Da tempi lontani sono state dette e scritte tante
parole sul significato dell'amicizia che è un valore non tanto da pensare
quanto da vivere.
Con l’intento di celebrare l’amicizia e di condividerne il significato profondo, dopo un saluto fr.Renzo che dà il benvenuto anche ai nuovi nati Martino e Noé, ci siamo incamminati in silenzio lungo il sentiero che giunge all’eremo (20p).
Con l’intento di celebrare l’amicizia e di condividerne il significato profondo, dopo un saluto fr.Renzo che dà il benvenuto anche ai nuovi nati Martino e Noé, ci siamo incamminati in silenzio lungo il sentiero che giunge all’eremo (20p).
Ecco le nostre
testimonianze:
CANTO di OSCAR
Il canto
liturgico che propongo spiega come si può riconoscere e amare Gesù come un
amico:
PER
ACCENDERE IN CUORE LA SPERANZA – P. Ruaro
Mi ritrovo, fianco a fianco,
con due amici
un po' delusi,
su quei volti
c'è tristezza
e nel cuore
molta amarezza,
poi il Tuo
passo ci raggiunge.
Noi stupiti,
ci chiediamo:
"Ma chi
sei, Tu forestiero,
che hai parole
così intense?"
Tu Signore sei
l'amico che ci può guidare.
Tu Signore sei
la voce che sa rincuorare.
Sei il fuoco
che può infiammare
per accendere
in cuore la speranza
per accendere
in cuore la speranza
Mi ritrovo,
là nell'orto,
con Maria che
tu hai "amato".
Il sepolcro è
freddo, vuoto ...
dove mai ti
hanno portato?
La tua voce
conosciuta
chiama lei e
me per nome.
Non ci pare
proprio vero:
sì, sei tu
Maestro e Amico
Tu Signore sei
l'amico che ci può guidare.
Tu Signore sei
la voce che sa rincuorare.
Sei il fuoco
che può infiammare
per accendere
in cuore la speranza
per accendere
in cuore la speranza
LISA legge
L'Albero degli amici di Jorge Luis Borges
Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici
per il semplice caso di avere incrociato il
nostro cammino.
Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo
molte lune passare,
gli altri li vediamo appena tra un passo e
l'altro.
Tutti li chiamiamo amici e ce sono di molti tipi.
Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta
uno dei nostri amici.
Il primo che nasce è il nostro amico Papà e la
nostra amica Mamma,
che ci mostrano cosa è la vita.
Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali
dividiamo il
nostro spazio affinché possano fiorire come noi.
Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che rispettiamo
e a cui auguriamo ogni bene.
Ma il destino ci presenta ad altri amici che non sapevamo
avrebbero incrociato il nostro cammino. Molti di loro li chiamiamo amici
dell'anima, del cuore.
Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non stiamo
bene, sanno cosa ci fa felici. E alle volte uno di questi amici dell'anima si
infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.
Egli da luce ai nostri occhi, musica alle nostre
labbra, salti ai nostri piedi.
Ma ci sono anche quegli amici di passaggio,
talvolta una vacanza o un giorno o un'ora. Essi collocano un sorriso nel nostro
viso per tutto il tempo che stiamo con loro.
Non possiamo dimenticare gli amici distanti,
quelli che stanno nelle punte dei rami e che quando il vento soffia appaiono
sempre tra una foglia e l'altra.
Il tempo passa, l'estate se ne va, l'autunno si avvicina
e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono l'estate dopo, e altre
permangono per molte stagioni.
Ma quello che ci lascia felici è che le foglie
che sono cadute continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con
allegria.
Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando incrociarono
il nostro cammino.
Ti auguro, foglia del mio albero, pace amore, fortuna e prosperità.
Oggi e sempre ... semplicemente perché ogni
persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un poco di se e prende un poco di
noi.
Ci saranno quelli che prendono molto, ma non ci
sarà chi non lascia niente.
Questa è la maggior responsabilità della nostra
vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
CANTO DI ALESSANDRO
Dedico questa
canzone ad un mio amico che conosco da 47 anni.
Canzone per Piero di Francesco Guccini
Mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo,
venticinque anni son tanti e diciamo un po' retorici che sembra ieri.
Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci
ha dato:
io appena giovane sono invecchiato, tu forse giovane non sei stato mai.
Ma d' illusioni non ne abbiamo avute, o forse si, ma nemmeno ricordo,
tutte parole che si son perdute con la realtà incontrata ogni giorno.
Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa
sbagliare,
fino al disgusto di ricominciare perché ogni volta è poi sempre lo
stesso.
Eppure il mondo continua e va avanti con noi o senza e ogni cosa si crea
su ciò che muore e ogni nuova idea su vecchie idee e ogni gioia su
pianti.
Ma più che triste ora è buffo pensare a tutti i giorni che abbiamo
sprecati,
a tutti gli attimi lasciati andare e ai miti belli delle nostre estati.
Dopo l'inverno e l' angoscia in città quei lunghi mesi sdraiati davanti,
liberazione del fiume e dei monti e linfa aspra della nostra età.
Quei giorni spesi a parlare di niente sdraiati al sole inseguendo la
vita,
come l' avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre.
Il mio Leopardi, le tue teologie: "Esiste Dio?" Le risate più
pazze,
le sbornie assurde, le mie fantasie, le mie avventure in città con
ragazze.
Poi quell' amore alla fine reale tra le canzoni di moda e le danze:
"E' in gamba sai, legge Edgar Lee Masters. Mi ha detto no, non dovrei
mai pensare."
Le sigarette con rabbia fumate, i blue jeans vecchi e le poche lire,
sembrava che non dovesse finire, ma ad ogni autunno finiva l' estate.
Poi tutto è andato e diciamo siam vecchi, ma cosa siamo e che senso ha
mai questo
nostro cammino di sogni fra specchi, tu che lavori quand' io vado a
letto.
Io dico sempre non voglio capire, ma è come un vizio sottile e più penso
più mi ritrovo questo vuoto immenso e per rimedio soltanto il dormire.
E poi ogni giorno mi torno a svegliare e resto incredulo, non vorrei
alzarmi,
ma vivo ancora e son lì ad aspettarmi le mie domande, il mio niente, il
mio male...
INTERVENTO DI FRANCESCA
Per parlare
dell’amicizia questa sera, faccio la mia riflessione insieme con altre persone,
che non sono qui presenti, ma sono amici, dell’eremo e miei. Uno è Gheno, dal
Brasile, e ha condiviso lui stesso con me un racconto della sua infanzia per
essere qui con noi stasera, i suoi amici dell’Italia. L’altra è Elisabetta, che
mi ha raccontato l’altro giorno una antica leggenda dal mondo greco.
La prima
storia, come dicevo, è una storia vera, un racconto d’infanzia e risale ai
tempi della prima comunione, quando Gheno aveva circa 8 anni. In quel tempo
aveva un amico della sua stessa età, vicino di casa, con cui giocava volentieri
e frequentava il catechismo, ma questo ragazzino non poteva andare sempre,
perché proveniva da una famiglia
disagiata e quindi non frequentava allo stesso modo degli altri bambini. Ma
diversamente da tanti altri, a lui piaceva fare le lezioni di catechismo e,
quando saltava gli incontri, G. gli spiegava le cose fatte perché non rimanesse
indietro e così la loro amicizia si rafforzava in questa forma tacita di
complicità e aiuto. Entrambi sapevano che alla fine dell’anno ci sarebbe stato
il rito della prima comunione e che lui non avrebbe potuto partecipare anche se
si fosse impegnato tanto, per la situazione generale della sua famiglia. Ma
c’era come un patto segreto, di cuore, il desiderio comune di essere lì,
insieme, almeno nella foto ricordo, per testimoniare quel percorso fatto
insieme, quell’aiutarsi reciproco, al di là dell’indifferenza del mondo adulto.
E arriva quel
giorno tanto atteso. Tutti i bambini sono lì, eleganti e emozionati, per vivere
il loro giorno di festa da protagonisti e in parte c’è anche quell’amico,
vestito male e scalzo: ma di nuovo c’è il desiderio impossibile di fare parte
almeno della foto, lì, a lato, e tutti e due gli amici sperano segretamente in
questo. Un adulto però si accorge dell’errore, -tu no- gli dice, e nel silenzio
denso di umiliazione e vergogna quell’amico si allontana, scappa via e non si
farà più vedere per giorni e giorni. Per
anni rimane il ricordo dell’amico legato a quel giorno, a quel rifiuto, a
quella ingiustizia, finchè un giorno per caso rovistando tra le vecchie cose,
G. si trova tra le mani proprio la fotografia della sua prima comunione: tutti
i bambini sono in posa sotto un grande albero e lui riguarda con tenerezza e
tristezza, ma…. Cosa vede? Non è possibile, non ci crede, ma tra le foglie, lì
in alto, si intravede qualcosa, una figura, una maglia… era lui, lui era lì,
come promesso, insieme nella foto…
L’altra storia di amicizia viene dal racconto di
Elisabetta, è la storia di Damone e Finzia, due amici seguaci del filosofo
siracusano Pitagora. Finzia contesta il dominio del tiranno Dionisio il giovane
e per questo viene condannato a morte. Finzia chiede allora il permesso di fare
ritorno per un'ultima volta a casa, per salutare la sua famiglia e disporre
delle sue cose, ma Dionisio rifiuta, convinto che se gli fosse concesso,
l’altro coglierebbe l'occasione per fuggire. Damone si offre allora di prendere
il posto di Finzia mentre questi è via: Dionisio accetta, a condizione che, se
Finzia non dovesse fare ritorno, Damone verrà giustiziato al suo posto. Damone
accetta le condizioni, e Finzia parte; tuttavia, il tempo passa e Finzia non
ritorna. Giunto il giorno dell'esecuzione, Dionisio dà il via ai preparativi
per uccidere Damone, deridendolo per la sua malriposta fiducia; Damone rimane
però convinto che l'amico farà ritorno, e infatti appena prima che il boia
esegua il suo compito, Finzia arriva sulla scena. Scusandosi con Damone per il
ritardo, Finzia spiega che la nave su cui si trovava per tornare a Siracusa era
stata colta da una tempesta, e poi dei banditi l'avevano aggredito lungo la
strada, ma era riuscito ad arrivare giusto in tempo. Commosso da questo atto di
reciproca lealtà, il tiranno grazia entrambi.
Mi sembra che questi racconti ci parlino della
stessa cosa, di come l’amicizia sia fatta di una lealtà forte e silenziosa, che
è bella perché supera le ferite, le paure. E’ più grande dell’essere rifiutati
davanti a tutti, è più grande della paura di essere traditi all’ultimo momento,
più grande delle umane ingiustizie. E in entrambe le storie non si manifesta
attraverso lunghi ripensamenti, ma in una decisione istantanea e coraggiosa,
che viene dalla nostra parte grande, pura, che c’è sempre in noi, non si è mai
né troppo piccoli né troppo adulti per dimostrarla.
INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
L’aspetto più
importante per me dell’amicizia è la sintonia: con i miei amici veri ho un
rapporto profondo e quello che penso io lo pensano anche loro, ci capiamo
all’istante, ance se ci rivediamo dopo molto tempo. Questa sorta di
sincronizzazione è spiegata bene dalla canzone “Amico” di Renato Zero, che
esplode nel famoso ritornello “Io e te lo stesso pensiero..."
AMICO – Renato Zero
Il sole muore già,
e di noi questa notte avrà
pietà
dei nostri giochi confusi
nell’ipocrisia
il tempo ruba i contorni a
una fotografia.
E il vento spazza via,
questa nostra
irreversibile follia
chissà se il seme di un
sentimento rivedrà
la luce del giorno che un
altra vita ci darà.
Resta amico accanto a me,
resta e parlami di lei se
ancora c’è
l’amore muore disciolto in
lacrime ma noi
teniamoci forte e lasciamo
il mondo ai vizi suoi.
Io e te lo stesso
pensiero,
io e te il tuo e il mio
respiro
sarà tornare ragazzi e
crederci ancora un po’
sporcheremo i muri con un
altro no.
E vai se vuoi andare
avanti,
ma se frugando nella tua
giacca scoprissi che
dietro il portafogli un
cuore ancora c’è, amico cerca me.
E ti ricorderai,
del morbillo e le cazzate
tra di noi
la prima esperienza
fallimentare chi era lei
amico era ieri le vele le
hai spiegate ormai.
E tu ragazza pure tu,
che arrossivi se la mano
andava giù
ritorna a pensare che
sarai madre ma di chi,
di lui che è innocente che
non si dica figlio di
Io e te lo stesso pensiero
. . . . . . . . . . . . .
. . . .
Che fai, se stai lì da
solo,
in due più azzurro è il
tuo volo
amico è bello amico è
tutto è l’eternità
è quello che non passa
mentre tutto va . . . .
amico amico amico
il più fico amico è chi
resisterà,
chi resisterà, chi
resisterà
chi di noi, chi di noi
resisterà.
INTERVENTO DI NICOLETTA
Il tema
dell’amicizia mi ha fatto ricordare la mia prima amica Ludovina risalente alle
scuole elementari che non c’è più; recentemente ho sentito il bisogno di andare
a pregare sulla sua tomba.
Oggi vedo e
sento tanti ragazzi vantare la propria amicizia in forma esclusiva e bilaterale:
MAPS cioè miglior amica per sempre. Se sei amico suo non puoi essere amico mio
….
Sembra quasi
che l’amicizia non si possa dividere con gli altri ma che appartiene solo a
pochi…
Secondo me è
proprio il contrario: più l’amicizia si diffonde, più ci arricchisce e ci fa
stare bene. E’ un tipo di legame vivo e reciproco tra più persone che hanno il
desiderio di stare insieme in una sorta di vita sociale comune. E’ un rapporto
alla pari, basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la
disponibilità reciproca.
Penso che
l’amicizia sia un’alleanza per crescere insieme!
CANTO DI ELISA – Ragazze posate di Erica Mou
abbiamo bevuto troppo
abbiamo fumato troppo
troppo
per la reputazione di essere brave
ragazze posate
a modo
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più giuste di così
più felici di così
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più belle di così
più lucide
ma poi hai bisogno di pace
e pur di non sentire dolore
buttarsi tra le braccia sbagliate
cancellare il cuore
per un attimo
abbiamo parlato troppo
è giorno ma stiamo ancora in auto
a piangerci addosso
fingendo un rimorso
dicendo che è tutto rotto
ma amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più intere di così
o più leggere di così
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più donne di così
più solide
ma poi ha bisogno di pace
e pur di non sentire dolore
buttarsi sulle scelte sbagliate
cancellare il cuore
per un solo bisogno di pace
e pur di sentire calore
tuffarsi tra le braccia sbagliate
raffreddare il cuore
per un attimo
per un attimo
solo per un attimo
abbiamo fumato troppo
troppo
per la reputazione di essere brave
ragazze posate
a modo
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più giuste di così
più felici di così
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più belle di così
più lucide
ma poi hai bisogno di pace
e pur di non sentire dolore
buttarsi tra le braccia sbagliate
cancellare il cuore
per un attimo
abbiamo parlato troppo
è giorno ma stiamo ancora in auto
a piangerci addosso
fingendo un rimorso
dicendo che è tutto rotto
ma amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più intere di così
o più leggere di così
amica mia amica mia
non credo che saremo mai
più donne di così
più solide
ma poi ha bisogno di pace
e pur di non sentire dolore
buttarsi sulle scelte sbagliate
cancellare il cuore
per un solo bisogno di pace
e pur di sentire calore
tuffarsi tra le braccia sbagliate
raffreddare il cuore
per un attimo
per un attimo
solo per un attimo
INTERVENTO DI FABIO
Secondo me
l’amicizia ci fa sentire liberi di esprimerci e di essere ciò che siamo e
sentiamo.
Ci permette di
dar sfogo alle nostre emozioni, ai sentimenti e ai nostri stati d'animo più
veri e profondi.Quando io sto con i miei amici provo questa sensazione di unione e di libertà.
INTERVENTO E CANTO DI OSCAR
Un
altro aspetto importante dell’amicizia è la durata: gli amici veri sono
disponibili e
saranno sempre. Ma anche il rapporto di coppia ha come base una forte amicizia,
e la canzone “Ci Sarai” di Francesco Renga canta proprio questo.
CI SARAI - Francesco Renga
Come una fotografia
Dai contorni incerti
E questa vita
La mia
La trovo in un cassetto
E poi ogni giorno
Dentro gli occhi tuoi
Parlami di come la fortuna
aspetta
E tienimi tra le tue
braccia
Ancora per un po'
Dimmi che tu ci sarai
Quando il tempo su di noi
Avrà ormai lasciato
Segni che non vuoi
Dimmi che tu ci sarai
Quando la malinconia
Vestirà i ricordi
Della vita mia
Toglierò la polvere
Laverò le lacrime
Che tu
Non vuoi
Ogni goccia
E una poesia
Che non ho sentito andare
via
Spiegami le cose che non
ho capito
E svegliami se senti
freddo
Vedi, sono qua
Dimmi che tu ci sarai
Quando il tempo su di noi
Avrà ormai lasciato
Segni che non vuoi
Dimmi che tu ci sarai
Quando la malinconia
Vestirà i ricordi
Della vita mia
Le cose che non voglio
perdere
Volti che non ho rivisto
mai
Le parole dette e poi
Quelle che ho nascosto
E che non sai
E non stancarti mai
Dimmi che tu ci sarai
Quando il tempo su di noi
Avrà già lasciato
Segni che non vuoi
Che non vuoi
MATTEO legge alcune frasi significative sull’amicizia.
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