La camminata meditativa, la sera del 20 LUGLIO 2015 dal
Chiostro del Convento di Santa Maria del Cengio all’Eremo di Santa Maria, ha
avuto come tema conduttore: “GLI ALBERI”.
Lungo il percorso, ritmato dal
silenzio della natura, dai passi silenti dei partecipanti, dal canto melodioso,
sono state offerte alcune riflessioni/testimonianze, che ora vengono
raccolte come dono a tutti noi.
INTRODUZIONE:
CHI
SONO GLI ALBERI
CREATURE,
VIVE CHE CANTANO, EMETTONO SUONI NEL SILENZIO DELLA NOTTE, CHE RESPIRANO, CHE
SI NUTRONO, CHE GUARDANO, CHE SENTONO.
CANTO
INTRODUTTIVO all’interno del chiostro
INTERVENTO DI ANITA
Sono nata in campagna e ancora ci vivo, circondata da tanto
verde e da molti alberi. Quando ero bambina restavo per lungo tempo seduta sui
rami degli alberi a gustare la frutta e ammirare il panorama. Con la mia amica
salivo sopra il ciliegio, e insieme si faceva la gara a chi andava più in alto
e a chi mangiava più ciliegie. Si rideva per un niente, si facevano progetti e
ci si raccontava i sogni. Le foglie intorno a noi ci ascoltavano tremolanti,
mentre i rami ci abbracciavano e ci cullavano. Questi momenti spensierati li ho
custoditi nel cuore perché il tempo passava ed io più crescevo e più perdevo il
contatto con la natura e con gli alberi.
Per troppo tempo li ho ignorati e loro pazienti aspettavano
un mio sguardo. Per fortuna nella vita si può cambiare; un vento leggero ha
portato dentro di me un piccolo seme e da questo è germogliata una pianta che
sta affondando le radici. Questo seme si chiama “amore” e ogni giorno lo devo
tenere in vita, nutrirlo, versargli gocce di speranza, conoscenza e
gratitudine.
Ora gli alberi fanno parte di me, li osservo danzare, li
dipingo, li abbraccio e parlo con loro. Finalmente vivo e respiro la natura
insieme a Giuseppe che non si stanca mai di piantare alberi. Molti di loro
hanno un nome e una storia, altri sono legati ad un avvenimento: una nascita,
un matrimonio, un anniversario.
Quest’anno ha piantato circa duecento alberi che sono lì
per accogliere tutti quelli che li amano e li rispettano.
Siamo riconoscenti a queste piante che ci danno la frutta,
al grande noce che deve portare il peso di una casetta, al maestoso acero che
ci protegge dalla calura, al mio gelso rugoso che mi ascolta e al lungo viale
di olmi che offrono riparo sotto i rami a molte persone accaldate.
Ringrazio colui che ci dona tutto questo, ringrazio
l’universo.
SILVIA
CANTA L’ALCHIMISTA
INTERVENTO DI ISMAELITA
Nel bosco alcuni giorni fa guardavo l'altezza degli alberi:
dei giganti che in silenzio osservavano la mia piccola statura e la piccolezza
della mia persona, mi sento scrutata senza giudizio. Ho accarezzato la
corteccia sentendo la ruvidezza che a volte è anche la mia, ho visto molti di
loro schiantati al suolo perché cresciuti con poca presa su sassi e rocce, si
erano aggrappati con grinta e sono diventati alti e robusti comunque, ma il
vento ed un inverno troppo rigido li ha sradicati e spezzati, come spesso mi
spezzo anch'io, cado e vorrei rimanere lì a terra come loro perché la fatica
nel rialzarmi è troppo grande. Osservo questi alberi, nel loro cadere hanno una
dignità che mi commuove, non è la mia. scivolano nel muschio morbido. si
adagiano, si abbandonano, vivono un'altra vita in un modo nuovo e diverso,
senza strazio ne lamento. Abbraccio gli alberi rimasti in piedi, avvolgo il
loro tronco, immagino i loro rami che come enormi braccia si protendono verso
il basso per abbracciarmi, mi fanno sentire il suono delle loro potenti radici
che sprofondano nella Madre Terra, rispondono alle mie domande con immagini che
mi rassicurano, mi fanno sentire a casa e protetta, camminando nel bosco
assieme a loro riprendo lucidità, un grande silenzio profondo mi avvolge, mi
fanno sorridere, mi commuovo, mi guariscono fuori e dentro.
INTERVENTO DI GIUSEPPE L’ALBERO (tratto dal libro Nostalgia di Paradiso di L. Grendene)
Tacito
e silenzioso. Proteso solo verso la luce e il cielo.
Canti di gioia a primavera quando fiorisci!
Sei buono. Sopporti la calura estiva donando
ombra e freschezza.
Ti lasci spogliare, rassegnato e sereno, nel
silenzio dell'autunno. E attendi paziente la primavera durante il freddo e
lungo inverno.
Sai far sentire solo la delicata musica
delle tue fronde smosse dal vento.
Poi stai sempre zitto.
(…)
Sei sempre vestito bene. Sempre
elegantemente vestito da festa. Eppure non sei ambizioso.
Chi confeziona i tuoi abiti? Dove prende il
tuo sarto tutte 1e tonalità di verde che ci mostri?
Verde chiaro in primavera, verde carico
d'estate; rosso, giallo, arancio, marrone ….. di tutti i colori ti vesti in
autunno! E i sempreverdi rallegrano 1o scolorito inverno.
Mai adirato. Subisci gli eventi della natura
con mansuetudine. Sopporti le ferite. Se mutilato, cicatrizzi. Perdoni.
Ricostruisci.
(…)
Ma
sai invecchiare saggiamente, perché ad ogni tempesta che vinci metti radici più
profonde: le prove ti giovano dunque? Lo sapevo! Da sempre ci sei di esempio:
da ogni “burrasca" della vita dovremmo uscire rafforzati anche noi!
Oh amico albero, che svetti nei boschi come
le colonne del tempio. Tu che ossigeni e purifichi l’aria che respiriamo,
insegnaci i limiti di ciò che è bene fare e non fare quando l'uomo
"usa" la natura.
Quando ti utilizza, l'uomo, per le sue
necessità e tu, sempre taci, quieto. Ti lasci lavorare, scalfire, tornire e sei
sempre generoso e affascinante.
(…)
L’uomo con te costruisce navi, imbarcazioni,
case e grattacieli.
Ti usa per plasmare il cemento. Sei
insostituibile.
Ti usa per arredare case e palazzi, salotti
e cucine. Sei di impareggiabile bellezza!
Porti nelle abitazioni il profumo della
natura. Sei la nostra naturale compagnia.
Ti rivolge mai l'uomo un umile pensiero di riconoscenza?
Tu, o albero, che, come sei prezioso, così
sei generoso perché ti offri ad ogni uso….
Tu, albero!
Tu, legno!
Muto e silente.
Tu "sai" amare!
Creato dall'Amore per farci scoprire
1'Amore!
Basta guardarti
e 1'uomo intelligente capisce tante cose.
INTERVENTO
DI FABRIZIO ED ELISABETTA
Come alcuni di voi
sanno quest’anno abbiamo festeggiato il 25° anniversario di matrimonio.
Vi chiederete cosa
c’entra con gli alberi: adesso capirete.
Da mesi avevamo
programmato una seconda luna di miele; l’occasione si presentò quando Beatrice
si iscrisse al camposcuola e Chiara si organizzò per trascorrere qualche giorno
con le sue amiche.
Eravamo così liberi
di partire e il Sirolo ci aspettava.
A questo punto
arrivò, prima come inconveniente, poi come grande opportunità il richiamo degli
alberi.
La sera prima di
partire Beatrice al campo stette male e gli animatori ci invitarono ad andare a
Castelletto di Rotzo per verificare l’evoluzione.
Dal Sirolo
all’Altopiano. Dal mare ai pini.
E’ stata una
sorpresa fantastica e una grande scoperta.
Noi che la montagna
l’avevamo frequentata solo da bambini fummo trasportati in un mondo di
silenzio.
Gli alberi in
questi due giorni sono stati dei grandi maestri.
- Vederli svettare
verso l’alto con caparbia tenacia ci ha ricordato come li chiamavano gli
Indiani d’America: “popolo in piedi”. Anche noi uomini dovremmo stare in piedi
per volgersi verso l’alto alla ricerca del cielo. Infatti il termine greco che
indica l’uomo è άνθρωπος formato dalla preposizione ανά che vuol dire in su e
dal verbo τρεπω che significa volgersi,
l’uomo è dunque colui che si volge verso l’alto.
- In corrispondenza
alla crescita verso l’alto però gli alberi sviluppano grandi radici ben
affondate nel terreno.
In un bosco a
Marcesina abbiamo visto alberi caduti e, intrappolati nelle loro radici c’erano
enormi massi che hanno impedito lo sviluppo e l’affondare nella terra delle
radici stesse. Questo ha portato alla morte dell’albero. Così è per noi, se non
affondiamo le radici profonde nella terra, ossia nella nostra umanità,
corporeità non possiamo crescere.
- La morte è stato
l’ultimo insegnamento degli alberi. Sempre in questo bosco coesistevano in
perfetta armonia vita e morte con alberi maestosi nel vento e tronchi stesi al
suolo. Mi ha fatto riflettere sulla nostra difficoltà di accogliere vita e
morte assieme. Però è solo accettando la morte che si può sviluppare una nuova
vita; sugli alberi morti infatti crescevano rigogliosi muschi e piantine.
Un ringraziamento
speciale a questi grandi maestri.
INTERVENTO DI ENNIO
INTERVENTO DI GIULIA
Il percorso
spirituale è la scelta più difficile e coraggiosa che una persona possa
intraprendere. Entrare dentro sè stessi è entrare in un viaggio non sempre
piacevole, non sempre facile. A volte si incontrano degli scogli, alti,
taglienti, frastagliati e non è facile trovare la via d'uscita.
Ho iniziato a
meditare due anni e mezzo fa e da lì ho incontrato molti scogli, ma anche molte
Luci. Meditare significa conoscere sè stessi senza dare giudizio a ciò che
siamo continuamente abituati a giudicare, scappiamo dalle nostre frustrazioni
in continuazione, le giudichiamo e così le alimentiamo continuando nell'eterno
circolo della mente.
Solo due settimane
fa, dopo due anni ho deciso di incontrare ancora i miei scogli e andare ad un
ritiro intensivo dei meditazione, in un luogo in cui siamo circondati dalla
natura più incontaminata. Ebbene, però, è un luogo ricchissimo di energia,
Energia vitale che a volte ti manda in tilt, a volte fa riaffiorare dal nulla
tutti i tuoi nodi più profondi e così che succede? Perdi la lucidità e diventi
i tuoi scogli.
E' stato lì che il
mio maestro ha confermato quello che sentivo: se e quando saremmo stati in
balia delle nostre emozioni, ci ha detto questo:
"TOCCATE GLI
ALBERI, LORO VI RIEQUILIBRIERANNO".
Da lì ho avuto la
piena conferma di quello che ho sempre sentito, che la Natura è la nostra
origine, è il nostro Cuore, è la nostra Fonte: lei c'è sempre, è sempre pronta
ad accogliere le nostre frustazioni, le nostre piccolezze, le prende nel suo
grande grembo e le disintegra nella Bellezza.
Dimenticavo: in
questi giorni di ritiro ad convento di Santa Maria mi sono ritrovata in una
dimensione diversa, sono sempre stata abituata ad abbracciare le mie amiche ed
essere senza di loro... Chi abbraccio adesso? Forse Padre Renzo sarebbe un pò
troppo.... :-) Allora ho iniziato ad abbracciare tutti i grandi alberi che
incontro nel sentiero che dal convento porta all'eremo. Li amo tutti, mi
ispirano, mi cullano mentre scrivo le mie ispirazioni, le mie riflessioni. Sono
diventati tutti miei fratelli...
INTERVENTO DI DAVIDE (inviato)
RIPIDO E IMPERVIO E' IL MIO SENTIERO,
CAMMINO SOLO E QUASI SENTO L'EUFORIA DI QUESTA DISCESA TRA
ROCCIA E GHIAIA,
LE GINOCCHIA SI CONTRAGGONO AD OGNI PASSO, I PIEDI
AFFONDANO SEMPRE PIÙ DECISI IN QUESTA TERRA INCONSISTENTE.
IN QUESTO MIO DISCENDERE INTUISCO IL PRIVILEGIO DI ESSERE
ORA, E PER UN BREVE ISTANTE, IN QUESTO LUOGO VUOTO E ALL'APPARENZA
STERILE.
MA NON RIESCO A CONCLUDERE QUESTO PENSIERO,
D'UN TRATTO NON SONO PIÙ SOLO,
DAVANTI A ME UN PICCOLO LARICE SI ERGE,
È VERDE, DIRITTO, ED OGNI SUA CELLULA PARLA DI LUI E DEL
SUO VISSUTO,
DEL VENTO, DELLA NEVE E DELL'ARSURA CHE LE STAGIONI GLI
IMPONGONO INESORABILMENTE...
LUI IN QUESTO LUOGO VUOTO HA SCELTO DI ESISTERE,
E LO FA CON LA DIGNITÀ DI CHI SPERIMENTA OGNI GIORNO QUANTO
DIFFICILE SIA FARLO...
PROSEGUO LA MIA DISCESA ORA,
MA I MIEI PASSI DI LI IN AVANTI SONO I PASSI DI CHI SA CHE
IN QUEL LUOGO ERA SOLO UN OSPITE.
INTERVENTO DI MICHELE
Quando
ero piccolo non mi piaceva studiare, quindi i libri in generale li ho sempre
associati alla scuola. Mi sarebbe piaciuto leggerne qualcuno. Pochi giorni fa
in montagna io e Isma abbiamo preso un libro intitolato “Una Bibbia” con delle
bellissime illustrazioni. Questo libro mi ha incuriosito molto nonostante lo
spessore che guardavo con timore. In montagna ho cominciato a leggerlo e
camminando in un silenzio circondato da alberi, ho trovato il coraggio di
raccontare a voce alta a Maya che avevo sulle spalle piccoli pezzi della Bibbia
che mi avevano colpito. Non sarei riuscito a farlo in nessun altro posto,
ringrazio gli alberi che con il loro silenzio mi hanno aiutato e mi hanno fatto
sentire a mio agio.
INTERVENTO DI PAOLA
INTERVENTO DI ENRICO E SILVIA
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