Testi - vicini o lontani da Dio?

La camminata meditativa, la sera del 18 GENNAIO 2016 dal Chiostro del Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo di Santa Maria, ha avuto come tema conduttore: “VICINI O LONTANI DA DIO?”.
Lungo il percorso, ritmato dal silenzio della natura, dai passi silenti dei partecipanti (11), dal canto melodioso, sono state offerte alcune riflessioni/testimonianze, che ora vengono raccolte  come dono a tutti noi.



PREMESSA DI NICOLETTA

E' un argomento che ci lascia senza parole, vero?
Ho preso spunto da un piccolo brano tratto dal libro di David M.Turoldo "Anche Dio è infelice".
Alla fine di queste pagine padre Turoldo racconta che in un incontro con il papa, questi gli dice che è bellissima la sua facoltà di "parlare di Cristo ai lontani" e padre David risponde "E chi è lontano ed è vicino Santo Padre? Siamo tutti lontani."
Questa frase mi è rimasta dentro: chi è lontano e vicino? e cosa vuol dire essere lontani o vicini a Dio? Credo che ognuno di noi viva momenti di vicinanza e lontananza.... ma come ci sentiamo quando siamo vicini? e lontani?




INTRODUZIONE DI FRA RENZO

Così da sempre

Tu
infinito
che mi avvolgi
e io sempre
a una infinita distanza

Tu che incombi
fino a schiacciarmi
e io che non posso
raggiungerti
mai.

[David Maria Turoldo, O sensi miei …., Bur 1933, p.482]



CANTO DI SILVIA:  RITORNO IN ME

Corpo pesante
sembra troppo ingombrante
voglia di andare lontano
in un  posto dove niente è dovuto ma tutto è gratuito

Tanti no attorno a me
tanti si nella gabbia
quasi non  li vedo ma li sento

e allora che fare
di certo non posso stare ferma quindi scelgo

Amore o paura forse di questo son sicura
quale strada prenderò
dentro di me una luce c'è
se la voglio vedere questo spetta a me

Pianti da sfogare
cuori pesanti da alleggerire
centri da centrare
sogni da realizzare
corridoi da pulire
connessioni da rafforzare
verità da scoprire
soglie da varcare
ponti da collegare
armi da spezzare
piante da abbeverare
semi da piantare

ed è così che tu ritorni in te ed io ritorno in me...











INTERVENTO DI ENRICO

Io penso che la lontananza da Dio non esista. Non posso immaginare la mia vita senza Dio. In questa serata così fredda siamo tutti ricoperti con vari strati di vestiti (doppi pantaloni, doppie maglie, doppi calzini, ect) e ci sembra che la nostra pelle sia lontana quasi da non sentirla. Invece è sempre lì al solito posto…
Ecco, questa metafora è come io sento Dio: quando penso che sia lontano in realtà non perdo mai il contatto con lui perché è sempre con me e in me!




INTERVENTO DI ENNIO

Io vivo la vicinanza a Dio in vari modi, ma soprattutto attraverso il contatto con la natura che mi ricorda ogni volta la sua grandezza e il contatto con l’umanità delle persone.
Durante un viaggio che ho fatto in oriente ho colto la profondità della gente che vive il rapporto con Dio in modo semplice e allo stesso tempo intenso, proprio come se fosse una persona che abita con te. Ho capito che non devo scappare e che solo trovando me stesso trovo Dio. Penso quindi che dove c’è umanità c’è Dio.




INTERVENTO DI FRANCO

Anch’io penso che umanità e Dio sono due cose imprescindibili ed inseparabili.
Io ad esempio questa sera ho avuto un bel dialogo con mia figlia; ci siamo parlati, ci siamo ascoltati e ci siamo confrontati in modo costruttivo ed intenso.
Alla fine ci siamo abbracciati a lungo e vi assicuro che in quel momento mi sono sentito molto vicino a Dio!



Concludiamo la serata davanti all’Eremo cantando tutti assieme un antico canto ebraico che abbiamo appreso dal cantus Anthimi (gruppo corale diretto dal maestro Livio Picotti):


Adonai, Adonai, Elo  hey Yisrael.
Mimini Michael, mismoli Gavriel,
mil fànai Uriel, meachorai Rafael,
ve al roshi, ve al roshi Shechinat Eyl.

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