preghiera contava
una vertebra della mia schiena.
(... e l' angelo disse: "Non temere, Maria, infatti hai trovato grazia presso il Signore e per opera Sua concepirai un figlio...) Le ombre lunghe dei sacerdoti costrinsero il sogno in un cerchio di voci. Con le ali di prima pensai di scappare |
ma il braccio era nudo e non seppe volare:
poi vidi l'angelo mutarsi in cometa
e i volti severi divennero pietra, le loro braccia profili di rami, nei gesti immobili d'un altra vita, foglie le mani, spine le dita.
Voci di strada, rumori di gente,
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente. Sbiadì l'immagine, stinse il colore, ma l'eco lontana di brevi parole ripeteva d'un angelo la strana preghiera dove forse era sogno ma sonno non era - Lo chiameranno figlio di Dio - Parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno, ma impresse nel ventre." E la parola ormai sfinita si sciolse in pianto, ma la paura dalle labbra si raccolse negli occhi semichiusi nel gesto d'una quiete apparente che si consuma nell'attesa d'uno sguardo indulgente. E tu, piano, posati le dita all'orlo della sua fronte: i vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte. |
INTERVENTO DI CINZIA
Il tempo
dell'avvento e del significato del natale che sta arrivando ha ridestato una
considerazione scritta per alcuni amici un pò di tempo fa che stasera condivido
con voi evidenziando come spunto due simboli il mare e la meridiana :
Se il mare
d'inverno e la sua nebbia sono l'immagine dal cui respiro nasce il sospiro
nostalgico il suo moto d'onda rompe gli spazi di silenzio dentro di noi in un
libero fluire di pensieri da cui, non di rado, si è travolti.
I flutti
scandiscono il tempo in in una successione illimitata di volte paragonabile
allo scorrere delle ore e alla tensione dell'attesa. La costante del battito da
una parte ci culla, dall'altra ci turba. Avvertiamo il prima e aspettiamo il
dopo dell'onda. La cadenza può essere veloce nel rubare giovinezza o leggere
sulle dolcezze del mondo a seconda di come ci sentiamo.
Capita di leggere
sulla meridiana dipinta sul frontale di qualche villa "sine sole sileo":
senza sole sono muta perciò rimango ferma e taccio al calar del sole. Si legge
anche "ruit "hora sine mora", oppure come al convento,
"ruit hora in aeternum manent" : scorre il tempo senza indugio in
eterno. Noterete la differenza di velocità espressa in questi due orologi
solari. A quale dare ascolto?
La velocità del
tempo in musica è riportata sopra il pentagramma e ci indica la corretta
interpretazione del brano musica. Non sono una musicista esperta ma cerco di
leggere il pentagramma della mia vita senza andare fuori tempo. Posso correre,
rallentare, attendere o indugiare in
nostalgici ricordi che mi fanno perdere il tempo, ma allora cerco la
consolazione del mio direttore d'orchestra interiore che mi ricorda di vivere
l'attimo presente.
Presente al
presente nel presente.
INTERVENTO DI PIERANGELO
L’avvento è
un’usanza religiosa molto antica, più del cristianesimo. La chiesa lo farà suo
solo a partire dal V° secolo dopo Cristo. In epoca romana, era il periodo di
purificazione per i fedeli che attendevano la venuta annuale del dio nel tempio
a lui dedicato e la sua permanenza in mezzo a loro durante le solennità. Quasi
a ricordarci che questo bisogno di incontro con il divino,incontro
profondo,fisico,appartiene all’uomo da sempre. Nei miei ricordi l’avvento lo
identifico con i calendari per l’avvento che ogni anno ho comprato o costruito
per e con le mie figlie. L’attesa di quella notte magica e santa si dipanava
attraverso l’apertura di quelle piccole finestre di cartone. Ogni giorno dietro
quei piccoli scuri c’era una sorpresa: un disegno, un cioccolatino, una
frase…ed il Natale si faceva più vicino. Anche oggi voglio pensare alla mia
preparazione al Natale come allo sfogliare di uno di quei calendari. Un
calendario che dietro ad ogni finestra nasconde una parte di me. Alcune sono
facili da aprire:sono aspetti di me che mi piacciono e che mi piace far vedere.
Altre sono molto più difficili d’affrontare,contengono ferite e rabbia e
dolore…e sono cose che non ho molta voglia di vedere e di far vedere. Altre
ancora non riesco proprio ad aprirle perché sono piene di ferite e tradimenti e
menzogne che ho subito e ferite e tradimenti e menzogne che ho fatto subire. Mi
sembra che dietro queste finestre siano nascosti dei mostri e che se li farò
uscire mi distruggeranno. Ma sento anche che Dio non potrà entrare appieno
nella mia vita se non Gli faccio spazio. Come fare per aprirle? Come far spazio
alla venuta di Dio dentro di me? Certo Dio non può entrare dove ci sono tutte
queste finestrelle chiuse. Non può aiutarci a fare pulizia se noi non decidiamo
volontariamente di aprirle. Ci ama e Ci rispetta troppo per farlo.
Mi ricordo che un
giorno, da studente,giravo per la città con un mio compagno di classe. Su una
panchina stava un signore di una certa età, male in arnese, che ci chiese se
avevamo qualcosa da mangiare per lui. Ci siamo frugati nelle tasche e con i
pochi spiccioli che avevamo gli abbiamo preso un panino. Mentre lo mangiava ci
raccontava della sua vita,di un lavoro fatto per anni nei paesi arabi e di come
aveva imparato la lingua di quei luoghi. Per ringraziarci ci scrisse una frase
su un foglietto in italiano ed in arabo.
Diceva:” I cuori degli uomini sono scatole ermeticamente chiuse. L’amore è
l’unica chiave che può aprirli”. Sembra una frase di quelle che si trovavano
nei cioccolatini, ma è di una verità così disarmante che non lascia scampo. Mi
ha colpito cosi tanto che la ricordo dopo 35 anni. Forse il segreto per aprire
quelle finestre sta proprio in questa frase. Farlo con amore. E’ certo difficile
perdonare gli altri ma quando dobbiamo perdonare noi stessi diventa quasi
impossibile. Siamo giudici implacabili ed arcigni. Ma se noi riusciamo ad
aprire quelle finestre ,dove temiamo siano nascosti mostri,con amore, con la
comprensione che quello che lì è nascosto fa parte di noi , della nostra storia
e ci ha permesso nel bene e nel male di essere le persone che siamo ora, forse
scopriremo che nascosti dentro quelle piccole finestre non ci sono mostri ,ma
parti di noi, piene di paura e bisognose di essere sanate ed abbracciate con
compassione.
Buon avvento.
INTERVENTO DI FEDERICA
"Il tempo dell'attesa" è una frase che mi dà un senso di
ansia. E' un periodo, lungo o breve, dove dobbiamo aspettare che le cose
avvengano senza poter darne una propria volontà come spesso accade. Credo che è
il tempo migliore che Dio ci regala per guardarci dentro e per affidarci
all'energia della vita. Per me è un momento difficile faccio tanta fatica a non
poter controllare quello che mi accade, spreco tantissime energie a chiedermi
cosa si può fare o cosa può succedere. Spesso quando penso all'attesa mi
vengono in mente le donne in gravidanza, penso a Maria nella sua attesa di
diventare mamma è riuscita ad accogliere i cambiamenti ad affidarsi con grande
Amore alla vita. Ogni volta che siamo nell'attesa stiamo vivendo un periodo
speciale e quando ci abbandoniamo alla volontà Dio riusciamo a gustarci la
rinascita di noi stessi. Sto ripensando al percorso che abbiamo fatto per
adottare Yuri, è stato tanto intenso, proprio in quella che è l'attesa per me,
ma che mi ha fatto nascere come mamma e rinascere come persona.
INTERVENTO DI TONO
Tono accompagnato da Roberto canta la canzone che ha ispirato coraggio
ai nostri soldati nella campagna di Russia. Questo drammatico momento non è
riportato nei libri di storia:
Anno 1943
Durante la ritirata i soldati hanno trovato il terrapieno di
Nikolajevka a sbarrare la loro strada e dietro c'era il nemico. Avevano una
sola arma a disposizione, la loro voce. Nella disperazione dell'attesa hanno
cantato a gran voce. Quando l'anima vacilla la gioia festosa e devota al nome
di Maria infonde nei cuori attesa imbattibile e incontenibile:
Mira
il tuo popolo o bella signora
che
pien di giubilo oggi ti onora.
Anch'io
festevole corro ai tuoi piè
o
santa vergine prega per me.
Pensiero a Maria:
Quando calpesto questo sentiero, la terra di Maria, mi guardo intorno
con la speranza di vederla, di sentire il fruscio delle foglie che lei sfiora
al suo passaggio. Ma questa sera non può passare tra noi, sarebbe troppo
pesante per lei arrivare quassù; ha il suo Gesù nel suo grembo.
Maria cara, siamo in attesa, in frenetica attesa che tu partorisca il
nostro Dio, daccelo più luminoso che mai
ne abbiamo tanto bisogno.
ELISA CANTA l’Attesa di Giorgio
Gaber
No,
non muovetevi
c'è
un'aria stranamente tesa
c'è
un gran bisogno di silenzio
siamo
come in attesa.
No,
non parlatemi
bisognerebbe
ritrovare
le
giuste solitudini
stare
in silenzio ad ascoltare.
L'attesa
è una suspense elementare
è un
antico idioma che non
sai
decifrare
è
un'irrequietezza misteriosa
e
anonima
è
una curiosità dell'anima.
E
l'uomo in quelle ore
guarda
fisso il suo tempo
un
tempo immune da avventure
o da
speciale sgomento.
No,
non muovetevi
c'è
un'aria stranamente tesa
e un
gran bisogno di silenzio
siamo
come in attesa.
Perché
da sempre l'attesa è il destino
di
chi osserva il mondo
con
la curiosa sensazione
di
aver toccato il fondo.
Senza
sapere
se
sarà il momento
|
della
sua fine
o di
un neo-rinascimento.
Non
disturbatemi
sono
attirato da un brusio
che
non riesco a penetrare
non
è ancora mio.
Perché
in fondo anche
il
mondo nascente
è un
po' artista
predicatore
e mercante
e
pensatore e automobilista.
E
l'uomo qualunquista
guarda
anche lui il presente
un
po' stupito
di
non aver capito niente.
L'attesa
è il risultato, il retroscena
di
questa nostra vita troppo piena.
è un
andar via di cose dove
al
loro posto c'è rimasto il vuoto.
Un
senso quieto e religioso
in
cui ti viene da pensare
e lo
confesso ci ho pensato anch'io
al
gusto della morte e dell'oblio.
No,
non muovetevi
c'è
un'aria stranamente tesa
e un
gran bisogno di silenzio
siamo
tutti in attesa.
|
INTERVENTO DI MICAELA
Mi sono chiesta perché questa sera ho sentito il bisogno di fare un
intervento sull'Attesa proprio io che sono una persona poco paziente....
La risposta è stata che evidentemente era arrivato per me il momento di
capire alcune cose su un tema piuttosto difficile per me.
Ero convinta di usare sempre e solo la mia modalità del "tutto e
subito" e invece mi sono resa conto che ormai questo modo è parte del mio
passato perché la vita stessa pian pianino mi ha educato all'attesa.
Quante volte nella mia vita sono in attesa?
Pensandoci bene è tutto volto all'attesa....quando mi preparo per un
esame, quando organizzo una festa, il pranzo , la cena, quando mi preparo per
un viaggio, per una serata come questa, per andare a trovare un'amica, quando
desidero superare una certa tappa della mia vita ma anche nelle piccole cose di
tutti i giorni.....quando mi preparo per andare a lavoro, quando aspetto le
12.30 per andare a prendere i bimbi a scuola e così via.....
Ma quanto carichiamo di aspettative quest'attesa?
Pensiamo ai bimbi in attesa del Natale, pochi ahimè in attesa della
nascita di Gesù e tanti invece desiderosi di aprire e vedere i loro doni..
Ma chi meglio di una mamma incinta sa quanto valore e aspettative ha
l'attesa.....si passano nove mesi in attesa e poi in circa dieci minuti di
spinte la gravidanza è finita.....certo si è molto felici per la nascita del
proprio bimbo, ma il vuoto lasciato da tutta questa attesa è davvero tanto!!
Cos'é quindi per me l'attesa?
E' un azione volta prevalentemente al futuro....ma portare attenzione
nell'attesa che significato ha?
A me strideva questa parola perché ho molta difficoltà a vivere nel qui
e ora.
Ho capito invece che proprio grazie al portare attenzione l'azione nel
futuro dell'attesa si trasforma in presente.....
Ecco....attraverso queste riflessioni non ho scoperto chissà che novità
ma di sicuro ora sono consapevole di cosa mi manca per vivere l'attesa nel qui
e ora.... Grazie.
ELISA CANTA
Eppure sentire (un senso di te) di Elisa
A un passo dal possibile
A un passo da te
Paura di decidere
Paura di me
Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho
Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è
Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è
un senso di te ………
mmm...mmm...mmm...mmm...
|
C'è un senso di te
mmm...mmm...mmm...mmm...
Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è
Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è
Un senso di te ……….
mmm...mmm...mmm...mmm...
C'è un senso di te
mmm...mmm...mmm...mmm...
Un senso di te
mmm...mmm...mmm...mmm...
C'è un senso di te ………
|
Il percorso si conclude davanti all’Eremo dove Nicoletta spiega che la
parola attesa vuol dire “tendere verso” e ci ricorda un arco che tende la
freccia verso l’obiettivo.
Questo tempo di attesa è regalato dunque a noi stessi, un tempo di
riflessione e di apertura al mondo, un tempo disponibile ed accogliente, un
tempo per la percezione ed ascolto.
Fra’ Renzo, nel salutare e ringraziare i partecipanti, ricorda gli
impegni della settimana e dà appuntamento alla successiva passeggiata.
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